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venerdì 22 marzo 2013

Napolitano ci crede poco ma dà l'incarico a Bersani. Tentativo velleitario? No, se riuscirà ad arrivare davanti alle Camere

Napolitano ha dunque dato a Bersani l'incarico di formare il governo. E' sembrato che non ne fosse molto convinto, ma gliel'ha dato. E', nella sostanza, un incarico esplorativo. Bersani dovrà tornare dal Capo dello Stato e convincerlo che ha i numeri per ottenere la fiducia al Senato. Del resto, nessuna ipotesi alternativa è possibile senza l'accordo del Pd, dal momento che il centrosinistra ha la maggioranza assoluta alla Camera. A meno di clamorose giravolte, e spaccature, tra i democratici (vero Renzi?).

Missione assai ardua, a priori, per il presidente del Consiglio incaricato. Sulla carta è un tentativo disperato. La chiusura di Grillo è totale. Così come quella di Berlusconi in assenza di un accordo Pd-Pdl, che però i democratici escludono a priori. Guardando alla composizione dei seggi http://www.ilpost.it/2013/02/26/seggi-camera-senato-elezioni-2013/seggi-senato-elezioni-2013-r/, a Palazzo Madama Bersani potrebbe farcela solo sommando ai voti del centrosinistra quelli di Monti e della Lega, o, in alternativa, di un cospicuo gruppo di dissidenti grillini.

Ma le vie della politica sono infinite. I precedenti di governi che sono nati senza maggioranze precostituite non mancano, come si può vedere dalla seguente ricostruzione dell'Ansa http://www.ansa.it/web/notizie/photostory/primopiano/2013/03/22/Gasperi-Bersani-quando-prova-senza-maggioranza_8445100.html.  E io sono convinto che il tentativo del presidente del Consiglio incaricato è meno velleitario e disperato di quello che sembra. Vuoi perchè la situazione del Paese è talmente grave da richiedere un sussulto di responsabilità a tutti. Vuoi perchè tornare subito a nuove elezioni con la stessa legge elettorale sarebbe per tutti, compreso Grillo, un salto nel buio. Ma anche perchè credo che siano veramente pochi i  neo-deputati che, al dunque, saranno disposti a perdere senza colpo ferile la "cadrega" appena conquistata.

Si è capito, comunque, che Napolitano preferirebbe il governissimo, una soluzione tipo governo Monti. Ma il buon Giorgio sembra aver preso atto che non è possibile. Almeno per ora. Così sembra ipotizzare un doppio binario: larghe intese sulle riforme istituzionali ed elettorale; governo con maggioranza "più ristretta" per fare poche ma chiare cose per questo Paese, e per restare in Europa.

La strada per Bersani è strettissima, ma questa prospettiva su due livelli gli dà, a mio parere, qualche chances in più. E se riuscirà ad arrivare alla prova della fiducia con una lista dei ministri inattaccabile, fortemente rinnovata e di alto livello, con alcune proposte concrete contro la crisi economico-sociale, e con due o tre scelte forti sui costi della politica, a cominciare dalla sospensione del finanziamento pubblico in attesa di una nuova legge sui partiti, forse ce la può fare. Il problema sarà convincere Napolitano a mandarlo davanti alle due Camere anche senza una maggioranza pre-costituita e certa.

Il presidente della Repubblica non sembra molto disponibile agli azzardi. Ma se Bersani riuscisse, ad esempio, a portare a casa la non sfiducia su un governo a termine, o di scopo, da parte della Lega e dei grillini (che potrebbero uscire dall'aula al momento del voto), il governo potrebbe nascere e la legislatura avviarsi, demandando poi alle Camere il compito di prendere l'iniziativa per varare le riforme. 

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