Abitando a Bologna, nei giorni scorsi sono andato diverse volte alla festa provinciale dell'unità per sentire l'aria che tira nel popolo del Pd. La festa negli ultimi anni si è progressivamente ridotta, ma rimane comunque una delle più grandi e partecipate d'Italia. Probabilmente la più grande in assoluto. Quest'anno ha dovuto fare i conti anche con l'ostruzionismo dei fasci. Un parlamentare di Fratelli d'Italia, Galeazzo Bignami, quello che festeggiò l'addio al celibato vestito da nazista, ha presentato un esposto in prefettura per silenziare la festa, sostenendo che svolgendosi in un'area pubblica (il Parco Nord) doveva essere soggetta alle restrizioni della par condicio, senza comizi e simboli di partito. Subito Prefettura e Pd si erano incartati in una sorta di manuale su cosa si poteva e non si poteva fare, pareva addirittura che si potesse parlare di politica solo giù dal palco, poi ha prevalso il buon senso ed è finito tutto a tarallucci e vino: con le bandiere del Pd sostituite da quelle della pace, le iniziative politiche svolte regolarmente, con qualche attenzione formale in più sulla propaganda tipo nessun santino dei candidati o fac-simile delle schede elettorali.
I volontari sono di meno, qualcuno - come cantava Guccini - "è andato per età", diversi altri per dissenso politico e calo di passione. Quelli che son rimasti, in maggioranza diversamente giovani, colpiscono comunque per il loro attaccamento al partito e per la loro generosità. I ristoranti sono più o meno gli stessi anche se fanno turni di chiusura più lunghi. Sono scomparsi i concerti, gran parte degli espositori, la tensostruttura con l'area commerciale che veniva allestita al centro della festa. Viali, bar, crescentinerie, piadinerie e ristoranti sono comunque quasi sempre affollati. Più di tutte la Red Square, gestita dalla comunità Lgbt, dove va per la maggiore il "drag queen sisters show". Insomma, di gente continua a girarne parecchia, dappertutto tranne che negli spazi dedicati alla politica. L'arena centrale, intitolata a David Sassoli, è stata ridotta a 170 posti che comunque fatica a riempire. Idem le altre sale dibattiti, che pure sono minuscole. Per non parlare dello stand del Pd quasi sempre desolatamente vuoto.
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