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lunedì 1 marzo 2021

Pensioni, quella volta che io e Daniela con l'aiuto di alcuni bravi e volenterosi parlamentare portammo a casa la legge sul cumulo gratuito dei contributi


Facebook mi ripropone oggi, 1 marzo, questa foto di cinque anni fa. Assieme a me si vedono la collega Daniela Binello e i parlamentari Maria Luisa Gnecchi e Giorgio Pagliari. E' la conferenza stampa che tenemmo alla Camera dei deputati sul cumulo gratuito dei contributi pensionistici. Ed è una storia piuttosto curiosa, a suo modo fiabesca, che vi riassumo.
 
Fino al 2016 non era possibile cumulare gratuitamente i contributi previdenziali versati alle diverse gestioni pensionistiche. Chi aveva fatto esperienze di lavoro diverse e versato a diverse Casse, per poter andare in quiescenza doveva ricongiungere in modo oneroso quei periodi assicurativi portandoli nella gestione a cui si rivolgeva per avere la pensione. E questo valeva anche per chi aveva fatto lo stesso mestiere tutta la vita, ma in parte da dipendente e in parte da autonomo. Chi faceva il giornalista, ad esempio, e aveva una parte di contributi versati alla gestione principale riservata ai dipendenti (INPGI) e una parte a quella separata dei collaboratori (INPGI2), per poter chiedere la pensione doveva ricongiungere i contributi INPGI2 in INPGI pagando una vagonata di soldi, come è successo a me.

Visto che né i sindacati né la politica sembravano molto interessati a cambiare lo staus quo, io e Daniela ci mettemmo in testa di tentare un'iniziativa per provare a cambiare quella norma che penalizzava enormemente chi viveva una vita lavorativa precaria come la nostra e di gran parte dei giovani costretti dalla "modernità" ad accettare forme contrattuali sempre meno tutelate (co.co.co., partite Iva). Riuscimmo a coinvolgere alcuni parlamentari (la deputata Gnecchi oggi vice presidente dell'Inps, il senatore Pagliari, la portavoce di Prodi e fresca ex sottosegretario alla Sanità, Sandra Zampa, l'ex ministro Cesare Damiano allora presidente della Commissione lavoro), la Federazione nazionale della stampa (il presidente Giuseppe Giulietti) e organizzammo la conferenza stampa alla Camera.
 
Sembrava un'impresa disperata. Ma Maria Luisa Gnecchi fu bravissima e riuscì a fare approvare in Commissione lavoro un emendamento alla legge di Bilancio 2017 per consentire il cumulo gratuito dei contributi. Alla Camera l'emendamento passò. Ma c'erano forti resistenze di una parte delle forze politiche e degli stessi Istituti di previdenza, che provarono a fermare tutto e a far cadere l'emendamento al Senato.
 
Ma a dicembre accadde l'imponderabile. Venne bocciato il referendum sulla modifica della Costituzione, ci fu la crisi di governo, Renzi si dimise, gli subentrò Gentiloni, la discussione sulla Finanziaria andò lunga, al Senato arrivò all'ultimo, con la fiducia, senza possibilità di discutere gli emendamenti. Così l'emendamento Gnecchi divenne legge dello Stato. Anche se poi, nella successiva applicazione, ci sono stati problemi. Il cumulo è rimasto ma si è dovuto, diciamo così, adeguare alla legge Fornero, per cui è possibile solo se si raggiungono i requisiti di anzianità o vecchiaia previsti da quella legge.
 
Morale. Il percorso delle leggi in questo paese a volte è ben strano, spesso legato a fatti contingenti, in questo caso anche a una botta di culo. Così può pure succedere che due precari qualunque riescano a trovare la strada per promuoverne una. Vuol dire che nelle mie memorie potrò scrivere di aver contribuito, nel mio piccolo, a fare approvare quella sul cumulo. Sembra una favola, ma è andata così.

Qui i link agli articoli sul blog di quel periodo:

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