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venerdì 16 novembre 2012

I militanti danno fiducia a Salsi e Favia, Grillo gliela ritoglie. Intanto volano insulti alla grillina ribelle e ai giornalisti


Di seguito i tre articoli (tre) sulla disfida tra i grillini ortodossi e quelli ribelli, con tanto di scomunica di Grillo alla Salsi, insulti ai giornalisti, insulti in rete e in un nuovo fuorionda alla medesima Salsi e a Favia, pubblicati oggi, venerdì 16 novembre, su l'Unità.

GRILLO SULLE ASSEMBLEE: "NON BASTANO QUATTRO GATTI
E L'APPLAUSOMETRO PER ASSOLVERE FAVIA E SALSI"


È durata lo spazio di una notte l’«assoluzione» del Movimento 5 Stelle alla consigliera comunale, Federica Salsi, scomunicata da Beppe Grillo per la sua partecipazione a Ballarò con l’ormai famosa frase maschilista «i talk show sono il vostro punto G». L’assemblea dell’altra sera al circolo Mazzini aveva zittito con i fischi i critici e premiato con un lungo applauso l’autodifesa dell’eletta. Ma ieri mattina ci ha pensato l’ex comico genovese a rimettere le cose a posto (si fa per dire) con un post nel suo blog intitolato «l’applausometro dei giornalisti». Scrive Grillo: «I giornalisti insistono con la fiducia a questo o a quell'altro esponente del M5S data con l'applausometro o con il voto per alzata di mano di poche decine di persone la cui iscrizione al M5S non viene certificata formalmente. I ragazzi del M5S da sempre si riuniscono per discutere con i loro portavoce, ma la fiducia va gestita in modo formale. Non siamo all'asilo Mariuccia, cari pennivendoli». 

L’insulto ai giornalisti è ormai parte dell’armamentario “grillesco” e fa il paio con le grida «vergogna-vergogna» che i militanti hanno rivolto mercoledì agli incolpevoli colleghi che erano lì, alle 11 della sera, per fare il loro lavoro e raccontare non la sfida tra Obama e Romney ma quella tra Salsi e Bugani, non lo scontro clou tra i «supereroi» delle primarie del centrosinistra ma una assemblea comunale dei grillini. E meno male che ieri Massimo Bugani, il capogruppo e primo ispiratore di quelle accuse ai giornalisti, ha sentito il dovere di correggere il tiro: «Mi dispiace se alcuni bravi giornalisti presenti in sala si sono sentiti colpiti direttamente dal mio sfogo, avrei dovuto fare dei "distinguo" che effettivamente non ho fatto». 

Distinguo che invece fa Grillo, ma con i suoi consiglieri “ribelli”: Salsi, ma anche il regionale Giovanni Favia, il primo scomunicato per le partecipazioni televisive, che sempre mercoledì sera, ma a Ferrara, aveva incassato la seconda fiducia dei grillini emiliano-romagnoli dopo quella di Piacenza. Ripete e puntualizza Grillo: «R come Remissione del mandato: il consigliere, il sindaco o il parlamentare non ha alcun obbligo di rimettere il mandato periodicamente (ad esempio ogni sei mesi). Nel caso questo avvenisse deve essere preceduto da un'informazione pubblica e dettagliata del suo operato sul portale del M5S con una votazione estesa a tutti gli iscritti del Comune e della Regione di riferimento, o dell'intero corpo elettorale in caso del Parlamento». Come dire, non si illudano Salsi, Favia, tutti coloro a cui Grillo ha tolto la fiducia. Non saranno “quattro gatti” locali a ridargliela, ma la Rete, gestita da lui medesimo con Casaleggio. E non si nascondano più dietro quelle remissioni del mandato “alla buona”: se si faranno, sarà sempre lui a fissare le regole. 

I commenti al post sono per la gran parte di aperto sostegno a Grillo e feroci con i “ribelli”. Ma Salsi cerca di sottrarsi alla sfida sulla fiducia: «All’assemblea c'erano liberi cittadini, apprezzo il fatto che siano venuti e abbiano espresso la loro opinione». E Favia nemmeno cita l’assemblea di Ferrara. Però di quella di Bologna scrive: «Clima molto migliorato tra i consiglieri. Sono contento. Speriamo possano recuperare del tutto». Bugani invece divaga citando una canzone di Vasco: «Eh... già, io sono ancora qua». Come dire che lui non si sente sfiduciato. 

Ma anche la tregua tra Bugani e Salsi, tra i fedelissimi di Grillo e i dissidenti che invocano democrazia e trasparenza nel movimento, dura poche ore. A mandare tutto in frantumi è un altro fuorionda, questa volta dei sostenitori di Grillo e Bugani, registrato dal TgCom fuori dall’assemblea di mercoledì sera e trasmesso ieri pomeriggio. Poche frasi, nemmeno complete, ma che la dicono lunga su cosa pensano gli “ortodossi” della vicenda: «Domani l'articolo è: “Grillo è una testa di c..”, perchè sono tutti contro di lui», dice un militante preoccupato. Un altro risponde: «Qualcuno era contro Federica? Solo uno. E gli è stato dato del demente». Ma è sulla Salsi che infieriscono: «Avevano detto che non si doveva fare gossip. Il mestiere della Fede non è mica andare in televisione, è fare qualcos'altro», dice una militante. E un’altra aggiunge: «Puttana era e puttana resta». L’interessata ringrazia per i «complimenti», si preoccupa che i suoi figli a casa malati non abbiano guardato TgCom e commenta: «I critici avevano l'occasione per dirmi in faccia quello che pensavano e non l'hanno saputa cogliere».

SALSI: "NON SIAMO UNA CASERMA, SE CONTINUA COSI'
PRESTO DOVREMO METTERE IL BURQA"

«L'assemblea ha restituito un po’ di umanità ad una situazione molto difficile e tesa. Mi sento stanca ma bene». Così ieri mattina Federica Salsi commentava, come al solito con la rivista on line Affaritaliani.it dell’amico Antonio Amorosi, l'esito dell'incontro di mercoledì sera al quartiere Mazzini. Una riunione che le aveva restituito un po’ di serenità, dopo le violente polemiche seguite alla sua partecipazione a Ballarò. Ma la serenità è durata poco. Prima il post di Grillo che scrive «ma quale assoluzione e fiducia...». Poi il fuorionda con i sostenitori di Grillo e Bugani che fuori dall’assemblea la insultano pesantemente con quel «puttana era e puttana rimane» trasmesso nel pomeriggio da TgCom. E lei che commenta amareggiata: «Ho visto i “complimenti”. Voglio essere lasciata in pace. Ho due bambini a casa malati, spero abbiano la tv spenta».

La bufera, dunque, non è passata. A caldo, mercoledì sera, dopo l’applauso liberatorio, aveva commentato: «L’ho visto come l’apprezzamento per il mio lavoro da parte di liberi cittadini che sono venuti a esprimere la loro opinione». E sulle divisioni con Bugani e Piazza: «Il movimento è uno e spero che vada avanti unito. Ritengo sia doveroso avere un confronto anche su opinioni diverse». Poi aveva aggiunto: «Certo, in questi giorni ne ho sentite tante, ma non sono la ribelle che è andata in tv e ha fatto infuriare Grillo, come hanno detto. Ma quale ribelle! Sono una persona. Sto solo esprimendo il mio punto di vista». 

E ieri, a chi continuava ad accusarla in rete di essere responsabile di quanto è accaduto perchè è andata a Ballarò, replica: «Sarebbe come dire “mette la minigonna, è per questo che l'hanno stuprata, è colpa sua”. Non condivido questo modo di ragionare. Di questo passo andremo in giro con il burqa. Il Movimento non è una caserma e non condivido la possibilità che l'ambiente Grillo finisca in questo modo». Il fatto è, ragiona Salsi, che «le persone del Movimento non sono pronte ad affrontare un livello di tensione di questa natura. Stiamo crescendo molto in fretta e si fa fatica a stare al passo con questo sviluppo». Del padre-padrone del M5s, invece, dice: «Prediligo l'aspetto più umano dell'impegno di Grillo. Posso dire solo questo. Siamo in cortocircuito. In queste settimane se anche solo scrivevo sul web che c'era il consiglio comunale, mi cadevano addosso valanghe di insulti». 

Poi un invito alla stampa: «Sono stanca di vedermi i giornalisti comparire come nanetti di Biancaneve nel giardino di casa. Vorrei tornare alla mia vita di prima. Capisco che dovete fare il vostro lavoro ma capite anche il mio stato d'animo». E infine una quasi difesa dei colleghi presi di mira dai militanti al grido di «vergogna-vergogna», mercoledì sera. A chi le chiede se condivide quell’atteggiamento e quelle accuse, dice sorridendo: «Mi avvalgo della facoltà di non rispondere».

INTANTO VA IN SCENA LO SQUADRISMO DEL WEB
DA PARTE DEI FEDELISSIMI DELL'EX COMICO


Se il termometro è la Rete, per i «ribelli» Tavolazzi, Favia, Salsi & co. le speranze di portare a casa fiducia e riconferma nel M5s sono prossime allo zero. «Cari pennivendoli, non siamo all’asilo Mariuccia.. La fiducia non si dà con l'applausometro», tuona Grillo nel suo blog. E giù un diluvio di commenti favorevoli, spesso con un linguaggio da Curva Sud o, come dice Bersani, da «squadristi del web». Scrive Vox Populi nel suo commento che è tra i più votati: Salsi confermata a Bologna: sti cazzi!!! Rappresenta voi bolognesi, non il movimento. Se fosse stato chiesto a tutti i 5 Stelle, fidatevi che Salsi starebbe a casa sua. Idem Favia. In Parlamento non vogliamo personaggi del genere». 

Tenta la replica Aramis: «La riconferma si chiede a chi li ha votati, non a tutti i 5Stelle d’Italia che con il territorio non centrano nulla. I bolognesi hanno fatto la loro libera scelta. E va rispettata». Ma è un controcanto piuttosto isolato. Mentre Vox Populi insiste: «Queste prese di posizione della serie faccio il cazzo che mi pare perchè secondo me è giusto, non devono esistere. Ci devono essere clausole che obblighino i “ribelli” a lasciare il movimento. Regole che devono essere il vangelo per gli eletti. Altrimenti fuori dalle balle». Sembra la Lega dei tempi d’oro. E Paolo: «Ah non vale che mi porto gli amichetti e mi votano. Nooooo.. Ma che cazzo!». E Mauro: «Beppe vai avanti! Purtroppo la notorietà di chi non l'ha mai avuta può dare alla testa». 

Però qualcuno che contesta il guru c’è. Commenta ironico Alessandro: «Noto con piacere che anche tu, caro Beppe, ti informi direttamente dai giornali su quanto accade all'interno del Movimento e non sai nemmeno che mercoledì sera nessun consigliere stava rimettendo il proprio mandato. Invece di leggere i giornali, inizia a partecipare anche tu come tutti gli altri! Scendi dal trono e inizia a partecipare agli incontri. Vieni a Bologna e fatti un'idea di cosa è successo! È stato un bellissimo momento di solidarietà ad una persona che era stata attaccata senza alcuna remora».

Anche per i grillini bolognesi le reazioni girano tutte sulla Rete, soprattutto nei profili Facebook e Twitter degli eletti. A mezzanotte di mercoledì, Nicola posta sul profilo della Salsi: «Federica esce vincitrice dall'assemblea grillina di Bologna. La richiesta di dimissioni respinta tra i fischi». Tanti i mi piace, qualche incoraggiamento alla pace vera. Francesca: «Piazza e Bugani hanno fatto un passetto indietro. Io mi aspetto che lo faccia anche la Salsi». Ma anche altre dure critiche: «La Salsi è la rovina del movimento. È andata avanti, ma molti come me non voteranno piu il movimento». Tutti d’accordo invece quando si tratta di prendersela con i giornalisti. Marco imita Grillo e minaccia: «Pennivendoli che spargono merda col rimborso pubblico. Quando saremo a Roma ci ricorderemo di loro». Ma Giuseppe obbietta: «Diciamo no ai giornalisti, poi quando se ne avvicina uno, loro gongalano come meteroine. Il puzzo comincia a sentirsi, non nel M5S ma in qualche suo portavoce». 

Favia è di gran lunga l’eletto col maggior numero di follower. Ogni suo post ha centinaia di mi piace e commenti. Nei giorni della scomunica di Grillo per il fuorionda a “Piazza Pulita” arrivò oltre quota tremila. Ieri mattina Favia ha incoraggiato la pace tra Bugani, Piazza e Salsi. Ma i commenti non sembrano molto in sintonia col suo appello al «volemose bene». Damiano: «Basta che Salsi chieda scusa e si faccia un esame di coscienza». Mario: «Comunque Salsi ha sbagliato ad andare a Ballarò». Fino al lapidario giudizio di Patrizio: «L’assemblea mi ha fatto capire che siete uguali o peggio degli altri». Immediate le repliche dei “ribelli”. Otello: «Ma vergognatevi: lasciare sola la Salsi come un’appestata. E solo per leccare il culo a Grillo. Ma che uomini siete? E sì che siete emiliani. Sembrate genovesi: legati ai soldi e al padrone». E Ramona: «Bugani e Piazza hanno semplicemente fatto una figura di merda! Chi deve chiedere scusa sono Grillo, Bugani e Piazza. Il primo per la battuta del cavolo sul punto G, gli altri due per squallido teatrino in consiglio».

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