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giovedì 14 giugno 2012

Riforma, formazione, uffici stampa: settimana decisiva a Roma


Dopo la corsa per consegnare all'editore la prima stesura del libro su San Marino e il dopoguerra in Romagna e dopo il primo turno di notte da volontario pro-terremotati al campo di San Matteo della Decima, sono al lavoro per preparare due trasferte impegnative a Roma come consigliere nazionale dell'Ordine dei giornalisti.
 
Il primo appuntamento è per domani, venerdì 15 giugno, alla Federazione della stampa. In programma c'è la riunione congiunta dei gruppi di lavoro sugli uffici stampa dell'Ordine e della Fnsi. E' il primo incontro dopo un lungo periodo da separati in casa, dove gli organismi di rappresentanza dei giornalisti hanno marciato (ma forse sarebbe meglio dire passeggiato) ognuno per conto suo, ciascuno orgoglioso della propria diversità, salvo poi, naturalmente, non arrivare ad alcun risultato apprezzabile. Già è una "mission quasi impossible" portare a casa qualcosa se si è uniti, figurarsi se si è divisi. Per di più con l'aria che tira sul giornalismo e l'editoria, che se non è come quella che investe la politica e i partiti poco ci manca.
 
All'incontro di domani si arriva anche per l'impuntatura del sottoscritto e - soprattutto - del segretario nazionale dell'Ordine, Giancarlo Ghirra. Siamo stati i primi a sollecitare formalmente la ripresa dell'iniziativa unitaria. Io lo feci con una lettera al coordinatore del gruppo uffici stampa dell'Ordine, Caramagna, che venne però stoppato dal presidente Iacopino in guerra con i vertici Fnsi. Seguì un acceso scambio di mail tra me e Iacopino e l'intervento di Ghirra che si schierò apertamente contro lo scontro tra Ordine e Sindacato e a favore della ripresa di iniziativa unitaria. Posizione che ha portato poi all'incontro tra i vertici di Ordine e Fnsi e al rilancio del lavoro comune.
 
Molti i temi che saranno sul tavolo domani: dalla mancata piena applicazione della legge 150 (peraltro destinata ad essere rimessa in discussione e forse superata dalla riforma dell'Ordine) alla definizione del profilo dei giornalisti degli uffici stampa (la trattativa con l'Aran non ha fatto un solo passo avanti), all'applicazione del contratto giornalistico (che oggi avviene solo in poche realtà regionali, a macchia di leopardo); dai concorsi e dalle selezioni dei giornalista per la pubblica amministrazione (sempre più rari, sempre discrezionali, quasi sempre in contrasto con le norme che regolano la nostra professione), alla definizione comune di un "bando virtuoso" per l'accesso, al praticantato d'ufficio per chi già lavora come giornalista negli uffici stampa. Poi vi dirò se saremo riusciti o meno a definire e mettere in campo qualche azione unitaria concreta.
 
La prossima settimana poi, da mercoledì a venerdì, ci sarà il Consiglio nazionale dell'Ordine. Un Consiglio molto importante, che avrà al centro il tema della riforma dell'Ordine e della professione giornalistica. In sostanza, il futuro della nostra categoria con tutte le declinazioni del caso, a cominciare dal diritto del cittadino ad essere informato correttamente e dalla libertà di stampa.  Per i prossimi giorni è prevista anche la convocazione dei vertici dell'Ordine da parte del ministro della Giustizia, Severino, competente sulla riforma. Mentre al Senato è in discussione la legge sull'equo compenso.
 
Collegati strettamente alla riforma ci sono altri temi delicati in discussione, come la formazione continua e l'assicurazione obbligatoria per i giornalisti. Temi su cui in Consiglio e anche all'interno delle sue diverse componenti ci sono parecchie fibrillazioni, per non dire divisioni. E anche in questo caso con l'esigenza di non essere autoreferenziali, ma di aprirsi al contronto con gli Ordini regionali e con gli altri organismi di categoria a cominciare dalla Fnsi. Si confida in uno scatto di buona progettualità, capacità di guardare ai profondi mutamenti avvenuti e al futuro della professione. Ma ho qualche dubbio che sia una speranza davvero fondata. Sperem.

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