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venerdì 9 luglio 2010

Seconda seduta del Consiglio nazionale dell'Ordine dei giornalisti. La cronaca di Tomassone e alcune mie valutazioni

Di seguito, la cronaca del secondo Consiglio nazionale dell'Ordine dei giornalisti (7 e 8 luglio) fatta dal collega consigliere Paolo Tomassone e alcune considerazioni mie su quel che ho capito dopo le prime due riunioni del Consiglio.

LA CRONACA DI PAOLO TOMASSONE

E' pur sempre un esecutivo... anche se ombra. E, comunque, nella Commissione Ricorsi una bandierina dei precari l'abbiamo piantata. In ogni caso, a pochi giorni dall'insediamento del Consiglio nazionale dell'Ordine dei giornalisti, il gruppo dei giovani è sempre più compatto nel difendere i propri diritti, nel portare la voce di chi tutti i giorni suda nelle redazioni senza ricevere il giusto salario, riconoscimento, contratto ecc.
Ecco una breve ricostruzione dell'ultima (la seconda) seduta del Consiglio nazionale dell'Ordine che si è svolta all'Hotel Ergife di Roma ('sti cazz), lontano da tutti e da tutto (anche se c'era la piscina e i turisti galleggiavano in acqua mentre noi si lavorava).
Ci sono un po' di cose positive da raccontare, ma anche qualche "boccone amaro" che inevitabilmente abbiamo dovuto mandare giù. Andiamo in ordine cronologico, dall'elezione della parte mancante dell'esecutivo (due persone).


Anche senza vasellina
Con l'idea chiara e trasparente di inserire un rappresentante dei precari e freelance nell'esecutivo del nuovo Consiglio, abbiamo dovuto constatare che né il presidente (Enzo Iacopino) né il candidato perdente dell'area del sindacato (Giorgio Balzoni) sono riusciti a mantenere questo impegno.
Per completare la definizione dell'esecutivo, mancavano due rappresentanti che il 24 giugno non sono riusciti a passare il voto (per via di una parte della maggioranza che ha disertato il voto, non essendo d'accordo con il neopresidente). Quei due posti spettavano alla maggioranza, altrimenti ci si sarebbe trovati con un esecutivo sproporzionato e soprattutto con un presidente sostanzialmente delegittimato.
A due settimane dall'ultimo voto, il candidato della maggioranza Fabrizio Morviducci (freelance toscano) è stato fatto fuori (per la carognata di alcuni consiglieri anche della sinistra che hanno gettato fango sulla sua persona, e per il poco coraggio di Iacopino che ha dovuto accontentare qualche altra persona). I due nuovi candidati erano: Armati Ugo (simpatico ultraottantenne, pubblicista del Lazio) e Aulisio Maria Chiara (caposervizio de Il Mattino di Napoli).
L'opposizione o meglio la minoranza, non si è opposta a queste candidature presentando altri nomi, anzi ha voluto "mantenere fede all'accordo fatto con Iacopino" che comprende, in sostanza, il fatto di aver lasciato la tesoreria e la segreteria dell'Ordine a due della "sinistra" (Gian Carlo Ghirra e Nicola Marini). Il gesto purtroppo, visto da noi, è un po' ignobile perché non ha lasciato a noi freelance (di una parte o di un'altra) la possibilità di entrare in esecutivo. C'è una spiegazione - loro - che forse può alleggerire il peso di questa responsabilità:
- se il candidato Tomassone (sottoscritto) sul quale c'era sostanzialmente un appoggio anche dai giovani precari dell'altra parte, avesse preso 15 voti, sarebbe stata una figura di merda per tutti, freelance in primis, con poche possibilità di rifarsi la dignità nel corso dei tre anni;
- se il candidato Tomassone (della minoranza) avesse vinto, Iacopino avrebbe potuto anche dimettersi, con la conseguenza di annullare tutte le cariche finora elette e ricominciare daccapo;
- se il candidato Tomassone avesse vinto o anche solo avesse preso un bel po' di voti, per i freelance sarebbe stata dura avere dei rappresentanti in Commissioni o altri gruppi di lavoro, perché - si diceva a più riprese da tutte le parti, comprendo dal presidente -: "Ragazzi, siete giovani, non avete inventato nulla, i freelance sono sempre esistiti, non bruciatevi subito, avete ancora tanto da imparare, fate un passo alla volta ecc.".
Alla fine noi freelance e precari abbiamo deciso ancora una volta di rispettare la decisione (quasi della maggioranza) del gruppo del sindacato, pur chiedendo a Balzoni di farsi portavoce per chiedere a Iacopino di inserire lui il nome di un altro freelance in esecutivo... non è andata bene, peccato. Comunque 4 persone (della destra) hanno lo stesso votato Tomassone (appena imparo i nomi, gli offro un gelato con anche la panna montata).


I ricorsi passano prima dai "freelance"
Elezione della Commissione Ricorsi (la più "polposa", la più importante).
Qui sì che, grazie al cielo, c'è un freelance Saverio Paffumi, che si è acciuffato 48 voti e farà parte del gruppo che dovrà giudicare tutti i ricorsi che arrivano all'Ordine. Assieme a lui, del gruppo del sindacato, ci sono anche Ida Baldi (Roma) e Antonio Cembran (Trentino Altissimo Adige). Il presidente di questa Commissione sarà Partipilo Michele (della Puglia). L'elezione si è svolta "tranquillamente", nel senso che l'accordo tra maggioranza e minoranza, ha consentito di svolgere gli adempimenti abbastanza in fretta.
A queste elezioni, come anche per l'esecutivo, ci sono state alcuni tentativi di dissidenti (dell'ex maggioranza, che tra l'altro si è spaccata due minuti dopo l'elezione di Iacopino), ma sono stati stoppati per tempo.


L'esecutivo ombra
Il nome "ombra" fa paura soltanto a dirlo, perché fa pensare al Governo ombra del Pd. Però per noi freelance e precari c'è la notizia!
Alla fine della seconda giornata del Consiglio (8 luglio), la minoranza si è riunita per fare il punto e per trovare alcune indicazioni per le prossime elezioni delle Commissioni e di eventuali Gruppi di Lavoro. Anche su questo Antonella sarà più lucida.
Insomma, alla fine Balzoni e Ghirra hanno proposto di indicare Tomassone nel coordinamento (di 4 o 5 persone) del gruppo del sindacato. Sostanzialmente un "esecutivo ombra" che dovrà rapportarsi con gli eletti nostri delle varie commissioni, con l'esecutivo e dovrà dare "ritmo" al cammino di lavoro per i prossimi anni. In questo gruppo c'è anche il grande Beppe Errani... finalmente anche l'Emilia-Romagna comincia a parlare "romanesco". Hi hi hi.

ALCUNE MIE CONSIDERAZIONI SULLE COSE VISTE IN QUESTI DUE PRIMI CONSIGLI NAZIONALI DELL'ORDINE:

1 - L'Ordine così com'è è veramente un dinosauro destinato
all'estinzione se non muterà alla svelta la sua natura e il suo modo di operare: età media altissima, legge elettorale da schifo, meccanismi di elezione e funzionamento interno pure, forte propensione all'inciucio stimolata dai benefit degli incarichi.
La riforma è la prima vera sfida.

2 - La presidenza Iacopino nasce da un discorso di profilo basso, tutto a difesa dello status quo e di messaggi cifrati. Poi il neo presieente si è parzialmente corretto in positivo quando si è trovato senza maggioranza. Impressione di inadeguatezza politica rispetto alla necessaria innovazione e modernizzazione dell'Ordine. E meno male che la sua leadership è uscita indebolita da questi due consigli.

3 - L'area che si è raggruppata attorno alla candidatura di Giorgio
Balzoni mi è sembrata motivata e compatta, e le persone che compongono
la leadership di questo gruppo mi sono sembrate tutte (o quasi)
all'altezza. Ma bisognerà vedere se alle parole seguiranno i fatti, che per ora non ci sono. In ogni caso, sono emerse logiche intrinsiche (non solo di
quest'area, ma anche di quest'area) di cui bisognerà tenere conto. Eccone alcune:
a - la propensione all'inciucio che anima le azioni di molti;
c - il preso delle lobbies territoriali (Roma e Milano in primis) e aziendali (Rai soprattutto) che condizionano ogni iniziativa;
d - l'ambiguità e l'inafferrabilità di alcuni gruppi di potere consolidati (certe Associazioni stampa, i vari potentati che governano il pianeta pubblicisti, il ruolo vagamente inquietante di alcuni gruppi territoriali come quello campano, ma non solo.

In questo scenario piuttosto desolante mi pare un buon risultato che
le nostre ragioni si siano fatte progressivamente strada e abbiano incrociato
positivamente - almeno a parole - il "manifesto programmatico" di Balzoni, l'unico che sembra avere un programma e che parla di cose da fare per la categoria, la difesa della professione, la libertà di stampa, ecc.
Positivo che il precario Saverio Paffumi sia entrato nella commissione ricorsi (anche se è entrato più perchè è milanese che precario), e che sia stato proposto a Tomassone di entrare nel gruppo di coordinamento dell'area Balzoni come riferimento
di tutti i pubblicisti.

Sul resto c'è poco da salvare. Non si vede l'ora che finisca questa partita non
proprio esaltante delle elezioni dei vertici e della distribuzione degli incarichi, sperando che nei consigli si possa cominciare anche a parlare di problemi, contenuti, iniziative. Resto del parere che noi portatori delle istanze dei precari dobbiamo fissare due o tre obiettivi concreti (ridefinizione della figura giornalistica alla luce dei cambiamenti avvenuti, adeguamento delle normative alla realtà dell'informazione di oggi dove i contratti aticipi hanno superato il 50%, riforme del welfare, dell'accesso alla professione e dell'Ordine) e su quelli lavorare cercando ascolto e alleati in un contesto non propriamente favorevole.
Per parte mia, cogliendo l'invito di Balzoni, cercherò di buttare giù
qualche propostina concreta di lavoro, a cominciare dall'istituzione di un osservatorio sul welfare e dal bando virtuoso per i concorsi giornalistici nella pubblica amministrazione.

Buona ferie a chi ci va e buona estate a tutti.

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