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domenica 6 ottobre 2013

Vitalizi, la lista della vergogna.

L'Espresso di questa settimana pubblica l'elenco dei vitalizi dei parlamentari in carica e non, con gli anni contributivi maturati in Parlamento e l'importo mensile percepito
http://espresso.repubblica.it/palazzo/2013/10/02/news/pensioni-d-oro-tutti-i-nomi-1.135600. E' un elenco della vergogna. Soprattutto se paragonato allo stato del Paese di oggi. 

Da una parte ci sono gli esodati, i lavoratori che non possono più andare in pensione nemmeno dopo 40 anni (quaranta) di contributi, gli anziani con la minima da fame (5-600 euro), i giovani a cui è stato addirittura tolto un futuro previdenziale. Dall'altro ci sono i nostri politici che con appena due anni da senatore o deputato si portano a casa un vitalizio da 2.000 euro per tutta la vita, parlamentari che dopo due o tre legislature arrivano a incassare 4-5.000 euro al mese, che si sommano ad altre pensioni, sempre vita natural durante. 
  
Un elenco che è lo specchio della mala-politica. Minacciata dall'onda dell'antipolitica che è arrivata a un passo dal travolgerla, la politica ha poi cominciato a tagliarsi i vitalizi. Lo ha fatto per prima in Emilia-Romagna e poi a livello nazionale. Ma sempre per quelli che verranno dopo. "Perchè i diritti acquisiti non si toccano", hanno detto. 

Cari deputati, senatori, consiglieri regionali: voi dimenticate che qui non stiamo parlando di diritti acquisiti, bensì di privilegi acquisiti. E io credo che se la politica vuole tornare a conquistare la fiducia del popolo i privilegi li debba cancellare, a cominciare dai suoi. 

Io non ho molta fiducia che questo possa avvenire. Soprattutto in tempo di larghe intese. Ma se questo Paese vuole evitare un declino irreversibile e non vuole consegnarsi a Grillo, il problema di tornare dalla mala politica alla buona politica de lo dovrà pur porre. 
  
Per il passato e il presente, banalizzando, io la vedo così. La politica non è solo una nobilissima arte: è l'anima e il motore del vivere in comunità, di un popolo. E' buona quando è spirito di servizio per gli altri, per tutta la società. E' cattiva quando serve solo gli interessi propri e di parte. Quando è stata passione, etica, generosità, sacrificio, il mondo è progredito. Quando è stata potere, ha portato solo guai.

In Italia la generazione che ha fatto la Resistenza, che ha combattuto per portarci fuori dal fascismo e dall'occupazione tedesca, che è cresciuta nella sofferenza e nelle privazioni, ha prodotto una Costituzione invidiabile e una classe politica di grande spessore. Successivamente, per qualche decennio, quell'insegnamento ha tenuto, è stata la stella polare per le nuove generazioni impegnate in politica.

Poi nella trasmissione dai padri ai figli e - soprattutto - nel passaggio dalla povertà alla società del benessere, molto si è via via perso. Fino che a partire dagli anni Ottanta, con l'avvento prima dello yuppismo poi del berlusconismo, la politica ha smesso di pensare al paese e ha pensato, in gran parte, solo a se stessa. Da lì sono cominciati i guai che ci hanno portato oggi ad avere, credo, la peggior classe dirigente d'Europa.

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