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lunedì 6 agosto 2018

Casale di Brisighella, la memoria ritrovata dell'eccidio dei martiri senza nome

E' stata una gran bella giornata quella di domenica 5 agosto a Casale di Brisighella. Tanta gente nonostante il periodo vacanziero per eccellenza, grande partecipazione emotiva e impegno civile all'iniziativa promossa dall'Anpi e dal Comune per ricordare l'eccidio nazifascista del 4 agosto 1944. La bella omelia del vescovo, monsignor Mario Toso, il corteo guidato dagli alpini, l'alzabandiera con l'Inno di Mameli e il Silenzio suonati da un bravo ragazzino trombettiere, gli interventi di Luciana Laghi (presidente Anpi Brisighella) e il mio per illustrare in anteprima le novità contenute nel libro che ho scritto sulla vicenda ("L'eccidio dei martiri senza nome", edito da Pendragon, dal prossimo settembre nelle librerie); poi i discorsi del sindaco, degli altri rappresentanti dei Comuni coinvolti (Prato e Forlì) e della Regione, la presenza dei parenti dei due caduti finora noti e degli anziani delle valli di Casale che vissero in prima persona quei terribili giorni e la violenza nazifascista, la conclusione cantando tutti insieme Bellaciao.  




Un eccidio rimasto a lungo nel dimenticatoio della storia, riportato alla luce lo scorso anno dopo lunghe ricerche dell'Anpi (la stessa Luciana Laghi e Tiziana Montanari) e mie sulla vicenda, poi con l'inaugurazione della stele realizzata da Mirta Carroli e la prima commemorazione ufficiale, 73 anni dopo. E che quest'anno si è replicata con una partecipata e intensa cerimonia e con la ricostruzione completa dei fatti che portarono - dopo l'azione partigiana di due giorni prima sulla statale "Brisighellese", a poche decine di metri dal cippo, dove rimase ucciso un ufficiale tedesco - alla fucilazione di cinque giovani prelevati dal carcere delle SS di Forlì. Ragazzi etichettati dai nazifascisti come "ribelli comunisti", che invece con la Resistenza e con l'attentato partigiano di Casale non c'entravano nulla. 






Una strage dimenticata che ho ricostruito nel mio libro, che svela una verità finora sconosciuta (la resa dei conti tra i capi locali del fascio e cinque brisighellesi "eccellenti" che avevano preso le parti di Badoglio, contro Mussolini, poi salvati all'ultimo dall'intervento di una contessa amica del comandante delle truppe di occupazione tedeschi in Italia, Kesselring) e raccoglie molti documenti e testimonianze che fanno piena luce su quell’eccidio. Salvo che sui nomi delle vittime. Di due soltanto sono riuscito a ricostruire l'identità e le storie personali e famigliari. Gli altri tre fucilati sono ancora "ignoti": di loro non c'è traccia nei tanti archivi che ho potuto consultare in Italia e nemmeno negli atti processuali della Corte d'Assise Straordinaria di Ravenna che tra il 1945 e il 1947 processò e condannò sette esponenti della Brigata Nera faentina che furono complici dei tedeschi e corresponsabili della strage. 




Per trovare quei nomi bisogna andare a cercare negli archivi tedeschi. Per questo ho proposto alle istituzioni (Regione, Comuni) e agli altri enti interessati (Archivio storico della Resistenza, Anpi, Curia) di istituire una borsa di studio, di elaborare un progetto e fare un bando rivolto agli studenti e ai giovani per poter proseguire le ricerche in Germania e arrivare a dare un'identità e una storia anche ai tre "ignoti". I politici presenti hanno fatto propria quella proposta. Ora si tratta di passare dalle parole ai fatti. 

E' stato un 5 agosto diverso quello a Casale di Brisighella. La ricostruzione della memoria a una comunità. La restituzione della dignità e dell'onore alle famiglie dei caduti. La voglia di non dimenticare cos'è stato il nazifascismo, soprattutto in questi tempi bui dove l'intolleranza, il razzismo e l'indifferenza stanno tornando prepotentemente in scena. L'impegno a proseguire le ricerche per completare l'opera. Grazie a tutti. Grazie davvero. 

Di seguito i link ai servizi della TGR RAI nei telegiornali delle 14 (minuto 2.15) e delle 19.30 (minuto 7.50). 

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