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venerdì 20 luglio 2012

Terremoto, il reportage e il colloquio con Errani per l'Unità

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http://www.unita.it/italia/viaggio-nell-emila-che-resiste-br-ci-riprenderemo-ogni-pezzetto-perso-1.431227

COLLOQUIO CON VASCO ERRANI:
"NIENTE NEW TOWN, QUI VOGLIAMO LA RICOSTRUZIONE"

“Assicurare la regolarità del prossimo anno scolastico, realizzando in due mesi una risposta provvisoria ma adeguata ai 18mila studenti che non avranno la scuola agibile a settembre. A seguire, entro l’autunno, chiusura di tutte le tendopoli. Vogliamo dare a tutti i cittadini che hanno la casa inagibile una sistemazione dignitosa, transitoria, in attesa della ricostruzione. Niente new town. Non investiremo i soldi del terremoto per soluzioni provvisorie che poi diventano definitive. I moduli abitativi li prenderemo in affitto, massimo per due-tre anni. Ma ciò che più di ogni altra cosa serve ora, è la garanzia delle risorse. Il governo finora ha avuto attenzione. Ma i 2,5 miliardi stanziati per il triennio 2012-2014 sono decisamente insufficienti, perché i danni di questo tremendo terremoto ammontano a molto, molto di più. Non solo. Il decreto del presidente del Consiglio per la ricostruzione prevede contributi fino all’80% ai privati e alle imprese che hanno subito danni. Ebbene, bisogna che entro l’estate chi ha diritto abbia la certezza che quel contributo l'avrà. In due, tre o quattro anni ma con la garanzia che il finanziamento arriverà, che si può andare in banca e ottenere le anticipazioni. Servono norme e meccanismi nazionali per garantirlo”.


Eccole le priorità del presidente della Regione Emilia-Romagna e commissario straordinario per la ricostruzione, Vasco Errani. Le ha messe a punto con i sindaci e le ha già comunicate al premier Monti. Le ha enunciate con forza l'altra sera alla festa dell'Unità di San Giovanni in Persiceto e le conferma nel colloquio con il nostro giornale.

Scuole, imprese, case. Sono i tre grandi obiettivi della “road map” del governatore e della comunità emiliana a due mesi dal sisma che ha devastato la “bassa” tra Bologna, Ferrara, Modena e Reggio Emilia. “Un terremoto di una dimensione enorme dal punto di vista socio-economico – dice Errani - che ha interessato un’area di 940 mila abitanti con servizi diffusi (scuole, ospedali, centri anziani, biblioteche, impianti sportivi) e coinvolto migliaia di imprese, molte leader in settori strategici come il biomedicale, come mai era accaduto prima in Italia”. Scuole, imprese, case: la voglia di ricominciare, di ricostruire, di tornare alla normalità, migliorando possibilmente la sicurezza e la qualità degli insediamenti, parte da lì. E per ciascuno di questi settori il commissario delegato ha voluto un piano preciso. Anzi, non il commissario ma la Regione, i Comuni, le Province, tutte le istituzioni. “Perché qui – dice Errani - non c’è un commissario che comanda, un uomo solo al comando. Ci sono le istituzioni che lavorano assieme, in modo coordinato, dimostrando la loro capacità di dare risposte ai problemi, ai cittadini”.

Errani non lo dice esplicitamente: non ama le primogeniture e nemmeno le interviste, gli annunci e i bilanci per mettersi in mostra. Ma in quest'ultima sua affermazione c'è una triplice orgogliosa difesa: di questa terra, del tradizionale buongoverno emiliano e della politica. “C'è stata una straordinaria reazione delle persone e della nostra società a questa tragedia – scandisce – non si è aspettato l'intervento esterno ma ci si è messi subito in moto per ripartire. E' il modo d'essere della nostra comunità, il nostro dna. E anche per la strada che ha deciso di seguire, alternativa a quella seguita a l'Aquila, l’Emilia può essere d’esempio all'Italia. Noi non chiediamo più soldi allo Stato, non vogliamo miracoli, non invochiamo nemmeno assistenza. Ma non accetteremo che venga sottovalutata la portata e la dimensione dei danni del terremoto”. “Se a un cittadino è caduto un pannello – dice ad esempio Errani - lo deve rimettere al suo posto senza pretendere di ridipingere tutta casa con i soldi pubblici. Ma quello che lo Stato è giusto che dia lo deve dare. E noi dimostreremo che possiamo fare come e meglio dei tedeschi o dei francesi, col cuore e la passione di questa terra, che è il nostro valore aggiunto. Dimostreremo che è possibile gestire emergenze come questa senza fare creste, senza comitati d’affari, gente che ride pensando al business del terremoto. La ricostruzione dovrà avvenire nella massima legalità. Niente gare al massimo ribasso, massima trasparenza, white list per tenere lontane le organizzazioni criminali e le loro diramazioni, che purtroppo sono presenti anche in questa nostra regione. Tutti devono concorrere a costruire un clima per cui chi non ha le carte in regola qui non possa lavorare. Questa è la nostra sfida”.



Scuole, imprese, case: e per ognuna un piano preciso. Oggi, a due mesi esatti dalla primagrande scossa, scade il bando per allestire i prefabbricati per ospitare i 18mila studenti delle scuole maggiormente danneggiate e da ricostruire, per cui occorreranno anni. Le imprese vincitrici avranno 60 giorni di tempo per realizzarli. Ma la corsa contro il tempo è cominciata anche per le scuole meno danneggiate: per i 165 edifici che Comuni e Province dovranno riparare in tempo per l'apertura dell'anno scolastico; così come per quelle mediamente lesionate che potranno riaprire solo l'anno prossimo. Anche in quest'ultimo caso Errani vuole una soluzione transitoria che sia temporanea per davvero, e ha deciso che i moduli scolastici si prenderanno in affitto per 9 mesi, dopo di che dovranno essere smontati e i ragazzi dovranno tornare alle loro scuole restaurate e rese più sicure. Anche le iniziative per far ripartire l’economia sono già avviate: “Stiamo lavorando con le banche per assicurare crediti alle imprese a un tasso inferiore all’1%, per 15 anni”. Ed è facile comprendere l’importanza di un finanziamento a queste condizioni, di questi tempi.

L’anello ancora mancante, il piano casa sarà pronto entro una settimana o due. Il censimento delle abitazioni danneggiate è praticamente ultimato, così come la mappatura degli alloggi sfitti o comunque disponibili. Ed è proprio pensando alle case e alle imprese che Errani dice: “Il problema è partire subito con il riconoscimento del danno e la certezza del contributo. Ma per questo servono norme nazionali e lavoro perchè con il governo si faccia questa scelta entro l'estate, per poi poter avviare concretamente la fase della ricostruzione”. Per le abitazioni l'obiettivo è “ridurre al massimo i moduli provvisori, prenderli in affitto al massimo per 2-3 anni”. Parallelamente si cercherà di favorire gli accordi con le associazioni dei proprietari e degli inquilini per dare una casa in affitto a chi ha bisogno di tempo per ricostruire la propria. Senza escludere come ultima ratio, laddove non sarà possibile trovare accordi o ci sarà chi tenta di speculare, “di poter requisire l'appartamento sfitto”. Infine, si potenzierà il contributo all’autonoma sistemazione che prevede un contributo di 100 euro a persona per un massimo di 600 euro mal mese per i nuclei famigliari che hanno la casa inagibile. “Piani che confermano la nostra volontà di ricostruire subito e di farlo in modo serio, tale da potere diventare, come lo è stato anni fa il Friuli, un esempio per l’Italia”.

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