Post più popolari

lunedì 25 ottobre 2021

A proposito di etica, trasparenza e notizie scomode. Lettera aperta al sindaco Matteo Lepore



Caro Matteo, ti conosco poco, personalmente quasi per niente, ma ti ho seguito nel tuo ruolo di assessore, poi nell'ultimo anno, nel tuo percorso di candidato a sindaco di Bologna. Mi è piaciuta la tua campagna elettorale, il modo in cui hai delineato la coalizione di centrosinistra guardando a sinistra, la fermezza con cui hai gestito la fronda del "fuoco amico" lasciando giustamente fuori chi alle primarie si era schierato con la tua avversaria di un altro partito contro di te e dopo rivendicava un posto con te. Bene, ho pensato, sull'etica ci siamo. Mi ha poi  convinto il tuo programma, la volontà che hai dichiarato di voler essere un sindaco di strada, tra la gente, e di voler fare di bologna "la città più progressista d'Europa". Per questi motivi ti ho votato, apprezzando anche la qualità delle candidature, prima, e della giunta a dimensione metropolitana, poi. Non mi è invece piaciuto per niente il modo in cui è stata gestita, non so se da te o dal tuo entourage, la nomina del capo ufficio stampa istituzionale e ti spiego perchè, cominciando col raccontare i fatti.

L'11 ottobre è stata pubblicata nella tua pagina pubblica su Facebook la notizia della nomina del tuo  portavoce, Angelo Leggieri, e del "capo ufficio stampa e comunicazione in Comune e Città Metropolitana", Davide Bergamini. Nelle note curriculari c'era scritto, tra l'altro, che Bergamini "è stato capo ufficio stampa della Provincia nei mandati 2004-2014". Oibò, questa poi! Ho avuto una crisi di identità. Mi sono accertato che i neuroni fossero ancora attivi e ho avuto conferma che dal 2000, per dieci anni, il capo ufficio stampa della Provincia sono stato io. Quindi? Subito ho pensato a un refuso, a un banale errore. Così ho postato un commento nel quale facevo gli auguri di buon lavoro al collega precisando però che fino al 31 dicembre 2009 l'ufficio stampa della Provincia è stato diretto dal sottoscritto. Lo stesso commento l'ho mandato a te con un messaggio whatsapp. Mi aspettavo una risposta, la correzione con chiarimento esaustivo del post. Invece niente. Silenzio. 

Allora mi sono insospettito. Sono andato a cercare su internet il curriculum di Bergamini, che peraltro conosco bene. Ero già capo ufficio stampa da quattro anni, incaricato da Vittorio Prodi, quando lui arrivò, nel 2004. Lo portò la nuova presidente, Beatrice Draghetti, che lo aveva avuto come portavoce alla Caritas. E chiese a me e al dirigente di allora del settore comunicazione, Roberto Olivieri, "di allevarlo". Gli venne affidato l'incarico di addetto stampa con delega a seguire in particolare la presidente. Dopo tre anni il dirigente andò in pensione, al suo posto venne nominato un altro dirigente, Fabrizio Boccola, e a Bergamini, fedelissimo della presidente, venne affidato un compito di coordinamento della comunicazione istituzionale (Urp, sito web, editoria, ecc). A me venne invece rinnovato l'incarico di capo ufficio stampa, quella volta con un contratto triennale dopo una sfilza di contratti semestrali e annuali. Alla fine del 2009, dopo avermi espresso a parole la piena fiducia e soddisfazione per il lavoro fin lì svolto, la presidente non mi rinnovò il contratto e Bergamini prese il mio posto.  

Sono quindi rimasto molto sorpreso di leggere nel suo curriculum, quello in formato word, immodificabile, la seguente dicitura: "Dal 2007 al 2014 responsabile Servizio comunicazione, ufficio stampa e web della Provincia di Bologna". Possibile che un giornalista, che per di più lavora nella pubblica amministrazione, si sia sbagliato a scrivere il curriculum? Ho continuato a cercare e anche sul suo profilo Linkedim c'era scritto "maggio 2007- dicembre 2014, responsabile ufficio stampa e Servizio comunicazione della Provincia di Bologna". Ne ho dedotto che l'errore nel post pubblicato sulla tua pagina Facebook non è stato casuale, ma, evidentemente, una conseguenza del curriculum non corretto di Bergamini. Se sia lo stesso consegnato al Comune per poter ricevere l'incarico non lo so, ma sarebbe bene chiarirlo, e capisci bene perché. Poi, perchè quell'errore sia stato fatto e per quale utilità, non saprei dire. Ma tant'è. E converrai che non è bello. Per questo ho sollecitato nuovamente un chiarimento a te e al tuo staff. Il risultato è stato la modifica del post originario, togliendo il riferimento temporale all'incarico di capo ufficio stampa in Provincia, senza alcuna spiegazione. A posteriori, poi, anche il curriculum su Linkedim è stato modificato, lasciando la dicitura "Responsabile del Servizio Comunicazione" della Provincia e non più dell'Ufficio stampa. Mentre quello in word non si è potuto né modificare né cancellare. Un pasticcio poco onorevole e poco trasparente, piuttosto irritante direi. Considerando, tra l'altro, che Bergamini si è pure candidato alle elezioni per l'Ordine dei giornalisti, che come sai, pur essendo molto impolverato, è l'organismo preposto a vigilare sull'etica e la deontologia professionale dei colleghi.  

Poi una persona che evidentemente ha seguito lo sviluppo della vicenda sulla tua pagina Facebook e che evidentemente ne sa più di me sui trascorsi recenti, mi ha mandato l'articolo che si può leggere qui  https://gazzettadibologna.it/inchieste/citta-metropolitana-di-bologna-quel-concorso-pubblico-vinto-dal-fedelissimo-del-sindaco-merola/ e che penso tu avrai sicuramente letto, uscito alcuni mesi fa soltanto su questo giornale online, la Gazzetta di Bologna. Racconta del concorso da "Specialista dei servizi di comunicazione" della Città Metropolitana che Bergamini ha vinto, guadagnandosi la qualifica e l'assunzione a tempo indeterminato. Un concorso che sembrerebbe cucito su misura, con una commissione giudicante composta, tra l'altro, dal dirigente del settore, quel Boccola di prima, e da una sottoposta del vincitore all'ufficio stampa. Lo stesso giornale mi ha poi chiesto chiarimenti su come era la situazione e su come funzionava la comunicazione in Provincia e ha scritto un altro articolo sul "giallo" del post e del curriculum, che si può leggere qui  https://gazzettadibologna.it/inchieste/dalla-caritas-alla-politica-si-svela-un-altro-altarino-sul-capo-ufficio-stampa-di-lepore/ e che immagino avrai sicuramente visto. Gli altri giornali storici della città, al corrente della notizia, sicuramente scomoda ma pur sempre una notizia, hanno deciso di non scrivere niente. Risposte dal Comune non ne sono arrivate. Mi risulta soltanto che nella conferenza stampa sulla nomina della giunta, alla domanda del collega della Gazzetta di Bologna, tu abbia risposto "l'importanrte è correggere gli errori". No, caro sindaco, bisogna anche spiegare. Soprattutto quando si tratta di nomine pubbliche.    

Nel frattempo Strisciarossa, il sito e giornale online curato da alcuni ex giornalisti de l'Unità, su cui ogni tanto scrivo qualcosa, mi aveva chiesto se potevo farti un'intervista politica a tutto campo dopo la tua elezione. Te l'ho chiesta, mi hai detto di concordare col tuo portavoce un appuntamento telefonico a breve, ma dopo l'uscita dell'articolo della Gazzetta di Bologna l'intervista, guarda caso, è prima ripetutamente slittata per poi giungere alla richiesta ultima di ricevere domande scritte a cui rispondere, forse, la prossima settimana. Lo so, è un problema piccolo piccolo rispetto alle grandi questioni che ti aspettano per fare di Bologna la città che hai detto di voler fare. Ma è una vicenda che sa di mezzucci, opacità, perfino di ritorsioni per chi solleva questioni scomode. Siccome il buongoverno, e non solo il diavolo, spesso si nasconde nei dettagli, mi aspetto da te un chiarimento, parole chiare ed esaustive su questa piccola storia triste. Confidando che pure sull'etica e la trasparenza non mi deluderai,.   








Nessun commento:

Posta un commento