Grazie Brisighella. Grazie amici e compagni. Grazie a voi famigliari dei protagonisti che siete venuti commossi e felici di vedere raccontata in un libro questa bella storia, la vostra storia. Grazie a Vasco Errani che ha fatto un intervento di alto spessore sull'etica, la passione, il disinteresse personale in favore del bene comune che caratterizzavano i personaggi raccontati in questo libro e che la politica di oggi e dei partiti personali sembrano avere dimenticato. Grazie soprattutto a Viscardo Baldi, che da dieci anni coltivava questo "sogno" e che assieme a me ha realizzato il progetto di questo libro che, senza di lui, non sarebbe mai stato pubblicato.
C'era tanta gente ieri, sabato 16 settembre, nella Casa del popolo di Brisighella, alla presentazione de "I comunisti nella terra dei preti". C'erano i compagni e le compagne del Pci di Brisighella ancora viventi raccontati nel libro e testimoni diretti di questa storia, i famigliari commossi di chi non c'è più, che in qualche caso si sono portati figli e nipoti "perché è giusto che sappiano", diversi "comunisti" venuti dal faentino e anche da Ravenna, un ex sindaco democristiano e altri avversari (avversari, non nemici) politici del tempo, tanti semplici cittadini curiosi di riscoprire un pezzo importante, 70 anni di storia della loro comunità.
Brisighella mi vuole bene. E mi porta fortuna. Io cerco di ricambiare restituendo a quella comunità un po' della sua memoria del secolo scorso, raccontando le storie spesso dimenticate di tanti suoi concittadini che hanno dato l'anima e a volte anche la vita per il bene comune, ricostruendo alcune delle tragedie del fascismo e della guerra, le passioni ideali e le vicende umane e politiche che hanno contraddistinto drammaticamente il Novecento.
Per la presentazione del mio primo libro, "Arriverà quel giorno", sulle storie e le lettere dei soldati brisighellesi dal fronte e dai campi di prigionia, nel 2000 si riempì il bellissimo teatro comunale, oggi purtroppo chiuso. Consegnammo a decine di famiglie le copie di quelle lettere sconosciute dei loro cari, rintracciate negli archivi del Comune, e fu per tutti una grandissima emozione. Conservo gelosamente e con orgoglio la lettera con cui il sindaco di allora, Cesarino Sangiorni, mi esprimeva la gratitudine della comunità per averle restituito quel pezzo di storia e memoria.
Cinque anni fa, nel 2012, presentai invece il libro "Gli intrighi di una Repubblica", su San Marino e sulle vicende che portarono, nel 1957, l'Amministrazione americana - incredibile ma vero -, il governo italiano guidato da Adone Zoli e la Dc di Amintore Fanfani a organizzare un colpo di Stato per rovesciare il legittimo governo social-comunista del Titano, che nonostante la sconfitta del Fronte popolare del 18 aprile 1948 e i continui boicottaggi dell'Italia democristiana continuava imperterrito a vincere tutte le elezioni. Gli americani non tolleravano quell'avamposto comunista nell'Occidente "democratico", così, non riuscendo a far cadere i "rossi" con le armi della democrazia (le elezioni), convinsero la Dc a porre fine a quella "anomalia" ricorrendo alla corruzione e alla forza: i democristiani "comprarono" un consigliere avversario per conquistare la maggioranza nel Consiglio grande, insediarono un governo fantoccio sul confine tra Italia e San Marino, Scelba mandò i blindati a presidiarlo e l'ambasciatore Usa in Italia si precipitò a riconoscerlo come governo legittimo. Una vicenda che vide protagonista anche un brisighellese, Sesto Liverani, il comandante partigiano "Palì", primo sindaco comunista di Brisighella, chiamato per la sua fama di "uomo d'azione" a dirigere la Gendarmeria di San Marino per difendere - inutilmente - la piccola Repubblica dagli "assalti" dell'opposizione democristiana sostenuta dall'Italia e dagli Usa. A presentare il libro venne Sergio Zavoli, che mi aveva aiutato a ricostruire quella vicenda e aveva firmato la prefazione al libro, e anche in quell'occasione la sala si riempì.
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