Tre, quattro cose che mi hanno colpito in questi ultimi giorni:
1 - L'umiliazione della Grecia. La "cattiveria" di Germania, Francia e dei potentati economico-finanziari di fronte alla drammatica situazione del popolo greco. Se quella è la via per uscire dalla crisi e fare L'Europa politica, dio ce ne scampi. Se per tornare a crescere i poveri devono diventare più poveri e ci devono essere meno diritti e stato sociale per tutti, forse è meglio non crescere più, dare la priorità ad altro. Se per stare nell'Euro bisogna essere sudditi della Germania e della Bce, non si capisce più qual è il vantaggio della moneta unica e dov'è la sovranità dei Paesi aderenti. Che progresso economico e civile è mai, questo? Cercasi disperatamente nuova idea di sviluppo e di Europa.
2 - Lo sfascio della politica e la strenua resistenza della Casta:
la pantomima indecente di chi ci ha portato sull'orlo dell'abisso, con l'opposizione senza vergogna della Lega, le ipocrisie del Pdl, i tentativi di Berlusconi di dominare ancora il gioco;
la Casta che non demorde e con i voti della vecchia maggioranza prima impedisce l'arresto del senatore ex Pd Tedesco dal carcere, poi salva il doppio incarico di 8 parlamentari Pdl, Lega e Udc che sono anche presidenti di Provincia;
la figura indegna di Alemanno a Roma, con la Capitale paralizzata per una nevicatina, con i Tg che corrono in soccorso all'uno e all'altra ma vengono svergognati dalle immagini e dai commenti della gente di Romagna, di Urbino o l'Aquila: cioè da chi di neve ne ha 2-3 metri, se la spala, si rimbocca le maniche, organizza il vivere civile e la solidarietà e non si lamenta.
3 - Il partito che non cè. Il Pd riesce a perdere le "sue" primarie anche a Genova, dopo Puglia, Milano, Cagliari, mentre politicamente continua a essere nè carne nè pesce nel Paese, nonostante la buona volontà e la serietà di Bersani. In una fase dove partiti e politica sono sputtanati, e dove non è più chiara nemmeno la differenza tra destra e sinistra, gli elettori, giustamente, guardano sempre più alla qualità e presentabilità delle persone. Ciò nonostante, la scelta dei candidati democratici lascia a desiderare. Ma c'è un'altra questione che emerge dalle primarie: la conferma che una larga parte dell'elettorato democratico, soprattutto ex Pci, vorrebbe un partito più ancorato a sinistra. Bersani forse l'ha capito, il Pd no: resta paralizzato dalle logiche degli opposti ex (ex Pci, Pds, Ds; ex Dc, Ppi, Margherita). Tanto che alle primarie del centrosinistra a Palermo, ad esempio, Matteo Renzi non sostiene Rita Borsellino, limpido simbolo della lotta alla mafia, ma appoggia tal Faraone, amico di Giorgio Gori e simbolo di Canale 5. Confesso che a me questi rottamatori hanno già molto rottamato i cabasisi. E comincio a pensare seriamente che con questa classe dirigente qua, il Pd non ha futuro.
4 - Il doppio dramma lavoro e giovani. Quella sull'articolo 18 è diventata una battaglia tutta ideologica: non passa certo da lì la ripresa economica e la competitività delle imprese. Detto questo, se ai giovani e ai precari (ormai sinonimo) destinati 8 volte su 10 a essere lasciati a casa a fine contratto si garantisse la stabilizzazione del rapporto di lavoro in cambio della sospensione per tre anni all'art 18, a me sembrerebbe un buon affare per loro e un buon risultato sindacale.
La trattativa governo-parti sociali sulla riforma del mercato del lavoro è partita e per la prima volta si è parlato di come dare lavoro e tutele a giovani e precari senza mettere questo in contrapposizione con i presunti "privilegi" dei vecchi, della minoranza di assunti "protetta" dall'art 18.
A me è sembrato un buon inizio. Ma ora diffido della Fornero, che si è impuntata anche sulle sacrosante deroghe per i 70mila e passa lavoratori che hanno accettato il licenziamento in cambio dello scivolo pensionistico e che ora si ritrovano senza lavoro e senza pensione. Che fregatura ci ha dato la ministra con quel suo pianto. La "sua" riforma pensionistica, almeno sul capitolo anzianità, resta iniqua, direi anche disumana.
5 - Infine due notizie positive.
La prima: mi dispiace per gli sportivi autentici, ma a me Monti che dice no alla candidatura di Roma per le Olimpiadi 2020 "perchè ora non ce lo possiamo permettere", è piaciuto. La sobrietà sarà pure noiosa e un pò triste, ma è sempre meglio delle Cricche e dell'Italia da bere.
La seconda: l'emendamento annunciato dal Governo per fare pagare alla Chiesa l'Imu sugli edifici commerciali e profit: alberghi, ospedali, scuole. Se poi lo stesso principio cominciasse a valere anche per le banche e le assicurazioni, potremmo perfino pensare che non siamo come la Grecia...
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