Lei, Nunziatina, quasi 99 anni, e loro, Eleonora, Emma, Fatu, Ginevra, Giorgio, Manuel, che di anni ne hanno 19. Ottant'anni di differenza e non sentirli. Coetanei nell'avventura da raccontare. Lei aveva 18 anni quando la fucilarono. Loro avevano la stessa età quando hanno cominciato a lavorare a questa storia. Il progetto un po' pazzo di realizzare, da studenti del Liceo Artistico nell'anno della maturità, una graphic novel sulla "ragazza ribelle" sopravvissuta all'esecuzione fascista e diventata icona delle donne nella Resistenza.
Non so quanti di loro, all'inizio, abbiano davvero pensato di poter portare a termine questo lavoro. Quanto ne sapessero delle tragedie del Novecento, di fascisti e partigiani, della lotta di Liberazione. Di sicuro ci ha creduto la loro prof, Monica Liverani, che anche dopo il diploma ha continuato a stimolarli, a riunirli, a convincerli che si poteva fare. E i ragazzi l'hanno seguita. C'era già chi lavorava, chi aveva cominciato l'Università o il corso professionale, chi doveva prendere la patente. Sei vite diverse e diciotto anni da spendere come si spendono a quell’età. Ma non si sono né scoraggiati né persi. E quando quella pazza idea è stata "sposata" anche dalle istituzioni nella persona del presidente del consiglio comunale Niccolò Bosi ed è entrata nel programma Concittadini della Regione diventando un progetto editoriale, hanno trovato il tempo e il modo, in mezzo ai loro casini, di impegnarsi a finirla.
Ci sono riusciti. Il fumetto, "Verità, la partigiana che visse due volte", è stampato. Ed è bellissimo. Un lavoro curato, difficile, pregevole, di qualità, che ora ha anche un editore interessato a far proseguire dalla prossima primavera, nell'Ottantesimo della Liberazione, il viaggio della vicenda umana e politica di Annunziata Verità. Per portarlo nelle biblioteche e nelle librerie, per raggiungere con il linguaggio giovane e ammaliante del fumetto altre scuole, per far scoprire ad altri diciottenni cos’è stata la dittatura fascista, la guerra, la Resistenza, la sanguinosa conquista della libertà e la democrazia da cui è nata la Costituzione più bella del mondo. Una Costituzione basata sull'antifascismo, su cui la destra al potere ha giurato ma che vorrebbe cancellare, riscrivendo la storia.
È stato emozionante seguire il loro viaggio a ritroso nel tempo, scoprire la loro curiosità, stupirsi del loro impegno, della creatività e della bravura che ci hanno messo, per come hanno rappresentato con i loro disegni e le loro tavole una storia così lontana e allo stesso tempo ancora così vicina.
Ed è stato commovente vedere “la ragazza ribelle” in prima fila con il libro in mano, osservarla mentre sfogliava, anche lei incuriosita, quelle pagine, per scoprire come l'avevano raccontata e disegnata. Con lei, nella copertina, giovane in bicicletta che pedala verso la salvezza e la libertà per quei monti della collina faentina, nello sfondo di un cielo blu e stellato.
Con l'Auditorium del Liceo classico affollato di ragazzi e di diversamente giovani, con gli studenti di oggi dell'Artistico curiosi di sfogliare il fumetto, e gli autori impegnati a dispensare firme e dediche. Ne hanno fatte anche a me. E sono molto belle. Sì, proprio una bella mattina. Con l'auspicio che questo lavoro, così singolare nella nostra Scuola e così straordinario in questo nostro Paese dalla memoria corta, possa essere diffuso, imitato e replicato.
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