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venerdì 12 novembre 2010

L'Ordine sospende per tre mesi Feltri. Ammonimento alla "macchina del fango"

Il giorno dopo, il Giornale e Libero hanno gridato contro il presunto "attacco alla libertà di stampa" compiuto niente di meno che... dall'Ordine dei giornalisti. Vittorio Feltri ha detto al Corsera di essere stato "punito dal Pdl per aver causato la crisi di governo", con la campagna contro Fini sulla casa di Montecarlo. Quasi tutto il centrodestra accusa invece del reato (di lesa maestà) l'Ordine "di sinistra", che invece è a larga maggioranza come i suoi accusatori, cioè di centrodestra, ma ha ritenuto gravi, dolose e per questo imperdonabili le violazioni deontologiche compiute dal Giornale e da Feltri sul caso Boffo. Qualcuno, anche nel campo del centrosinistra (Mentana, Padellaro) non ha condiviso la sospensione di 3 mesi decisa dall'Ordine, avrebbe preferito - par di capire - la semplice censura. Altri, come l'ex direttore di Ansa, Stampa e Messaggero, Giulio Anselmi, ha detto che avrebbe preferito una sanzione economica, dimenticando che l'Ordine non ha il potere di farla (le sanzioni sono solo 4: avvertimento, censura, sospensione, radiazione).
In realtà, l'Ordine nazionale ha "solo" respinto il ricorso presentato da Feltri contro la condanna a 6 mesi di sospensione già decretata dall'Ordine della Lombardia, dimezzando la pena con una votazione finita singolarmente in parità, 66 a favore dei 3 mesi di sospensione e 66 a favore del mantenimento dei 6 mesi, in forza di un regolamento che in questi casi eccezionali fa prevalere la sanzione più favorevole all'incolpato. Ha respinto il ricorso dopo aver ascoltato e interrogato per oltre due ore lo stesso Feltri e i suoi due legali; soprattutto, dopo aver esaminato un ampio carteggio redatto dalla Commissione ricorsi dal quale emergevano senza ombra di dubbio le gravissime violazioni deontologiche commesse nella campagna anti-Boffo. Cito solo le principali: la notizia del Boffo "noto omosessuale attenzionato dalla polizia" era falsa; "l'informativa" fatta recapitare al Giornale da "un alto prelato del Vaticano" era una patacca; i controlli sull'attendibilità delle notizie disposti da Feltri furono sommari e parziali; quando già il giorno dopo cominciò a emergere che parte delle notizie riportate erano false, Feltri e il Giornale non le corressero, anzi; la parziale rettifica fu fatta solo tre mesi dopo, sotto forma di una risposta a una lettera di una lettrice del Giornale; anche successivamente le insinuazioni sui gusti sessuali del Boffo sono proseguite.
Un tale sequenza di fatti inequivocabile che ha portato la Commissione ricorsi dell'Ordine, presieduta da un collega di centrodestra che ha dimostrato in questa occasione la sua apprezzabile imparzialità di giudice e onestà intellettuale di giornalista, a proporre all'unanimità la conferma della sospensione di 6 mesi decisa da Milano. Logica avrebbe voluto che di fronte a questa inequivocabile documentazione e a un simile orientamento della Commissione, il Consiglio dell'Ordine decidesse di mantenere la sanzione (aggravarla non può). Invece l'ha dimezzata, sia pure con una votazione finita in parità che dimostra come tutti i consiglieri, alla fine, fossero d'accordo di decretare la sanzione severa della sospensione (66 per 3 mesi, 66 per 6 mesi). E questo dopo che erano stati bocciate le proposte di sanzionare Feltri con una semplice censura, e con due mesi di sospensione. L'incredibile e inaccettabile appello all'assoluzione di Feltri rivolto ai consiglieri dell'Ordine alla vigilia del verdetto, firmato da circa 80 parlamentari del Pdl, è stato nella sostanza respinto, ma evidentemente ha finito per pesare sull'esito delle votazioni. Sta di fatto che l'Ordine, per la seconda volta in due mesi (la prima con la sospensione sul caso Brachino-Giudice Mesiano), ha saputo drizzare la schiena e rilanciare il suo ruolo di custode della deontologia professionale e dell'etica giornalistica, al di sopra dell'appartenenza politica. Pur con i tanti, troppi problemi di credibilità e funzionalità che l'Ordine ha, in questo momento mi sembra un buon segno.

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