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sabato 2 dicembre 2023

Il viaggio sorprendente de "La ragazza ribelle" che ora approda a teatro: lunedì 11 dicembre a Bologna e martedì 12 a Faenza, la città di "Nunziatina"

Ci sono storie che si impongono da sé. Camminano col passaparola per la loro forza intrinseca. Arrivano alle persone per le emozioni e l’empatia che emanano. Valicano montagne e confini per il valore che rappresentano. Quella di Annunziata Verità è una di queste. Quando la scoprii, e lei decise di regalarmela raccontandomi quello che non aveva mai raccontato, ne scrissi un libro, “La ragazza ribelle”. Un romanzo breve ispirato alla sua incredibile vicenda umana e politica: la storia da film, ma vera, di “Nunziatina”, staffetta partigiana in quel di Faenza, sopravvissuta il 12 agosto 1944, a soli 18 anni, alla fucilazione fascista. Venne solo ferita, si finse morta sotto i cadaveri dei suoi quattro compagni di sventura, riuscì a fuggire, a raggiungere sui monti prima i partigiani della Banda Corbari poi quelli del Gap faentino, a salvarsi. Finita la guerra partecipò a una ventina di processi, con le sue testimonianze contribuì a far condannare i criminali della Brigata Nera che l’avevano presa di mira, poi, quando tra condoni e amnistie quelli tornarono presto liberi, lei, piccola e minuta com’era, li andò a cercare. Alcuni li trovò, gliene disse quattro, a uno riuscì pure a sferrargli un pugno in testa, li mostrò per i vigliacchi che erano, li costrinse alla fuga, a sparire dalla circolazione. Una forza della natura, la “Nunzia”, che oggi ha novantasette anni e ci mette ancora in guardia dal fascismo e dai fascisti: “Sta tornando. Ci sono ancora, eh!”. Una delle figure simbolo del ruolo di primo piano, troppo spesso sottovalutato, delle donne nella Resistenza.
Proposi questa storia potente e il libro a due editori importanti, uno nazionale e uno locale. Non erano interessati. “Un’altra memoria partigiana? Ce ne sono già troppe. Sono passati ottant’anni. Non vanno più”. Così lo pubblicai artigianalmente con un piccolissimo editore faentino, Cartabianca. Era il 2019. Editing e promozione a carico mio, con il sostegno dell’Anpi. E lì è cominciato il più bel viaggio della mia vita di apprendista scrittore. La prima presentazione a Faenza in una sala del Consiglio comunale strapiena con l’allora presidente nazionale dell’Associazione partigiani, Carla Nespolo, scomparsa un anno dopo; le centinaia di persone strette attorno a “Nunziatina” a Cà di Malanca, luogo simbolo della Resistenza, col compianto Ivano Marescotti a leggere brani del libro; la partecipazione emotiva dei ragazzi delle scuole medie e superiori affascinati dall’incontro con quella donna che lì diventava la coraggiosa e mitica nonna di tutti; gli inviti ai 25 aprile di mezza Romagna, nelle città come nei paesini, che non si fermavano più e dopo quasi cinque anni ancora continuano ad arrivare. Decine di uscite, molte con “Nunziatina” presente, sempre fresca di parrucchiera, smalto e rossetto, da vera star. La gioia di rivederla rinata, energica, tosta come sempre è stata nella sua vita, felice di quegli incontri soprattutto con i ragazzi.

Un viaggio ricco di emozioni e soddisfazioni, dicevo, che non si è ancora concluso. Tre ristampe, il piccolo libro artigianale che arriva dove non te lo aspetti, Annunziata Verità cercata e intervistata dai giornali e dalle televisioni, la sua storia che entra in un programma nazionale di Mediaset sulla guerra, arriva chissà come e chissà perché alle porte della Capitale, diventa prima “la storia” delle iniziative sulla Liberazione a Pomezia, poi un fumetto disegnato dalla vulcanica presidente dell’Anpi locale, Francesca Gatto, entra nelle scuole romane con uno studente che ci fa perfino la tesina, incrocia l’interesse e la passione della regista Eleonora Napolitano sfociando nell’idea “folle” di realizzare con gli allievi del suo laboratorio una pièce teatrale.
Mi chiedono un adattamento teatrale del libro, scrivo la mia prima sceneggiatura, Eleonora e undici allievi del suo laboratorio fanno il resto. Il progetto va in porto, lo spettacolo viene messo in scena in anteprima nella piazza di Pomezia il 25 aprile di quest’anno davanti a un pubblico numeroso che apprezza, si emoziona, ci stimola a portarlo dove questa storia è nata. E ora “La ragazza ribelle” torna, in forma teatrale, nella sua città. L’amministrazione comunale ha adottato l’iniziativa e l’ha inserita tra gli eventi per celebrare il 79esimo Anniversario della Liberazione (17 dicembre 1944). Martedì 12 dicembre a Faenza, sul palco della Sala Fellini (ingresso libero fino a esaurimento posti, inizio alle ore 21), ci saranno nove “Nunziatine” e due narratori maschi fuori campo a raccontare la sua storia. E la ”Nunziatina” vera sarà l’ospite d’onore in sala. Mi vengono i brividi solo a pensarlo. La sera prima, lunedì 11 dicembre sempre alle 21, grazie al sostegno dell’Anpi bolognese e delle Cucine Popolari e al patrocinio del Quartiere Navile, lo spettacolo teatrale andrà in scena nella Sala Piazza di via Marco Polo 51 a Bologna.

Intanto gli ex-studenti del Liceo artistico di Faenza lavorano alla realizzazione di una corposa graphic novel che racconta la vita avventurosa di Annunziata Verità. Anche questa una curiosa storia nella storia. In quinta la loro insegnante, Monica Liverani, diede da leggere in classe “La ragazza ribelle” e mi contattò per chiedere una collaborazione a un altro progetto “folle”. Così ho portato il gruppo a conoscere “Nunziatina” e nei luoghi dove tutto accadde: la casa in collina dove Annunziata era sfollata con la famiglia, il paese dove fu arrestata, la villa del comando della Brigata Nera dove venne condannata a morte, il cimitero dove avvenne la fucilazione, i monti dove trovò la salvezza. Gli studenti si sono appassionati alla storia, hanno cominciato a disegnare le scene, a colorarle, a elaborarle con le moderne tecniche digitali, a scrivere i testi. Le pagine e le tavole che ho potuto vedere sono bellissime. Ma una graphic novel di cento e passa pagine è un’impresa difficile da realizzare. Anche perché, nel frattempo, l’anno scolastico è finito, i ragazzi del gruppo si sono tutti diplomati, ora qualcuno è all’Università, qualcun altro lavora, e il progetto è ancora a metà. Ma hanno deciso di portarlo avanti comunque, nel tempo libero. Determinati a concludere l’opera, incoraggiati anche dall’Amministrazione comunale che si è impegnata a cercare i fondi per consentirne la pubblicazione. Sono sicuro che ci riusciranno. Il viaggio della ragazza ribelle continua.

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