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giovedì 13 febbraio 2014

E se Renzi si alleasse col Caimano?

Se la staffetta ci sarà e Matteo Renzi prenderà il posto di Enrico Letta a Palazzo Chigi - sostanzialmente con lo stesso programma, per guidare un governo sostenuto dalla stessa anomala maggioranza di oggi, prima ancora che la riforma elettorale venga approvata e senza passare per il voto popolare - il nuovo leader del Pd si giocherà gran parte della carica innovativa e di rottura dei vecchi schemi che ha fin qui caratterizzato il suo ingresso sulla scena politica nazionale.

Renzi ha sempre sostenuto che non gli interessano i giochi politici e di palazzo, che ciò che vuole è cambiare finalmente l’Italia. Per portare il Paese fuori dalla stagnazione politica-istituzionale degli ultimi 20-30 anni, la sua prima scelta è stata quella di andare a cercare l’accordo sulle riforme direttamente con Berlusconi -, da poco condannato in via definitiva, con una sfilza di processi che neanche Al Capone e appena espulso dal Senato – resuscitandolo politicamente.

Un patto in stridente contrasto con uno scenario politico che vede l’Italia divisa in tre grandi aree politicamente equivalenti, che ha diviso il Pd e incartato la maggioranza che sostiene Letta. Tanto che il governo si è impantanato, e anche in Parlamento le riforme sembrano segnare il passo, rischiando di vanificare le accelerazioni e innovazioni renziane, mentre Grillo torna a volare nei sondaggi.

Se volesse essere coerente con se stesso e scompaginare davvero i giochi, il rottamatore avrebbe una sola strada davanti: fare il governo con Forza Italia, cioè con chi ha trovato “piena sintonia” sulle riforme per cambiare il Paese. Semmai con un programma che preveda anche il pezzo mancante di quel patto di ferro che sia Renzi sia Berlusconi hanno in mente: il presidenzialismo. Penso che sarebbe una sciagura, ma almeno i giochi sarebbero davvero chiari.

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