Detto questo io penso che l'uscita di Renzi abbia, se non altro, il merito di fare finalmente chiarezza nel Pd. Lui non è ora l'intruso in quel partito. Lui è da sempre l'intruso nella sinistra. Il Blair di Rignano che ha sposato le tesi più liberiste e rottamato i totem del socialismo. Il rottamatore di tutto quel che sapeva di "vecchia sinistra". E su come un uomo che non è di sinistra sia riuscito a scalare il partito che della sinistra doveva raccogliere l'eredità, ci sarebbe ancora di che riflettere. Dov'erano finiti i portatori di idee e valori del Pci, Pds, Ds? Torna in mente la battuta di Nanni Moretti: "Con questi dirigenti non vinceremo mai".
Penso, perciò, che "l'intruso" doveva andarsene prima, già dopo la sconfitta al referendum del 4 dicembre 2016. E penso che la sinistra se non ritrova se stessa, idee e programmi alternativi al liberismo, sulla globalizzazione e lo sviluppo sostenibile, contro le vecchie e nuove disuguaglianze, non ha futuro. Così come penso che il centrosinistra se non è plurale, se non è capace di unire identità diverse attorno a un progetto di cambiamento, è destinato a essere minoranza in Italia. La nascita del Pdr potrebbe quindi, teoricamente, nel medio periodo, essere funzionale a questa pluralità. Se non fosse che c'è il fattore Renzi, che più di alleato nel campo del centrosinistra lo vedo come il vero, unico e credibile erede di Berlusconi.
Nel breve periodo credo invece che la nascita del Pdr renderà ancora più difficile il percorso della faticosa alleanza tra democratici e stellati, quindi la navigazione del governo. Credo che gli elettori del centrosinistra non saranno per niente contenti dell'ennesima scissione e che si sentiranno traditi per l'ennesima volta dai propri dirigenti: il popolo del centrosinistra è più avanti di loro, crede davvero nell'unità nella diversità, ha ancora in testa e nel cuore l'Ulivo vincente di Prodi, e continua a non sentirsi rappresentato. Credo, infine, che in una prospettiva non lontana si arriverà anche a una rifondazione del Pd, se non al suo superamento. Del resto il Pd rimane la grande incompiuta di questi ultimi vent’anni: il partito del centrosinistra nato dal notaio, con separazione dei beni, per interesse, tra i notabili di Ds e Margherita, e non da quel sentire comune tra sinistra storica e cattolicesimo democratico che pure è diffuso nel popolo del centrosinistra. Un morto che cammina, temporaneamente resuscitato da Salvini e dalla paura della destra.
Nessun commento:
Posta un commento