Post più popolari

venerdì 13 dicembre 2013

Continua il crollo delle vendite dei giornali di carta compensato solo in parte dagli abbonamenti on line. Perse in vent'anni il 50% delle copie.

Sembra senza fine il crollo delle vendite dei giornali di carta. Gli ultimi dati di ottobre certificati e diffusi dall’Ads, l’Associazione distruzione e stampa degli editori e pubblicitari, confermano che la gran parte dei quotidiani e dei settimanali è ancora in caduta libera, anche se la costante crescita delle vendite nei formati digitali compensa in parte la perdita di copie, soprattutto nei principali media. Ed è solo grazie all’aumento della diffusione digitale che, nei primi nove mesi dell’anno, il numero di copie complessive dichiarate dagli editori (cartacee più on line) è rimasto sostanzialmente invariato.

Il messaggio che arriva è inequivocabile: cari editori svegliatevi, se non volete farvi ammazzare dal web e chiudere bottega dovete ripensare le strategie e gli investimenti. Soprattutto, dovete fare il vostro mestiere, non altro: rilanciare la qualità e peculiarità dell’informazione sui giornali stampati rispetto al mare magnum delle notizie in Rete; diversificare l’offerta informativa cartacea e digitale; tornare a investire sulla formazione dei giornalisti e sull’autorevolezza delle firme; rilanciare il giornalismo d’inchiesta e gli approfondimenti. Tutto questo per riconquistare il solo, vero valore aggiunto dei giornali: la loro credibilità. Come hanno cominciato a fare gli editori d’Oltreoceano e in altre parti del mondo Occidentale.

In assoluto le vendite cartacee dei quotidiani si aggirano oggi attorno ai 4 milioni di copie, oltre il 50% in meno rispetto a 20 anni fa (il picco fu nel 1990 con 6 milioni e 800 mila copie) e due milioni in meno anche nel confronto dell’inizio del secolo scorso, quando i giornali si facevano col piombo, le testate si contavano sulle dita di una mano, le redazioni chiudevano alle cinque del pomeriggio e le copie stampate in poche tipografie venivano distribuite via treno, corriera e nave.

Eppure negli ultimi anni il numero delle persone che leggono regolarmente almeno un quotidiano è continuato a crescere in Italia, pur rimanendo il nostro paese in fondo alla classifica europea (meno di 100 copie diffuse per mille abitanti, contro le 300 della media degli altri paesi d’Europa). Gli studi ci dicono che sono aumentati di 4 milioni i lettori delle edizioni cartacee negli ultimi dieci anni e che, negli ultimi due anni, sono aumentati di un milione le persone che navigano nei siti online delle testate quotidiane (+ 47%).

Secondo le ultime stime, complessivamente sarebbero oltre 22 milioni gli italiani che oggi leggono i quotidiani e salirebbero a 33 milioni con i periodici (ma probabilmente si tratta di stime abbondanti sul numero di lettori per copia). Mentre sarebbero saliti a 6 milioni gli utenti dei siti internet dei quotidiani, vale a dire circa la metà dei navigatori del web in un giorno medio.

La flessione delle vendite cartacee di giornali e periodici, invece, ha toccato negli ultimi cinque anni il 22% e si è accompagnata ad una contrazione del fatturato delle imprese editoriali pari al 14-15% tra il 2008 ed il 2012. Ancora più vistoso è il crollo degli introiti pubblicitari su tutti i mezzi d’informazione cartacea, che ha raggiunto quasi il 50% dall’inizio della crisi ad oggi.

Il quotidiano più diffuso rimane il Corriere della Sera, che ad ottobre ha dichiarato di aver venduto poco meno di 320mila copie cartacee, che salgono a 401mila con gli abbonamenti ai vari formati digitali, a fronte di una diffusione di 444mila copie. Al secondo posto c’è La Repubblica, scesa sotto le 300mila copie di carta vendute (296mila per l’esattezza), che però salgono a 354mila con i formati digitali (la diffusione totale è scesa a 382mila copie).

Tra i principali quotidiani il terzo per vendite cartacee rimane La Stampa con 183mila copie, che però si fa superare dal Sole 24 ore contando anche le vendite digitali (216mila contro 256mila). Il giornale economico di Confindustria detiene il record delle vendite dell’edizione digitale dei quotidiani: ha sfondato il tetto delle 100mila copie (+ 110% in un anno) e le previsioni dicono che nel 2014 sarà il primo quotidiano italiano a diffondere più copie digitali che cartacee. Anche il Corrierone va forte con le vendite digitali: è salito a quota 93mila, distanziando di quasi la metà il concorrente Repubblica, che ha 55mila abbonati digitali.

Tornando al cartaceo, il Messaggero è sceso a 138mila copie, seguito dal Resto del Carlino (115mila), dal Giornale (104mila), dalla Nazione (94mila) e da Libero (76mila). Il giornale di Belpietro è ormai tallonato dal Fatto Quotidiano, che è invece salito a 53mila copie più 15mila abbonamenti digitali. Il Mattino è a quota 50mila ed è superato dal Secolo XIX (52mila), mentre Il Giorno scivola a 45mila, Il Tempo a 36mila e l’Unità è sprofondata fino alle 25mila copie. Tra gli sportivi al primo posto resta la Gazzetta dello Sport, però con appena 188mila copie cartacee vendute.

Rispetto al precedente mese di settembre le vendite sono sostanzialmente invariate per Corriere e Giornale, in aumento per il Sole (per il boom del digitale) e ancora in netto calo, invece, per Repubblica (meno 4,1%), Stampa (-3,3%), Messaggero (-5,3%) e Libero (-5,7%).

Ma è nel confronto tra l’ottobre scorso e l’ottobre 2012 che si ha la dimensione del crollo. Ecco una rapida sintesi. Corriere: meno 12,6% di vendite, Repubblica meno 14.8%, Sole meno 22%; Stampa meno 13,8%, Il Giornale meno 9,2%, l’Unità meno 9%, Libero meno 16,9%, Gazzetta meno 9,8%. Cali ancor più marcati li registrano Il Manifesto con meno 26% (il quotidiano comunista è sceso a 10mila copie), Italia Oggi (-22%), Il Messaggero (-19,5%), Il Mattino (-16%). Hanno invece tenuto un po’ meglio i quotidiani del gruppo Riffeser, con cali tra il 5% e il 7% per Carlino, Nazione e Giorno. In controtendenza il Fatto Quotidiano, con un + 5,6% di vendite.

Di contro, le copie digitali vendute in Rete continuano a crescere, anche se in maniera quasi esclusiva per i principali quotidiani (oltre due copie digitali su tre sono infatti diffuse da Sole, Corriere e Repubblica) e pochissimo per quelli minori, regionali o locali. Dall’inizio dell’anno gli abbonamenti alle edizioni digitali dei quotidiani italiani sono passati dai 212mila di gennaio ai 352mila di settembre (+ 66,1%, con un aumento medio mensile del 5,8%). Anche i ricavi delle vendite dei giornali on line, sebbene ancora contenuti rispetto alla carta stampata, sono in constante crescita, con un’incidenza che nei gruppi editoriali di maggiori dimensioni ha superato la soglia del 5,5% sul fatturato complessivo.

Uno sguardo ai settimanali ci consente di vedere come l’Espresso sia sceso a 220mila copie (meno 16,3% rispetto a ottobre 2012) e sia stato superato nientedimeno che da Chi, con 246mila (più 3,8%). Panorama si attesta a 316mila (meno 32,5%), Famiglia cristiana a 369mila (meno13,2%), Oggi a 317mila, Gente a 294mila.

Link con i dati completi: http://www.primaonline.it/2013/12/09/176009/diffusione-stampa-i-dati-di-settimanali-e-quotidiani-a-ottobre-e-dei-mensili-a-settembre/
 





Nessun commento:

Posta un commento