Post più popolari

martedì 18 settembre 2012

Terremoto, il "miracolo" della scuola che riparte, cento giorni dopo la scossa

Di seguito il reportage sulle scuole del terremoto pubblicato oggi, martedì 18 settembre, su l'Unità.


A Finale Emilia sotto un tendone da circo, a Mirandola in un centro anziani, a Carpi nei locali della parrocchia, a Crevalcore in trasferta nei Comuni vicini, ma ieri la campanella è suonata per tutti nell’Emilia ferita dal terremoto del 20 e 29 maggio. «Un mezzo miracolo», dice il sindaco di Mirandola, Maino Benatti. Il “suo” polo scolastico conta 5mila studenti, per 3mila le scuole sono inagibili e si è dovuta trovare una soluzione alternativa. «Ce l’abbiamo fatta. Rinunciando alle ferie, con l'impegno e la collaborazione di tutti: istituzioni, scuola, famiglie. Non so come, ma ce l'abbiamo fatta a partire oggi», dice Mauro Borsarini, preside del Bassi-Burgatti, istituto tecncico e liceo con 1.250 alunni, nel polo scolastico di Cento che accoglie complessivamente oltre 6mila studenti.


Cento giorni dopo la seconda, terribile scossa di magnitudo 5.9 che il 29 maggio, alle 9 di mattina, con le aule piene di ragazzi, sconvolse l'Emilia e costrinse gran parte delle scuole a chiudere anticipatamente l'anno, ieri quasi tutti i 70 mila studenti del Cratere hanno potuto riprendere le lezioni. Erano stati ben 471 gli edifici scolastici lesionati. Per quelli che avevano riportato meno danni, il governatore della Regione e commissario delegato alla ricostruzione, Vasco Errani, ha destinato 81 milioni di euro dei 500 stanziati dal Governo sul 2012 per fronteggiare l’emergenza terremoto. Soldi erogati a Comuni e Province, che a tempo di record hanno provveduto alle riparazioni. Per le 160 strutture inagibili, invece, è stato necessario trovare soluzioni alternative: prefabbricati in calcestruzzo, legno e metallo per le scuole da demolire e ricostruire ex novo, quindi con tempi di realizzazione medio-lunghi; moduli provvisori affittati per soli 9 mesi per quegli edifici che potranno essere ristrutturati e resi antisismici per il prossimo anno scolastico. Un impegno da 166 milioni di euro per dare una risposta ai 18mila studenti rimasti senz’aula.

Nei giorni scorsi erano stati completati i primi prefabbricati. E ieri mattina, a Cento, Errani è andato a inaugurare i primi moduli. Una struttura leggera ma funzionale, con aule di 45-50 metri quadrati capaci di contenere fino a 26 alunni ciascuna; con corridoi e scale ampie, aria condizionata e sistema antincendio. Se si pensa che il primo decreto del governo per l'emergenza è stato convertito in legge l'1 agosto, si comprende bene quale sia stata la corsa contro il tempo, il «miracolo» compiuto dal commissario e dalle istituzioni emiliane. A Cento sono bastati 40 giorni per fare il progetto, bandire la gara, assegnarla, realizzare le opere di urbanizzazione, montare i moduli. Un record che sa davvero poco di Italia. Non a caso il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, ieri a Bologna, ha detto: «Gli italiani dovrebbero prendere esempio dalla voglia di ripartire e dalla caparbietà dimostrata della gente emiliana nel dopo terremoto».

Il lavoro, però, sarà ancora lungo: «Abbiamo ancora tanto da fare», spiega Errani. E a chi gli chiede paragoni con L’Aquila, con la stagione di Berlusconi e delle New Town, risponde: «Noi non abbiamo promesso miracoli, ma finora quello che abbiamo detto che avremmo fatto, è stato fatto. Le polemiche non mi interessano. Preferisco che a parlare siano i fatti». Poi il merito lo gira alla comunità emiliana. «Se c'è una lezione su tutte che il terremoto ci ha dato – afferma – è il valore di lavorare assieme, con determinazione e spirito di comunità, che è il nostro motore».

La scuola è stata fin dall'indomani del sisma «la priorità delle priorità». Quando ancora non erano certi i fondi di Roma, Errani e i sindaci del Cratere dissero che il primo obiettivo era la regolare riapertura dell'anno scolastico. «Perché non c'è nulla di più importante - dice Errani - e non si trattava solo di riparare edifici ma di ricostruire un sistema sociale e di relazioni drammaticamente interrotte dal terremoto».

I problemi non sono risolti. «Ci vorrà ancora un mese per dare un’aula di qualità a tutti», afferma il governatore. Nel frattempo i dirigenti scolastici e i sindaci hanno dato sfogo all'ingegno e alla fantasia per le soluzioni transitorie. Nel modenese i ragazzi delle superiori andranno all'Università per fare «corsi di apprendimento per le scelte future», e per i piccoli delle materne saranno prolungati i campi estivi. Una provvisorietà che costringe le famiglie a disagi e sacrifici pesanti. Alle superiori ci saranno classi che dovranno fare i doppi turni. Alcune medie hanno rinviato l’apertura di una o due settimane. Nelle elementari per un mese ci saranno «lezioni orizzontali e trasversali» per tutti, sotto le tensostrutture. Ci saranno classi che per un mese si dovranno sistemare attorno ai tavoli del circolo anziani come quando si gioca a carte, o nelle panche della parrocchia. E ci sarà anche chi, come 800 studenti di Crevalcore, per un mese dovranno andare in trasferta, negli spazi scolastici dei Comuni limitrofi di San Giovanni in Persiceto e Sant'Agata. «Ma l'iniezione di fiducia che la puntuale riapertura dell'anno scolastico dà a tutta la comunità è enorme», dice il sindaco di Cento, Piero Lodi. «Questa è la certificazione del ritorno alla normalità, la conferma che il terremoto ci ha duramente provato ma non ci ha vinti; e che la solidarietà e le istituzioni qui sono un valore, e funzionano ancora», aggiunge la presidente della Provincia di Ferrara, Marcella Zappaterra.

Nessun commento:

Posta un commento