Dopo un tira e molla durato 12 anni (il primo accordo tra Ministero dei trasporti e Autonomie locali è del 2002) e a dispetto delle perplessità crescenti sull'utilità dell’opera, il 29 luglio scorso a Roma si è deciso di andare avanti con la “bretella” di 38,5 km che dovrebbe tagliare la pianura tra Ponte Rizzoli (a Est) e Borgo Panigale (a Ovest), interessando i Comuni di Anzola, Calderara, Sala Bolognese, Argelato, Granarolo, Castel Maggiore, Castenaso, San Lazzaro e Ozzano. Dovrebbe essere un Passante a due corsie per senso di marcia più emergenza (con predisposizione della terza), per un costo stimato di 1,4 miliardi di euro. Che però potrebbero lievitare per il fatto che la progettazione di massima fatta in precedenza dalla Provincia non teneva conto del “rischio alluvioni”, e quindi c’è la necessità di rivedere calcoli e progetti di tunnel e altezza dei rilevati.
La nuova autostrada è stata inserita nel decreto “sblocca Italia” voluto da Renzi. La progettazione di massima è stata affidata alla Società Autostrade, tagliando fuori Regione, Provincia e Comuni. I tecnici sono al lavoro già da alcuni mesi, “clandestinamente”. Si sa che sono in corso carotaggi sui terreni e che sono stati installati sensori sulle case private, pare senza le dovute autorizzazioni. Servirebbero per disegnare, dal basso e dall'alto, il tracciato esatto del Passante. Il progetto dovrebbe essere completato entro maggio-giugno prossimi. Dopo di che si dovrebbe procedere con il progetto esecutivo e con l’apertura dei cantieri, si dice all'inizio del 2016.
Sopra, il tracciato con i Comuni interessati all'opera. Sotto, il nuovo progetto da 38,7 km e il "Passantino" da 32 km che piaceva ad Autostrade.
Ma mentre l’iter realizzativo procede, crescono i dubbi e la contrarietà all'opera. E non solo nei territori interessati. “Adesso Metropoli”, la catena di giornali on line nata per sostenere l’azione di Renzi, scrive tra l’altro: “Per risolvere I problemi dell’attraversamento di Bologna basterebbero il potenziamento dell’attuale Complanare e il completamento di alter infrastrutture esistenti… Il Passante Nord sarebbe fortemente impattante in termini di consumo di suolo e d’inquinamento dell’aria, e a ben poco servirebbero eventuali opere di mitigazione ambientale”.
In un recente incontro a Castenaso e in pieno accordo col sindaco della cittadina, Stefano Sermenghi (il più renziano dei sindaci bolognesi), tutte le organizzazioni agricole (Coldiretti, Cia, Confagricoltura) hanno espresso “totale contrarietà a tutte le diverse soluzioni del Passante” e chiesto ai Comuni interessati “di mettere in atto ogni azione politica e amministrativa volta a bloccare l’opera”.
Gli urbanisti sono quasi tutti scettici sulla nuova autostrada. “Dodici anni fa, quando si cominciò a parlarne, io ero favorevole, ma ora ho cambiato idea”, dice l’architetto Rudi Fallaci, ‘delfino’ di Giuseppe Campos Venuti che è stato a lungo presidente dell’Istituto nazionale di urbanistica nonché l’urbanista simbolo della salvaguardia della collina di Bologna dalla speculazione edilizia. “Le stime di crescita del traffico fatte allora non sono più attendibili, sono cambiati i modelli produttivi e le sensibilità ambientali, la questione dell’uso del suolo è diventata dirimente. Se si guardano i pro e i contro, oggi non ha più senso fare quell'opera”.
I Verdi definiscono la nuova autostrada “devastante” sotto il profilo ambientale e “inutile” sotto l’aspetto trasportistico, giacchè “le previsioni di traffico auspicate, complice la crisi, risultano disattese (dati Aiscat)" e accusano i sindaci di essere “timidi con Autostrade”. Legambiente ha annunciato di aver presentato ricorso alla Corte europea contro il nuovo progetto che si va delineando, perché é molto simile a quello originario, di 41 km, che a suo tempo venne bocciato dall’Ue in quanto considerato non una “bretella” ma una nuova autostrada. E se è una nuova autostrada – sentenziò la Ue – l’opera non può essere affidata direttamente ad Autostrade ma deve essere realizzata tramite un regolare bando di gara europeo. Sulla stessa lunghezza d’onda di Legambiente è anche il comitato “Alternativa al Passante nord”, che ha già raccolto 4.000 firme contro il progetto e ora annuncia: “Se si torna al vecchio tracciato apriremo una nuova procedura di infrazione presso l’Ue”.
I numeri e le alternative del comitato che si batte contro il Passante.
Il Comitato (Gianni Galli presidente, Severino Ghini coordinatore) che da 11 anni si batte contro il Passante ha messo a punto numeri e proposte alternative. Sostiene che con la nuova autostrada “il traffico allontanato da Bologna sarà meno del 20% e l’inquinamento anziché ridursi aumenterà per il maggior percorso di 17 km rispetto all'attuale tracciato (oltre 50.000 TPE/anno in più)”. Dice che la “previsione di aumento esponenziale del traffico (+4%/anno, poi corretta all’1,5%) dei progettisti del Passante Nord, da noi contestata fin dal 2004, non si è verificata”. E che “dopo la realizzazione della terza corsia dinamica, la congestione nelle ore di punta è rimasta solo sulla tangenziale”. Perché “oggi il traffico sul ‘nodo’ è di 156.000 veicoli/giorno contro i 180.000 del 2003, lontano dalla previsione al 2015 di 240.000 dello studio di fattibilità 2003”.
Poi il comitato rilancia le sue proposte alternative. “Il problema residuo sulla Tangenziale –sostiene - sarebbe in gran parte risolvibile con il completamento di opere viarie minori già previste da anni nei piani della mobilità provinciale, come la Trasversale di pianura, l’uscita dedicata dell’Interporto ed il ponte sul Reno a Trebbo”. Interventi che costerebbero “circa 150 milioni e risolverebbero il problema dell’attraversamento Est-Ovest a Nord di Bologna dove si sono trasferite circa 150.000 persone negli ultimi 20 anni”. E aggiunge: “Qualora poi si volesse poi ottimizzare al massimo l’assetto trasportistico del ‘nodo’ bolognese, resta sempre valida la proposta alternativa del nostro Comitato di allargamento della piattaforma tangenziale + autostrada a 3+3 corsie più emergenza, con gallerie artificiali in corrispondenza dei tratti abitati, per un importo complessivo di circa 600 milioni di euro”.
Anche per Autostrade il Passante “non è sostenibile”.
Ma la cosa più paradossale di tutte è che a non essere convinto della bontà della soluzione Passante c’é anche il soggetto che dovrebbe realizzarlo: la Società Autostrade. Fin dall’inizio non lo voleva fare. Almeno, non così. Furono Governo e Autonomie locali a insistere perchè quell’opera venisse inserita nel piano degli investimenti. Autostrade obbedì di malavoglia. Poi cercò di svincolarsi realizzando la “terza corsia dinamica” dell'attraversamento autostradale di Bologna. E nel 2013 inviò a Regione e Comune la seguente valutazione tecnica: “Si conferma la mancanza di elementi necessari a garantire la fattibilità tecnico-economica dell’iniziativa con particolare riferimento alla soluzione prospettata dagli enti locali, la cui scarsa sostenibilità è evidente”.
Autostrade esprime dubbi sul rapporto costo/benefici e sulla remunerazione dell’opera. In uno studio arriva ad ipotizzare che solo il 12% del traffico di transito attuale su Bologna userebbe il Passante (e appena il 6% del traffico pesante), e che ci vorrebbero 60 anni per rientrare dall’investimento. Sostiene, come sosteneva a suo tempo la Ue, che per essere classificato come “potenziamento dell'autostrada esistente”, il progetto dovrebbe mantenere invariata l’autostrada attuale al centro della tangenziale e il Passante dovrebbe essere un mero “ausilio”. Di conseguenza, è contraria alla cosidetta “banalizzazione” della tangenziale, che significa liberalizzare le attuali 6 corsie dell’autostrada per fare una mega tangenziale da 4 corsie più emergenza per senso di marcia.
Il giallo della tangenziale “banalizzata”: sarà a pagamento?E su quest’ultimo aspetto c’è anche un vero e proprio “giallo. Regione, Provincia e Comune capoluogo hanno sempre parlato di liberalizzazione della tangenziale, intendendo con ciò che non sarà a pagamento. Ma non è così. Non lo è già oggi così. Oggi chi percorre l’autostrada nel tratto bolognese paga già un “sovrapprezzo tangenziale”, che equivale a circa un quarto in più del normale pedaggio. E se il Passante si farà, per incoraggiarne l’uso e scoraggiare l’attraversamento di Bologna lungo l’attuale percorso quel pedaggio diventerà molto più salato. Probabilmente non solo per chi sceglierà di continuare a passare per la tangenziale per andare verso Milano, Firenze, Ferrara o Ancona, ma anche per chi si fermerà a Bologna. Il Passante presuppone, infatti, che ci siano barriere di ingresso alla tangenziale, da tutti i lati. E che chi entra da quelle barriere paga un pedaggio. Un pedaggio di ingresso. Come avviene in Francia, ad esempio. Così soltanto per chi entrerà e uscirà all’interno della città, e delle barriere, la tangenziale sarà effettivamente “libera”, cioè gratis.
I sindaci della pianura contrari a parole ma pronti a trattare.
Intanto sul Passante Nord i sindaci fanno buon viso a cattivo gioco. Il primo cittadino di Bologna, Virginio Merola, spinge affinché la nuova discutibile autostrada si faccia a patto, dice, che rispetti l’ambiente: che è un evidente ossimoro. I sindaci della pianura interessata, invece, confermano la loro contrarietà all’opera, ma è una contrarietà solo teorica giacché sono pronti a dare il via libera alla “bretella” se solo dalla Società Autostrade e dalla Regione arriveranno un po’ di soldi per finanziare “opere compensative”. Insomma, nell’uno e nell’altro caso il trionfo dell’ipocrisia.
Merola considera il Passante “un’opera di importanza nazionale”. Dice che “servirà a decongestionare la tangenziale” e assicura che presenterà “proposte per scelte urbanistiche tese a ridurre il consumo di suolo e a rinaturalizzare parti di territorio, affinchè ci sia saldo zero”. Saldo zero? Come sia possibile resta un grande mistero. Alcuni primi cittadini dei Comuni che dovrebbe essere attraversati, o comunque interessati dalla nuova autostrada, tacciono. E’ il caso del sindaco di San Giovanni in Persiceto, Renato Mazzuca. Ma anche dei sindaci di San Lazzaro, Ozzano, Budrio, Granarolo, Minerbio, Anzola. Gli altri, quelli più esposti all’impatto del progetto (Stefano Sermenghi di Castenaso, Belinda Gottardi di Castel Maggiore, Claudia Muzic di Argelato, Emanuele Bassi di Sala Bolognese, Irene Priolo di Calderara di Reno, Stefano Fiorini di Zola Predosa), invece, prima si lamentano di non essere stati “coinvolti nella sottoscrizione dell’accordo di luglio” e ribadiscono la loro contrarietà al progetto, poi, però, scrivono: “Ora dobbiamo guardare con responsabilità a questa infrastruttura, che a nostro avviso potrà essere realizzata solo qualora diventasse un valore per la Città Metropolitana, quindi volta a risolvere i problemi del sistema complessivo della mobilità e del territorio”. Cosa voglia concretamente dire lo sanno solo loro. E forse nemmeno. Sta di fatto che subito dopo affermano: “Si tratta quindi di garantire i Comuni rispetto al sacrificio che sono chiamati a fare”. Dove la parola “garantire” sta, in realtà, per “rimborsare”. E contraddice la precedente affermazione “un valore per la Città Metropolitana”.
Ma tant’è. I sindaci fingono di fare la voce grossa. “Poniamo – scrivono ancora - alcune condizioni non negoziabili: la tutela della salute pubblica con idonei interventi di mitigazione e opere complementari e di adduzione che rendano il Passante Nord un intervento davvero utile”. E concludono: “Il progetto preliminare servirà a capire se tutto quello che stiamo chiedendo sarà considerato. Se le nostre condizioni non verranno accolte, non potrà esserci il nostro sostegno. Se invece verranno accolte, ci faremo comunque promotori di forme di consultazione con i cittadini. Perché su un’opera strategica come questa, le comunità devono essere chiamate ad esprimersi”.
Se parlassero come mangiano, i sindaci direbbero così.
Ci fosse ancora Cuore e la rubrica di Piergiorgio Paterlini “parla come mangi”, la traduzione dello straparlare dei sindaci sarebbe la seguente.
Merola: “A me dei Comuni della pianura non me ne può fregar di meno. Se mi fanno il Passante, posso finalmente sperare di raddoppiare la tangenziale e liberarla dalle code quotidiane, spostando un bel po’ del mio inquinamento verso l’esterno. Ma siccome presto diventerò pure sindaco metropolitano e devo fare l’ambientalista di sinistra, mi invento questa boiata pazzesca dell’autostrada che si può fare con consumo di suolo a saldo zero”.
Mazzuca e gli altri sindaci solo sfiorati dal Passante: “A noi se ci fanno un casello qui vicino, se ci avvicinano e ci collegano meglio alla rete autostradale, con il Passante che si mangia il suolo agricolo dei nostri vicini, sta solo bene. Però per non passare per egoisti insensibili ai problemi degli altri e dell’ambiente, ce ne stiamo zitti zitti e buoni buoni”.
I sindaci dei Comuni attraversati: “Le nostre comunità sono contro il Passante Nord, ma la Regione, il Comune di Bologna e soprattutto il Pd hanno deciso che si deve fare. Quindi, siccome siamo pure noi tutti del Pd, non possiamo opporci. Però possiamo provare ad alzare il prezzo. Se Autostrade ci fa qualche circonvallazione, due o tre cavalcavia, qualche sottopasso; se la Regione ci dà un po’ di soldi per fare qualche investimento in più nei nostri Comuni, daremo il nostro via libera. E per non apparire come sindaci che fanno l’opposto di quello che vorrebbero i nostri cittadini ed elettori, promettiamo un’ampia consultazione. Tanto non saranno i cittadini, e non sarà quella consultazione a decidere”.
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