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giovedì 11 aprile 2019

Sul Titano a raccontare per "L'Italia del Giro" quando San Marino era comunista e per rovesciare il "governo dei rossi" gli Usa e la Dc organizzarono un colpo di Stato


L'intervista con Edoardo Camurri per "Viaggio nell'Italia del Giro", andata in onda domenica 19 maggio su Rai 2 e Rai Storia


Sei anni fa, il 12 aprile 2013, presentai al Teatro Titano di San Marino, con Sergio Zavoli, "Gli intrighi di una Repubblica"(Pendragon editore), il libro che racconta di quando, nel primo dopoguerra, la Repubblica più antica del mondo era diventata l'avamposto del comunismo in Occidente e uno dei simboli della Guerra Fredda. E per porre fine al governo dei "rossi" fu addirittura ordito un colpo di Stato con la regia della Casa Bianca e dall'allora giovane vice presidente Richard Nixon.

Sembra incredibile dirlo oggi, ma andò proprio così. Le sinistre unite continuavano a vincere tutte le elezioni, anche dopo il 1948. La Dc di Fanfani, Scelba e Bigi a San Marino - nonostante il governo italiano facesse di tutto per strangolare economicamente quello dei rossi sammarinesi - non riusciva a scalzare i social-comunisti. Gli Stati Uniti premevano per far finire quell'anomalia impedendo tra l'altro il pagamento a San Marino dei danni di guerra provocati da un bombardamento degli Inglesi.

Dall'altra parte, coi social-comunisti sammarinesi si schierarono figure simbolo del socialismo come Ho Chi Minh, Zagladin, Togliatti, Nenni, Calamandrei, mentre il segretario del Partito comunista sammarinese Giacomoni, gran combattente ma quasi analfabeta, veniva accolto come una star e invitato a parlare alla tribuna dei principali congressi del Comintern. 

La piccola Repubblica, per finanziarsi e sopravvivere all'embargo Occidentale, arrivò ad aprire nel 1948 un Casinò che ebbe un enorme successo (arrivavano con i pullman dalla Riviera), tanto che Scelba - sollecitato dal Vaticano - ordinò il blocco dei confini mandando per due anni polizia e carabinieri a presidiarlo, finché il governo sammarinese fu costretto a chiudere la casa da gioco. 

Alle elezioni del 1955 pareva che la vittoria dei democristiani sui socialcomunisti fosse a portata di mano, e per agevolarla la Dc e gli Usa spinsero un imprenditore sammarinese emigrato in America - Giovanni Michelotti, personaggio straordinario che per ben 25 anni sarebbe poi stato i deus ex machina e vice di Torriani del Giro d'Italia - a organizzare il rimpatrio dei suoi connazionali per votare Dc. Michelotti lo fece, riempì un charter, ma alle elezioni rivinsero i rossi e a quel punto nessuno pagava più il viaggio di ritorno agli emigrati, che furono costretti ad attendere il volo per un paio di mesi, ospiti in una residenza del Vaticano a Roma.   
  
Così per riuscire a rovesciare il governo legittimo del Titano fu infine organizzato - tra agosto e ottobre del 1957 - un vero e proprio colpo di Stato, pianificato all'ambasciata americana di Firenze con la regia della Cia e dell'allora vice presidente Nixon. Vennero corrotti e convinti a passare dall'altra parte alcuni socialisti: quello decisivo fu tal "Piciulà", che portò la minoranza a diventare maggioranza e fu poi ricompensato con la proprietà della casa statale dove prima abitava in affitto e un lavoro da cantoniere. 

Nella notte del 31 settembre 1957 a Rovereta, al confine tra San Marino e Italia, venne insediato un governo fantoccio che Italia, Stati Uniti e altri paesi Occidentali si affrettarono a riconoscere, con il governo italiano che mandò i blindati dell'esercito a presidiarlo, la polizia e i carabinieri a bloccare nuovamente i confini della piccola Repubblica, fino alla resa dei "rossi", a metà ottobre.

La presentazione del libro a San Marino andò molto bene, così come quella organizzata in precedenza a Rimini, sempre con Sergio Zavoli come ospite d'onore e autore della prefazione (a lui sono molto grato per l'aiuto che mi ha dato a ricostruire quella storia). E anche il libro è andato bene. Tuttavia, mi sarei aspettato che su una vicenda al limite dell'assurdo come quella, perlopiù semisconosciuta in Italia, qualcun altro ci lavorasse sopra, rilanciasse la storia, chessò, che un regista decidesse di farci un film o almeno un docufilm. Invece non è successo. 

In compenso nei giorni scorsi mi ha cercato Edoardo Camurri - giovane e brillante giornalista, scrittore, conduttore televisivo e radiofonico Rai - e mi ha invitato a raccontare un po' di quella storia per la trasmissione di Rai 3 "Viaggio nell'Italia del Giro", in occasione della tappa del Giro Rosa che arriverà sul monte Titano. Questa mattina (giovedì 11 aprile) sono andato a girare l'intervista nella Prima Torre di San Marino, la "Rocca Guaita" dove nel medioevo si rifugiava il popolo durante gli assedi. L'intervista andrà in onda il 19 maggio, giorno della tappa sammarinese. Camurri mi ha detto che alla fine dell'intervista potevo anche esprimere un desiderio davanti alla telecamera: l'ho espresso. Chissà che ora a qualcuno non venga in mente di girarlo quel film su quella storia incredibilmente fantastica. Non si sa mai. 

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