Destra allo sbando, sinistra desaparecida
Questi sono i numeri. Politicamente, la destra è oggi allo sbando e in cerca di un nuovo leader. Il centro, ma anche settori della destra moderata, i civici e molti moderati di sinistra, stanno tutti confluendo verso quella che sembra ormai l’evoluzione del Pd “decomunistizzato” e “democristianizzato”: il Partito della Nazione che verrà. La sinistra-sinistra dentro il Pd è ormai ridotta a pura testimonianza. Sel e la sinistra radicale fuori dal Pd rincorrono la speranza greca di Syriza nella speranza, per ora vana, di trovare il loro Tsipras. E l’anti-mala-politica, se Grillo e Casaleggio continueranno a dominare il Movimento e non cambieranno verso, rischia di tornare ad ingrossare la sfiducia e l’astensionismo.
Politica, economia, giustizia, libertà di stampa: così l'Italia cambia in peggio
Che da vero nuovo “dominus” della politica italiana Matteo Renzi stia cambiando l’Italia, è altrettanto vero. Il problema è capire come la sta cambiando. Se in meglio o in peggio. Se in senso più o meno democratico. Se con maggiore o minore giustizia sociale. Se nel segno del progresso o dell’arretramento civile. Per ora, quel che si può dire è che l’Italia di Renzi rischia di diventare l’Italia del più forte. In tutti i campi.
In politica, dove con l’Italicum e i capilista bloccati il partito del 40% si prenderà la maggioranza assoluta dei seggi e nominerà i propri pretoriani nell’unica Camera legislativa superstite, sminuendo il diritto degli elettori di scegliere i propri rappresentanti e rendendo di fatto superata – con le nomine di quei fedelissimi - la norma costituzionale che non prevede vincoli di mandato per i parlamentari.
Nell’economia, dove con il Jobs Act si tolgono diritti ai lavoratori e potere ai sindacati per regalare una nuova (e spesso immeritata) centralità alle imprese, ai liberisti alla Marchionne e ai “siur padrun da li beli braghi bianchi” che il lavoro te lo concedono. E che ti tengono se stai alle loro regole, se ti accontenti di uno stipendio da fame, se non fai scioperi e rivendicazioni, sennò ti lasciano a casa quando e come vogliono, pagando soltanto una piccola penale. Anzi, guadagnandoci nel saldo tra incentivi alle assunzioni e indennizzo per il licenziamento previsti dalle nuove norme.
Ma anche nella giustizia, dove la legge sulla responsabilità civile dei magistrati rischia di diventare un’arma straordinaria in mano a chi ha più soldi e potere per intimidire i giudici “scomodi”, mentre per i poveracci che non possono permettersi il Ghedini di turno, nulla cambierà. E pure nell’informazione, dove la nuova legge sulla diffamazione in discussione alla Camera - con le pene pecuniarie salate ai querelati, le sanzioni anche per i giornali online e le rettifiche obbligatorie e senza commento - si sta configurando come una “legge bavaglio” nei confronti dei giornalisti indipendenti, più coraggiosi e delle testate fuori dal coro.
Se Renzi fa quello che neanche Berlusconi....
Tutto questo ci fa temere che Renzi il Paese non lo cambierà da sinistra - come egli invece sostiene e come il leader di un partito che si richiama alla sinistra, o almeno al centrosinistra, dovrebbe fare – ma da destra. Con riforme che tolgono diritti e democrazia. Riuscendo laddove nemmeno Berlusconi era riuscito. Con uno spoil system a guardia del “pensiero unico” e dell’uomo solo al comando.
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