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mercoledì 15 agosto 2012

Il caso delle interviste a pagamento dei politici in Tv approda sui media nazionali

Ricapitolando: il "caso" delle interviste a pagamento dei politici della Regione Emilia-Romagna nelle emittenti private "E'Tv" e "7 Gold" (ma non è affatto detto che siano solo quelle) è finito, oltre che nelle pagine nazionali di Repubblica, nel Tg3 nazionale, sulle prime pagine nazionali on line de l'Unità e de Il Giornale, nelle cronache di altre testate nazionali. L'Ansa ha rilanciato la notizia anche sul circuito nazionale. E il post su questo blog ha avuto solo nella giornata di ieri, vigilia di Ferragosto, oltre 130 visualizzazioni (grazie, grazie, così mi incoraggiate a continuare, diventate follower e condividete).
Il Corriere di Bologna, dopo tre giorni di silenzio, ha ripreso e rilanciato la notizia. Che però non è stata pubblicata sull'edizione cartacea. Il Resto del Carlino, dopo averla nascosta per 4 giorni ai suoi lettori, a Ferragosto è uscito con una pagina  in nazionale.
Stamane, giorno di Ferragosto, gustoso siparietto alla rassegna stampa delle 7 su "E' Tv". Repubblica Bologna apre con la notizia che anche a "E' Tv" si paga. Il conduttore e direttore responsabile della testata, Francesco Spada, che l'altro ieri aveva smentito che quella pratica marchettara fosse in voga anche nella "sua" emittente ("non si può fare, è illegale", aveva giustamente affermato riservandosi poi di verificare con la pubblicità), legge imbarazzato il titolo e commenta: "Sì, la pubblicità su E' Tv si paga. Solo quella. Non sparate su di noi che siamo una voce libera". Peccato che quando è successo, su "E' Tv" come su "7 Gold",  nessuna scritta e nessun avviso abbia informato i telespettatori che l'ospite in studio o l'intervista al politico alla rassegna stampa o nel Tg era pubblicità a pagamento, non libera informazione.
Intanto il presidente nazionale dell 'Ordine, Enzo Iacopino, ha usato parole durissime contro i media e i giornalisti che si fanno pagare interviste e comparsate senza informare i telespettatori che è pubblicità e non libera informazione. L'Ordine regionale ha annunciato una istruttoria per accertare le violazioni deontologiche. L'esposto che come consigliere nazionale ho scritto per sollecitare l'istruttoria, ha avuto l'adesione di altri consiglieri nazionali dell'Ordine. Quando lo depositerò formalmente, alla riapertura di settembre, vi darò il testo definitivo e i nomi dei firmatari.  
Infine, aspettiamo sempre la politica, quella che sì è comprata le apparizioni e le interviste in Tv con i soldi pubblici pur disponendo già di ingenti risorse e vasti apparati per la comunicazione e l'informazione, che non se la può cavare dicendo "sennò non ci davano spazio". Il consigliere grillino, Giovanni Favia, che è tra coloro che hanno pagato le interviste, ha addirittura difeso la legittimità e regolarità di quella prassi citando la legge 150/2000 che disciplina l'attività di informazione e comunicazione nella pubblica amministrazione. Ricordiamo a Favia che quella legge dovrebbe tutelare la professionalità e l'autonomia di giornalisti e uffici stampa, che è ancora in larga parte inapplicata e scavalcata dalle iniziative come la sua. Ricordiamo inoltre che gli spazi nelle emittenti radiotelevisive per l'informazione istituzionale a cui Favia fa riferimento, sono altra cosa rispetto alle interviste e alle ospitate marchetta in rassegne stampa e tg.

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