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venerdì 26 aprile 2019

Giornata bellissima a Cà di Malanca con Nunziatina e Marescotti. "La ragazza ribelle" conquista anche giovani e giovanissimi



Giovedì 25 aprile sono saliti in un migliaio fin lassù, a Cà di Malanca, ai 721 metri di altitudine della vetta appenninica, sul crinale che divide le valli del Lamone e del Sintria, la Romagna dalla Toscana. E molti, moltissimi erano giovani. In tanti si sono arrampicati a piedi, dal fondovalle o da Croce Daniele, dove finisce la strada comunale asfaltata. Altri in auto, percorrendo l'ultimo ripido tratto che porta alla casa che  ospitò i partigiani tra l'autunno del 1943 e l'autunno 1944, fu sede di alcuni battaglioni della 36esima Brigata Garibaldi "A. Bianconcini" comandata da Luigi Tinti, "Bob" e teatro di una delle più cruente battaglie tra truppe tedesche e combattenti per la libertà, che oggi ospita un importante Centro di documentazione sulla Resistenza. Cà di Malanca non è solo uno dei luoghi simbolo della Resistenza. E' un luogo dell'anima oltre che della memoria: come Monte Sole, come la casa dei fratelli Cervi a Gattatico. Ed è anche un posto bellissimo, con i suoi boschi, i suoi prati, la splendida visuale che da lì si ha sulla catena appenninica e sulle valli.

A centinaia tutti gli anni vengono qui a festeggiare il 25 aprile, la Liberazione dall'occupazione tedesca e dal nazi-fascismo, la fine della guerra, la conquista della libertà e della democrazia. Quest'anno erano di più. Venuti a incontrare Annunziata Verità, la mitica Nunziatina, uno degli  ultimi testimoni viventi di quel periodo, della brutalità del fascismo; venuti ad ascoltare il racconto della sua straordinaria e quasi incredibile vicenda umana e politica pubblicato nel libro "La ragazza ribelle" (Carta Bianca Editore, 128 pagine con ricco inserto fotografico, prezzo di copertina 15 euro). Il libro è il romanzo rocambolesco ma straordinariamente reale ispirato alla storia di una piccola grande donna romagnola. La vita quasi mitologica di Annunziata Verità, antifascista fin dal'adolescenza, fidanzata prima e compagna poi di due figure simbolo della lotta contro la tirannide (Marx Emiliani, nome di battaglia Max, giustiziato a Bologna alla fine del 1943, e il perseguitato politico Riccardo Donati, Barisan), staffetta partigiana, condannata a morte e fucilata a soli 18 anni, sopravvissuta all'esecuzione fingendosi morta sotto i cadaveri di altri quattro sventurati finiti davanti al plotone di esecuzione assieme a lei. Poi, ferita ed esausta, con i repubblichini alle calcagna, in fuga avventurosa fino a raggiungere le formazioni partigiane in montagna e la miracolosa salvezza. Una storia che evidenzia anche il ruolo di primo piano - troppo a lungo sottovalutato - delle donne nella Resistenza.



"La ragazza ribelle" narra la vicenda umana e politica di una "donna coraggio" che dopo la fine della guerra prima va a testimoniare in decine di processi contro i criminali in camicia nera, poi, lei così piccola e minuta, va a cercare di persona i suoi aguzzini rimessi troppo presto in libertà, li trova, li affronta senza paura, li spaventa e li mette in fuga. E' la storia "della donna che visse due volte", come ha scritto Gabriele Albonetti nella sua bella prefazione riecheggiando il classico della letteratura gialla di Boileau e Narcejac e il famosissimo film di Hitchok. Una donna diventata icona dell'antifascismo e della Resistenza, e che nel dopoguerra - con le sue scelte amorose fuori dagli schemi, il lavoro da bidella al liceo, le immagini pubblicate nel libro di lei alla guida della Vespa, a cavallo, in minigonna - sarà testimone del percorso di emancipazione femminile verso l'eguaglianza e la parità di diritti che farà poi grandi passi avanti nel decennio riformatore degli anni Settanta.



A Cà di Malanca, dopo il "pranzo del partigiano" (400 pasti serviti ai tavoli, ma in centinaia hanno mangiato al sacco nei prati che circondano l'edificio) c'è stata la celebrazione ufficiale, con l'inaugurazione della bandiera di Cà di Malanca (una goccia di memoria che bagna i petali di una rosa, realizzata dagli studenti delle classi IIA e IIB coordinati dall'insegnante Beatrice Ferrari, dell'Istituto Persolino-Strocchi di Faenza), gli interventi dei dirigenti dell'ANPI (Franco Conti e Sauro Bacchi) e del vice sindaco e assessore alla cultura di Faenza, Massimo Isola. Poi la presentazione del mio libro, con una emozionata Nunziatina sulla sua carrozzina, la giovane storica Chiara Cenni a coordinare il dialogo con l'autore e l'attore Ivano Marescotti che ha letto con grande maestria ed efficacia alcune delle pagine più drammatiche de "La ragazza ribelle" facendo commuovere tutti. Alla fine in tanti sono andati a stringere la mano e ad abbracciare Nunziatina, chiedendole la firma sulle copie del libro. C'era anche la Rai, che l'ha intervistata e ha realizzato due servizi sulla festa della Liberazione a Cà di Malanca. La musica del Trio Bella Ciao ha concluso la manifestazione, con la gente che in coro cantava la canzone simbolo del partigiano e batteva le mani. Una giornata davvero bellissima ed emozionante.  


"La ragazza ribelle" - credo di poterlo dire senza falsa modestia - è un libro, una storia che prende. Andava scritta. E sono molto felice di averlo fatto e di vedere che conquista il cuore e la mente delle persone, anche di quelle più giovani. 
Il 15 aprile a Faenza, la città di Nunziatina, nell'ex chiesa barocca di Santa Umiltà ora splendido Auditorium del Liceo Scientifico e Classico "Torricelli", dove lei ha fatto la bidella per un quarto di secolo, sono venuti in tanti ad ascoltare la sua storia. La prof Gloria Ghetti, moglie dello scrittore Maurizio Maggiani (Premi Strega e Campiello), che ha promosso l'iniziativa, non voleva che gli studenti delle quinte classi partecipassero per "dovere didattico". Così l'ha organizzata al pomeriggio, affinché si sentissero liberi di partecipare o meno. Ebbene, l'auditorium si è riempito di ragazzi che hanno l'età di quando Annunziata Verità, per tutti Nunziatina per quel suo corpo piccolo ed esile, fu condannata a morte e fucilata dai fascisti della Brigata Nera faentina. La prof ha fatto coordinare l'incontro a una studentessa, Giulia, che aveva già letto il mio libro "La ragazza ribelle" ispirato alla storia al limite dell'incredibile della protagonista, le era piaciuto e aveva imposto a sua madre di leggerlo: una cosa che mi ha colpito, perché di solito è il contrario che accade. E Giulia il 25 aprile è andata in diretta sul programma di Radio 3 "Tutta la città ne parla", ed è stata bravissima a spiegare perché quella storia  ha conquistato i ragazzi come lei. Quelli che erano all'Auditorium hanno seguito con attenzione la presentazione, in rigoroso silenzio, commossi. Nunziatina, che oggi ha 93 anni e ha partecipato con gioia a quell'incontro, anche lì seduta sulla sua carrozzina, si è emozionata a sentire raccontata quella sua vita da film. E' riuscita a dire poche cose, ma ad ogni suo breve intervento nell'Auditorium si respirava l'affetto e l'abbraccio di tutti i ragazzi a quella nonna così speciale. Alla fine qualcuno le ha chiesto: "Lei che ha vissuto quella incredibile esperienza cosa vorrebbe dire ai diciottenni di oggi, a quelli che sono qui". E lei, senza esitazione: "Abbasso il fascismo. Viva il 25 aprile". E' seguito un grande applauso.



Due giorni dopo a Sassuolo, nella grande Aula magna dell'Istituto "Volta", Nunziatina non ce l'ha fatta ad esserci, ma la sala era comunque affollata di studenti delle quinte classi dell'Istituto tecnico "Alberto Baggi" venuti all'incontro promosso dal prof di lettere, Corrado Chiarello, e a seguire con attenzione la mia presentazione del libro e la lezione sulla Resistenza dello storico Francesco Maria Feltri. Altre scuole dell'Emilia-Romagna si sono fatte avanti, altri incontri seguiranno, il primo il 31 maggio con gli alunni delle terze medie delle "San Rocco" di Faenza. Sono iniziative che confortano nella fase di rimozione della storia e ritorno ai fantasmi del passato (intolleranza, razzismo, antipolitica, voglia dell'uomo solo al comando) che stiamo vivendo. Coltivare la memoria è cibo per la pace. E rincuora l'interesse e la partecipazione dei diciottenni di oggi per questa storia di memoria e coraggio. Una partecipazione che a me è sembrata politica prima che sentimentale, anche se la parola politica è probabilmente tabù per molti di quei ragazzi.



Nelle prossime settimane altri incontri con i ragazzi (il prossimo il 31 maggio con le terze nedie delle scuole San Rocco di Faenza) e altre presentazioni seguiranno. Ne sono programmate fino al prossimo settembre. Nunziatina è diventata una star, tutti la vorrebbero. Lei, a 93 anni, non può andare a tutte. Ma a quelle con i ragazzi sì, lì non vuole mandare: "Studiate la storia - dice - pensatela come volete, mai più il fascismo". E quando se li vede attorno, interessati, coinvolti, sul volto le si accende finalmente un sorriso.

















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