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lunedì 4 novembre 2019

Predappio, Ascoli Piceno, Brisighella: quelli che vogliono riaccendere la fiamma



A Predappio (Forlì) il sindaco civico-leghista, Roberto Canali, ha deciso nell'estate scorsa, dopo un incontro col pronipote di Benito Mussolini - Caio Giulio Cesare Mussolini - di dare l'assenso dell'amministrazione comunale alla riapertura permanente della cripta del Duce. Che, ha detto, "è una importante volano del turismo per la nostra città".

Ad Acquasanta Terme, dove nazisti e fascisti l'11 marzo 1944 trucidarono 42 persone, il sindaco di Ascoli Piceno (città Medaglia d’oro al Valor Militare per Attività Partigiane), Marco Fioravanti, di Fratelli d'Italia, il 28 ottobre, anniversario della Marcia su Roma, partecipa a una cena promossa con depliant e menù in cui campeggiano il ritratto di Benito Mussolini, un'immagine del fascio littorio, un'aquila sovrastata dal logo di Fratelli D'Italia e la scritta "Dio, Patria e Famiglia". Poi, una volta finito nella bufera, si scusa dicendo che - povero - non aveva visto i menù, che se li avesse visti se ne sarebbe "andato via immediatamente”, perché la sua giunta di centrodestra "è distante da nostalgie antidemocratiche". 



A Brisighella (Ravenna) la giunta di centrodestra - ma più fascio-leghista che di centrodestra - del sindaco Massimiliano Pederzoli, il 2 novembre, giorno dei morti, ha voluto commemorare "tutti i Caduti per la Patria" depositando, come informa una trionfale nota di Fratelli d'Italia, "una corona d'alloro alla cappella degli Alpini della Famiglia Broggi ... dove sono sepolti 16 Caduti Alpini della Divisione Monterosa della RSI" (la Repubblica di Salò, ovvero il governo fantoccio che Hitler impose nel tentativo di resuscitare Mussolini, il fascismo e per impadronirsi dell'Italia del Nord). Questo, continua la nota, "per rispondere a quei valori di Unità Nazionale, libertà e amore per la Patria in cui crediamo”. 





In precedenza la nuova giunta di Brisighella - città dei sette cardinali, dello strapotere Dc ma anche di una radicata e bella storia di sinistra e antifascismo - aveva debuttato disertando il 4 agosto scorso la commemorazione dei cinque Martiri di Casale (cinque giovani trucidati dal nazi-fascisti il 4 agosto 1944), negando il patrocinio alla commemorazione della battaglia di Purocielo (una cinquantina di partigiani caduti in un eroico scontro con i tedeschi), mandando solo un silente consigliere a ricordare l'eccidio di Santo Stefano di Zerfognano (cinque civili trucidati il 25 settembre 1944 dagli uomini della Brigata Nera e delle SS), e anche negando al Pd lo spazio pubblico dove da diversi anni organizzava la Festa dell'unità. In compenso, il 4 novembre, giornata delle Forze Armate, ha "imbandierato" con un Tricolore di luci la Torre dell'Orologio, uno dei Tre Colli che caratterizzano il bel borgo medievale romagnolo.

Dite: "che sarà mai?". "Solo polemichette di paese!". Oppure: "I soliti comunisti e allarmisti!". "Il popolo sovrano li ha votati quindi hanno ragione!". Sarà, ma a me sembra che ci sia di che essere preoccupati. Questi tre episodi sono solo gli ultimi di una lunga serie di gesti, parole e scelte del fascioleghismo dilagante tese a dimenticare o riscrivere la storia e a sdoganare definitivamente l'estrema destra che si richiama ai simboli del fascismo e del nazismo. L'occhiolino e i favori a Casa Pound e Forza Nuova. Gli attacchi razzisti e xenofobi contro gli immigrati e i "diversi": omosessuali, zingari, ebrei, "comunisti", Laura Boldrini, Roberto Saviano. Gli slogan "prima gli italiani" e "pieni poteri". I continui richiami al Sovranismo, alla Patria e alla famiglia tradizionale ("Dio, patria e famiglia", ricordate?). E ancora: l'esibizione da parte del "Capitano" di rosari e vangeli, felpe della polizia e magliette della Pivert (la "linea dell'abbigliamento fascista"); le foto con i capi ultras e altri brutti ceffi della destra estrema; il silenzio sui cori razzisti delle Curve Sud degli stadi; la pubblicazione del suo libro intervista con l'editore di CasaPound; i "me ne frego" ricorrenti.

Significa che se Salvini e Meloni si prendono anche l'Italia rischiamo di ritrovarci nel fascismo? Gli storici si affannano a spiegare che il fascismo come l'abbiamo conosciuto non tornerà. E probabilmente hanno ragione. Difficile pensare all’olio di ricino. E non mancano gli antidoti democratici alla deriva autoritaria. Resistere, resistere, resistere: certo. Ma bisognerà pur dirlo che anche le dittature si evolvono. Che possono presentarsi in abiti moderni e in forme che forse non riusciamo nemmeno a immaginare. Continuare ad ammiccare, banalizzare, sottovalutare è molto, molto pericoloso. Continuare a dire, come fanno anche autorevoli esponenti della sinistra, che la Lega "è un partito democratico". Scrivere, come fanno certi opinionisti, che "il popolo che li vota ha sempre ragione e questa è la migliore garanzia democratica", è ancor più pericoloso. Il popolo italiano a suo tempo ha votato convintamente anche per Mussolini. In massa. E' abituato ad innamorarsi dell'uomo forte. Ed è tristemente conosciuto per un orribile detto del passato ancora drammaticamente attuale: "Franza o Spagna purché se magna". L'empatia del popolo con i leader del fascioleghismo non è di per sé garanzia di tutela democratica. Anzi. A me preoccupa l'affinità ideologica, culturale, psicologica e di linguaggio che sembra accomunare gli elettori che li votano a Salvini e Meloni. Anche perché nel frattempo il vento Sovranista soffia forte in Europa, ci sono Paesi come l'Ungheria e la Polonia dove al potere si sono insediati i teorici della "democrazia illiberale", e in Germania avanzano ovunque partiti e movimenti che si richiamano apertamente al nazismo. Umberto Eco scriveva dell’Italia e del suo “fascismo eterno”. Antonio Scurati l'ha ribadito nel suo monumentale "M". Non vorrei che fossero stati profetici.

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