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sabato 23 agosto 2014

Tra tagliagole, guerre di religione e grande recessione il mondo precipita nuovamente verso l'abisso

La ricomparsa dei tagliagole in Iraq. Un Califfato islamico che risorge nell'antica Mesopotania facendo sembrare moderata perfino Al-Quaeda. La nuova guerra tra israeliani e palestinesi, con il ritorno dei bombardamenti sulle città - da un lato - e delle esecuzioni in pubblico - dall'altro - come ai tempi del Re Sole e della ghigliottina. La guerra civile in Ucraina (con i separatisti di Donetsk che abbattono un jumbo di passaggio e fanno quasi 300 vittime innocenti), che è la cartina di tornasole di un "ordine mondiale" mai ritrovato dopo la caduta del muro di Berlino di 25 anni fa. La recessione più lunga e dura dal 1929 che colpisce l'Occidente e un'economia liberista ormai al capolinea. I cambiamenti climatici che segnalano la rottura dell'equilibrio tra uomo e natura e l'urgenza di cambiare strada se vogliamo dare un futuro ai nostri figli e al nostro pianeta. Il Papa che parla di "Terza guerra mondiale" già iniziata, che questa volta si combatterebbe però "a capitoli e pezzetti". 

A mettere in fila i fatti e le notizie principali di questo cupo mese di agosto c'è davvero da rabbrividire. Sembra di vivere una di quelle fasi in cui il mondo sa dare il peggio di sé e si prepara a precipitare nuovamente verso l'abisso della guerra: perde la capacità di dialogare, comprendere le ragioni degli altri e guardare avanti; non riesce a trovare una nuova idea di sviluppo e a raggiungere l'equilibrio tra benessere, qualità della vita e ambiente; si rifugia negli assolutismi, nella voglia di autoritarismo per difendere i propri privilegi minacciati o per conquistare quelli degli altri che gli sono negati. E siccome la storia del mondo è fatta di interessi economici mascherati spesso dai fanatismi religiosi, di imperi (militari, economici o tecnologici che siano) che nascono e cadono, dell'alternanza terribile tra guerra e pace, c'è davvero di che aver paura.

L'impressione, peraltro, è che siamo soltanto all'inizio di questa brutta storia. E che la vera bomba innescata sia quella del confronto crescente e drammatico tra Oriente e Occidente. Cosa succederà, ad esempio, quando grandi paesi come la Cina e l'India avranno preso definitivamente il sopravvento dell'economia? O quando altri paesi in via di sviluppo (oltre all'Iran) vorranno e riusciranno ad avere accesso alle tecnologie più avanzate, a cominciare da quelle nucleari e militari, e alle leve finanziarie finora manovrate dagli Stati Uniti? Ma oggi a spaventare di più è il fondamentalismo religioso e il fanatismo dei suoi adepti.

In Iraq gli jihadisti sunniti che vogliono costituire lo Stato Islamico stanno massacrando migliaia di non musulmani rei di non essersi convertiti alla loro religione: si accaniscono contro la minoranza yazidi gettando le persone ancora vive nelle fosse comuni, terrorizzano i cristiani e costringono mezzo milione di poveri cristi alla diaspora per non essere sterminati.  E' l'aberrazione del "kafir", la bestialità più feroce nella storia dell’islam: chi non appartiene all'autenticità islamica dev'essere eliminato. Una roba da far impallidire perfino la leggendaria ferocia di Re Saladino, l'eroe antico della storia dell'Islam.

Un reporter americano, James Foley, rapito in Siria nel 2012, è stato sgozzato davanti a una telecamera da un guerrigliero dell'Isil, che peraltro pare sia un ragazzo inglese convertito all'Islam. La decapitazione di Foley è stata diffusa via web, su You Tube, con un video titolato "messaggio all'America", in cui prima si vede la vittima inginocchiata, in tuta arancione come i prigionieri di Guantanamo, con alle sue spalle un uomo incappucciato e vestito di nero che con la mano destra gli tiene la testa e con la sinistra impugna un coltello. Qualche momento dopo il corpo di James Foley è senza vita e ha la testa insanguinata poggiata sul grembo. Il video è talmente raccapricciante che io non sono riuscito a guardarlo per intero. E mi consola aver poi saputo che le visualizzazioni sarebbero state relativamente poche, almeno in Occidente.

A Gaza, dove quasi due milioni di palestinesi vivono in un fazzoletto di terra come in una grande prigione a cielo aperto e la loro vita quotidiana (frontiere, traffici, merci, acqua, energia, ecc.) si svolge sotto il controllo ferreo di Israele, i guerriglieri di Hamas, pure loro incappucciati e vestiti di nero, hanno giustiziato in pubblico 18 persone accusate di "collaborazionismo con Israele". Sette sono stati fatti inginocchiare e fucilati in pieno giorno davanti a una moschea, con centinaia di persone (tra cui parecchi bambini e minori) che assistevano alla scena. Gli altri 11 sono stati giustiziati in una stazione di polizia dopo un processo sommario di fronte a una improvvisata Corte marziale. Da quel che si è saputo, alcuni "esperti" di questioni militari e giudiziarie hanno analizzato il "comportamento dei sospettati", hanno deciso che erano colpevoli di aver passato "informazioni al nemico" e andavano perciò fucilati. In pubblico.

Se volevano alienarsi la solidarietà del mondo civile e legittimare i bombardamenti israeliani, ci sono riusciti benissimo. Io non giustifico Israele. Anzi, mi fa grande tristezza pensare che chi è stato vittima dell'Olocausto ora sia diventato carnefice e usi l'arma della violenza e della distruzione verso i propri vicini di casa. Io sto dalla parte del popolo palestinese e del suo diritto all'autodeterminazione, ad avere uno Stato; sto dalla parte dei cittadini di Gaza e del loro diritto a poter vivere una vita "normale", libera, senza dover sottostare alla "dittatura" di Israele. Ma non sto dalla parte di Hamas, della pena di morte, e men che meno di chi giustizia in pubblico persone "sospettate di collaborazionismo", come ai tempi del nazi-fascismo.

Questi sono delle bestie. Quelli di Hamas fanno diventare anche Gaza da vittima a carnefice. Come e più di Israele. Quelli dell'Isil fanno diventare l'Occidente e il suo capitalismo, responsabili degli squilibri del mondo, il modello da difendere; e fanno diventare cristiani anche quelli che non hanno fede, come me. Di questo passo a difenderli resterà solo il grillino Di Battista.

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