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lunedì 14 settembre 2015

Riecco la malapianta delle selezioni farsa. Questa volta a Faenza, protagonista il sindaco Pd

Ci risiamo. La malapianta delle selezioni pubbliche truccate, fatte apposta per scegliere discrezionalmente chi si vuole ma senza avere il coraggio di difendere le proprie scelte “fiduciarie”, usando le norme che dovrebbero favorire professionalità, merito e trasparenza solo per farsi belli e pararsi il sedere dalle critiche politiche e dai ricorsi, non conosce fine. Me ne occupo da diversi anni su questo blog http://visanik.blogspot.it/2014/01/sempre-piu-rari.html,  http://visanik.blogspot.it/2012/02/torna-concorsopoli-per-i-posti-da.html. Contro “concorsopoli” ho fatto battaglie all’Ordine dei giornalisti e presentato ricorsi legali col sostegno del sindacato. Contro i “bandi sartoriali” cuciti addosso ai vincitori predestinati da pubbliche amministrazioni che non esitano a prendersi gioco dei tanti disoccupati che ancora credono nell’etica della politica, ho scritto denunce sui media e cercato di smuovere l’opinione pubblica. Niente, non è servito a niente. Non c’è verso di cambiare l’andazzo della malapolitica.

L’ultimo caso a Faenza

L’ultimo caso è di pochi giorni fa. Il sindaco di turno – Giovanni Malpezzi, Pd, renziano doc, primo cittadino di Faenza - vuole rafforzare il suo staff e migliorare la sua comunicazione. Più che la professionalità gli interessa la fedeltà delle persone che sceglierà e che, peraltro, ha già in mente. C’è una norma che gli consente di fare nomine “fiduciarie” (l’articolo 90 della legge 267/2000 sugli enti locali) per gli incarichi legati al suo mandato politico. Ma procedere alla nomina diretta lo esporrebbe a critiche. E lui mica è uno che distribuisce incarichi per calcolo o fedeltà politica: ci mancherebbe. Lui è uno che ci tiene al rispetto sostanziale delle regole, che guarda solo all’interesse pubblico mica a quelli personali o degli “amici”.

Così fa uscire un bell’avviso per una “selezione pubblica”: fumoso, generico, di quelli che non si capisce bene chi si voglia selezionare e per fare cosa. L’avviso parla della “copertura di due posti di istruttore amministrativo (categoria C), con contratto a tempo determinato, presso l'ufficio di staff del Sindaco del Comune di Faenza”. Precisa che “la durata del contratto di lavoro è legata alla scadenza del mandato del sindaco”, e che “i candidati devono essere in possesso del diploma di istruzione secondaria superiore (??), oltre ai requisiti generici previsti per le selezioni pubbliche”. Il passaparola dice invece che il sindaco cerca, in particolare, qualcuno che gli curi l’informazione e la comunicazione, ma nell’avviso ci si guarda bene dal fare riferimento alla legge che regola questa attività nelle pubbliche amministrazioni (la legge 150/2000) e alle figure professionali che dovrebbero esercitarla (i giornalisti iscritti all’Ordine professionale). Indica genericamente, tra le funzioni, la “cura delle relazioni politiche istituzionali, interne ed esterne del Sindaco e della Giunta”.

Avviso nascoso a Ferragosto, ma arrivano tante domande
L’avviso, casualmente, esce all’inizio di agosto e scade due giorni dopo Ferragosto. Nonostante questo arrivano al sindaco 79 domande. La fame di lavoro è grande in tutti i campi, e in quello dell’informazione di giornalisti a spasso ce n’è sempre di più. Il bando precisa che le domande “saranno inizialmente esaminate dal Servizio personale e organizzazione” e che successivamente “il Sindaco provvederà poi ad individuare i soggetti a cui affidare l’incarico, previa analisi dei curricula prodotti e sulla base delle esperienze e competenze specifiche”. Dice anche che il sindaco, dopo l’analisi dei curriculum, “valuterà se convocare i candidati per un eventuale colloquio individuale”.

Poi le nomine di un diretto collaboratore e di un altro fiduciario

L’11 settembre il sindaco comunica di aver proceduto alla nomina dei due nuovi addetti al suo staff. Non risulta che ci siano stati colloqui. Anzi, non risulta che ci sia stata nemmeno una risposta di cortesia alle domande presentate. Il comunicato precisa che però che i due sono stati “selezionati mediante procedura pubblica, così come prescritto dall'art. 90 del Testo Unico degli enti locali”. Uno dei due è quello che c’era già, un “diretto collaboratore” del primo cittadino. L’altro, spiega il comunicato, è “un laureato in Scienze Politiche e relazioni internazionali”. Che c’entri con la comunicazione non si sa. Poi, fatto sicuramente secondario e ininfluente, è anche un ex consigliere comunale del partito del sindaco che doveva essere rieletto e invece è rimasto a piedi.

Inno all’ipocrisia e coda di paglia

Il sindaco precisa, puntigliosamente, che “oggetto di valutazione sono state in primis la conoscenza politico-amministrativa del territorio, l'esperienza acquisita presso pubbliche amministrazioni, le conoscenze informatiche e degli strumenti di comunicazione multimediali e le competenze relazionali”. Poi, finalmente, arriva al punto, con queste due frasi da incorniciare:

“Come è prassi, risulta evidente che il ruolo di consiglio e di supporto nell'azione politica del Sindaco e della Giunta necessiti anche di elementi fiduciari irrinunciabili”… “So bene che ogni nomina - soprattutto in politica - può generare critiche ed anche contrapposizioni e strumentalizzazioni. Al riguardo, sono molto sereno, perché ho scelto due persone valide e capaci di gestire i compiti richiesti”.

La prima frase è un inno all’ipocrisia: ma se voleva due “fiduciari”, perché non li ha nominati direttamente, avendo il coraggio della scelta e assumendosene la responsabilità? Perché ha messo in piedi tutto l'ambaradan della selezione pubblica prendendo per i fondelli gli altri 77 che così hanno partecipato a una gara truccata, il cui esito era già deciso in partenza ? La seconda frase, infine, è un monumento alla coda di paglia: per prevenire o ribattere alle critiche, si dice “sereno” perché ha scelto “due persone valide e capaci”. Perché, oltre che fedeli li voleva forse anche incapaci?

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