Post più popolari

lunedì 27 aprile 2020

Se io fossi Conte. "Cari italiani, adesso vi racconto la verità. Poi, per quella roba lì, ve la lascio fare, ma con giudizio"

Siccome siamo tutti allenatori della nazionale e presidenti del consiglio, ecco il discorso che avrei fatto al posto di Conte (si scherza eh!) 



Care italiane, cari italiani, siamo stati investiti da una pestilenza terribile, il virus ha già causato più di 26mila morti, ora comincia ad andare un po' meglio ma l'incendio non è domato. Sono consapevole dei sacrifici che vi abbiamo chiesto, di cosa significhi fermare il Paese, delle conseguenze che questo blocco comporta e comporterà sul piano economico e sociale.

Sono consapevole altresì di cosa significhi stare chiusi in casa da ormai due mesi, rinunciare alle relazioni, alla vita sociale, alle nostre abitudini quotidiane, soprattutto per i nostri bambini e per i nostri vecchi. Finora, salvo pochissime eccezioni, siete stati bravissimi, quasi esemplari nel rispettare le regole. Lasciate che ve lo dica, avete dimostrato un senso civico e una responsabilità su cui nessuno avrebbe scommesso un cent, nemmeno io. Alla faccia degli inglesi.

Vorrei con tutto il cuore potervi dire che per il 4 maggio siamo pronti a riaprire l'Italia, ma non è possibile. Non ce lo possiamo permettere. Sarebbe troppo pericoloso. Una decisione irresponsabile. Dovremo riaprire con gradualità e prudenza, verificando di volta in volta gli effetti e i risultati. Solo così potremo liberarci tutti, riabbracciarci, tornare alle nostre vite il prima possibile. Più forti e migliori di come siamo stati finora.

Purtroppo scontiamo l'impreparazione iniziale di questo meraviglioso e disgraziato Paese e gli errori commessi soprattutto in Lombardia, cioè nel cuore della pandemia. Lì una manica di debosciati al servizio del capo dell'opposizione ne ha combinato di ogni. A cominciare dalla svendita della sanità pubblica ai privati. Se si fossero chiuse subito le aree a rischio di quella regione, non saremmo a questo punto. Ma la Lombardia - oltre ai Salvini, ai Fontana e ai Sala - è anche il cuore economico e industriale del Paese. Gli interessi in gioco sono tanti, le spinte a tenere aperto sono state fortissime. E il governo - che non so come faccia a stare ancora in piedi con questa maggioranza sgangherata e con me come premier - non ha avuto la forza politica sufficiente per imporre la chiusura.

Scontiamo anche i ritardi, le difficoltà e le contraddizioni del nostro Sistema Paese. Sappiamo sempre cosa dovremmo fare ma non riusciamo mai a farlo. Abbiamo una marea di superesperti che ci indicano le strategie e le linee guida, ma non abbiamo l'organizzazione e i mezzi per poterle attuare in modo rapido e concreto. Sapevamo, ad esempio, che per mappare, contenere e isolare il virus sarebbe stato necessario fare da subito tantissimi tamponi, ma non avevamo i tamponi e i reagenti. Sapevamo che la prima regola in questi casi è la protezione del personale sanitario, degli ospedali e delle case di riposo, ma non avevamo le protezioni necessarie per medici e infermieri, reparti Covid dedicati, posti letto e respiratori sufficienti nelle terapie intensive, privati che gestiscano gli ospizi pensando alla tutela degli anziani e non al loro business. Pensate che ci abbiamo messo due mesi solo per procurarci un numero decente di banali mascherine. Ma tant'è.

Oggi posso dirvi che questi ritardi li stiamo colmando. Ma ci serve ancora un po' di tempo per riuscire a fare quello che avremmo voluto e dovuto fare fin dall'inizio. Gli ospedali sono ormai in sicurezza. Il personale sanitario ora è protetto e monitorato. I tamponi, i reagenti e le mascherine ora le abbiamo. Gli studi dell'Istituto superiore di sanità ci dicono che ora la gran parte dei contagi avviene in ambito familiare e nelle case di riposo. Abbiamo preparato dei piani precisi di intervento per andare a rintracciare il virus in quelle strutture, per combatterlo casa per casa, condominio per condominio, prima che chi torna al lavoro lo porti nuovamente in giro. Ma ci vogliono ancora due o tre settimane per metterlo in pratica.

Per tutte queste ragioni abbiamo deciso queste misure. In Lombardia, Piemonte e Liguria resterà il fermo delle attività produttive per altre due settimane. In questo lasso di tempo daremo a quelle regioni tutto il personale, le tecnologie e le risorse che servono per attuare gli screening e isolare l'infezione. Se troveremo ancora resistenze e ostilità da parte dei vari Fontana e Salviniboys, commissarieremo i governatori. In tutte le altre regioni dal 4 maggio riapriremo gradualmente le attività produttive. Ma solo quelle che - con i fondi e le linee guida che abbiamo loro assegnato - avranno messo in atto misure di distanziamento e sicurezza adeguati per i lavoratori. Intanto stiamo lavorando affinché, dal 4 maggio, ci si possa spostare col trasporto pubblico in sicurezza, con modalità e mezzi adeguati a questa emergenza.

Per quanto riguarda le restrizioni alle libertà personali di tutti noi come privati cittadini, come governo abbiamo deciso di puntare sulla vostra responsabilità e sul vostro senso civico. Noi cercheremo di aiutarvi, attraverso le indicazioni degli esperti, ad avere comportamenti corretti. Voi ci dovete mettere del vostro. Permarrà il distanziamento sociale e il divieto di assembramento. Ci sarà l'obbligo delle mascherine nei luoghi chiusi. Ma dal 4 maggio si potrà ricominciare a uscire di casa, per brevi periodi, anche per far stare meglio i nostri bambini e per far respirare i nostri vecchi. Si potrà andare a camminare o a fare attività sportiva in solitaria o in pochi e distanziati, dove volete. Si potrà andare a trovare i parenti, gli amici più cari, invitare a pranzo o a cena i vostri fidanzati o amanti, ricominciare finalmente a copulare che non se ne può più di fare senza. Con giudizio e senza autocertificazione. Un abbraccio a tutti. Vi voglio bene. Se abbiamo culo ce la possiamo fare. Io speriamo che me la cavo.

Giuseppe Conte

Nessun commento:

Posta un commento