Post più popolari

giovedì 14 dicembre 2023

La ragazza ribelle a teatro: a Faenza e Bologna due serate da incorniciare

 

Smaltita l’adrenalina vi racconto un po' meglio com’è andata. È stata un’emozione collettiva unica. Una serata fantastica, di quelle da mettere nella cassaforte dei ricordi belli della vita. La sala del Teatro Fellini di Faenza era piena la sera di martedì 12 dicembre. Quando da una porta laterale è entrata Nunziatina sulla sua carrozzella spinta dai volontari della Pubblica assistenza, è scoppiato l’applauso fragoroso e spontaneo di tutti. Una vera e propria ovazione. Lei, novantasette anni, un passato da rubacuori, fresca di parrucchiera, il rossetto sulle labbra, le mani curate, subito è sembrata stranita, l’espressione dura, quasi intimorita da quell’abbraccio. Poi piano piano ha cominciato a sciogliersi. “Ciao Nunzia, come stai? Visto che accoglienza?”. “Mi viene da piangere”, ha sussurrato regalandomi un sorriso.

Poi le luci si sono spente ed è cominciato lo spettacolo. La compagnia del laboratorio teatrale di Eleonora Napolitano – in quel contesto coinvolgente e da grandi occasioni – ha sfoggiato il meglio di sé. Una interpretazione sentita, ispirata. Nove donne, nove “Nunziatina” a dar corpo a una narrazione corale che ha dato ancor più spessore e pathos alla storia di per sé incredibile e potente di Annunziata Verità, sopravvissuta alla fucilazione fascista a diciotto anni, combattente indomita tutta la vita, partigiana e pasionaria sempre. Una storia che a quasi cinque anni dalla pubblicazione de “La ragazza ribelle” continua a camminare e a regalarmi grandi soddisfazioni (qui racconto il suo incredibile viaggio https://visanik.blogspot.com/2023/12/il-viaggio-sorprendente-de-la-ragazza.html

Per un’ora e mezza il pubblico è rimasto in apnea. Quando il sipario è calato sulle note di Bellaciao e si sono riaccese le luci, molti avevano gli occhi umidi. Un altro lungo applauso poi la voglia di tutti di accostarsi a Nunziatina per dirle una parola, porgerle una carezza, ringraziarla per quello che ha fatto, per quello che la sua storia ancora oggi – anzi, oggi più che mai - trasmette. Perché, per dirla con le sue parole, “ci sono ancora eh, stanno tornando, e io non lo voglio più vedere il fascismo”.




Una bellissima serata frutto dell’impegno di tutti, a cominciare da quello del Comune di Faenza, in particolare del presidente del Consiglio comunale Niccolò Bosi che ha creduto al progetto e sostenuto direttamente l’iniziativa, patrocinata anche dall’Anpi, l’Associazione dei partigiani. Ma grazie soprattutto all’impegno di quel bellissimo gruppo di attrici e attori non professionisti di Pomezia che hanno messo in scena un’idea originale dello spettacolo (le nove Nunziatina, la narrazione corale della storia) e una interpretazione appassionata e di qualità, di grande impatto, entrambe vincenti.

Uno spettacolo a costo bassissimo (non c’è stato cachet, solo accoglienza) che spero possa avere altre repliche e viaggiare ancora molto in Italia. Fossi un sindaco, un assessore, un dirigente dell’Anpi, un coordinatore delle iniziative sulla memoria o un promotore culturale dell’Emilia-Romagna, cercherei di portarmelo a casa in vista del prossimo 25 aprile e dell’Ottantesimo della Liberazione.

Sono molto grato anche ai nipoti di Nunziatina, Federica e Alessandro, e a Caterina, che come sempre si sono presi cura di lei e l’hanno preparata al meglio per portarla ad assistere alla rappresentazione ad alto tasso emotivo della sua storia. C’era qualche timore sull’effetto e le reazioni che avrebbe potuto determinare. Invece… “Lei oggi sta bene – mi ha scritto Federica l’indomani mattina – ha dormito, è contenta, lo spettacolo le è piaciuto, ha riconosciuto le persone, aperto il regalo che le è stato fatto dagli attori della compagnia, le è piaciuto anche quello. Grazie, siamo pronti per il prossimo appuntamento”. Così come sono grato al pubblico, non solo di faentini, che ha risposto alla grande. Grazie della vostra partecipazione, dei vostri commenti, del calore e dell’affetto che avete trasmesso a Nunziatina e anche a me.


La sera prima, lunedì 11, lo spettacolo aveva debuttato a Bologna, al Centro civico Lame Borgatti del Quartiere Navile. Un’anteprima resa possibile dall’impegno delle Cucine Popolari di Roberto Morgantini & co. (che hanno ospitato la compagnia teatrale al Battiferro in un pranzo che è stato anche una piacevolissima occasione di conoscenza e scambio di esperienze) dalla collaborazione dell'Anpi e dal patrocinio del Quartiere. Una sorta di prova generale che è andata bene ed è  stata anch’essa molto apprezzata dal pubblico. La serata si è conclusa con un bel brindisi collettivo tra attori della compagnia, amici e compagni. 

Per finire, un grazie davvero di cuore a tutti quelli che anche a Bologna hanno dato una mano o ci sono stati (in particolare a Roberto Morgantini, ai cuochi e volontari delle Cucine, a Daniele Ara, a Donatella Allegro e agli amici della balotta). È stata un po' una scommessa, sono state giornate intense, ma ne è valsa la pena.

Nessun commento:

Posta un commento