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lunedì 17 giugno 2013

Grazie Brisighella!

Brisighella mi vuole bene. E io voglio bene a Brisighella. Tredici anni fa, quando presentai il mio primo libro sulle storie dei soldati brisighellesi al fronte e sulle lettere dei prigionieri di guerra dai lager di mezzo mondo ("Arriverà quel giorno..."), si riempì il teatro. Fu una serata emozionante, i familiari a cui consegnammo copia di quelle lettere dimenticate,  recuperate negli archivi, si commossero e il sindaco di allora, Cesarino Sangiorgi, qualche giorno dopo mi scrisse una breve ma bellissima lettera, che conservo gelosamente in bacheca, con cui mi ringraziava per aver restituito una parte di memoria a quella comunità.

L'altra sera, 15 giugno, primo sabato d'estate, invece di andare come si fa solitamente a cena fuori, a mangiare il gelato o a morosa, con la semifinale dell'europeo di calcio e la prima della Confederation cup in Tv, almeno 60-70 persone sono venute nella sala del centro polivalente Cicognani alla presentazione del mio libro su quando San Marino era comunista e dintorni ("Gli intrighi di una Repubblica"), con Sergio Zavoli che dopo aver firmato la prefazione, per la terza volta (le altre a Rimini e San Marino) mi ha voluto onorare della sua presenza e del suo intervento.  (Quando avrò le foto dell'iniziativa le pubblicherò, per ora accontentatevi della cover).


E' vero che a Brisighella sono nato e cresciuto. E che lì ho coltivato la mia passione per la politica, oggi esaurita. Ma me ne sono andato da più di 30 anni. A vent'anni e qualcosa mi candidarono alle elezioni provinciali e presi un sacco di preferenze. Ma credo fosse, più che altro, perché giocavo piuttosto bene a calcio (portiere del Brisighella con alle spalle un trasferimento sfiorato al Cesena e diversi tornei estivi col San Martino football club) e mi votarono gli (e le) ultras che a quel tempo si divertivano ancora andando, di sera, nei campetti parrocchiali scarsamente illuminati a fare il tifo per la squadra del loro paese.

Però è anche vero che con me segretario del Pci si fece la prima giunta di sinistra nella città dei cardinali (ben sette finora), con sindaco il mitico Amos Piancastelli: uno che aveva fatto la Resistenza, era andato a scuola fino alla terza elementare ma dei problemi della gente e del territorio ne sapeva più di tanti intellettuali e politici di professione di oggi. Furono le persone come Amos, come Arrigo Boldrini (il leggendario comandante Bulow) e Davide Visani (solo mio omonimo, segretario di zona e poi regionale del Pci), assieme ad altri brisighellesi come Sergio Laghi e Viscardone Baldi, a trasmettermi la loro disinteressata passione.

Di Piancastelli, poi, ricordo anche un aneddoto personale. Il primo comizio della mia vita me lo fece fare lui, a San Martino in Gattara, dove la Dc aveva il 70% dei voti e il Pci il 10. Piazzò l'Autobianchi Primula del partito (pesava come un carro armato), con gli altoparlanti sul tetto, sotto il ponte della ferrovia, di fronte al bar Giacomela. Mi presentò, mi porse il microfono e disse: "Parla". Fuori dal bar c'era un bel gruppetto di persone intente a giocare a carte, a bere e chiacchierare. A me tremavano le gambe e la voce. Come cominciai a parlare, a uno a uno gli avventori cominciarono ad alzarsi e a ritirarsi all'interno del bar. Fuori rimase solo un vecchietto appoggiato a un bastone, che sembrava annuire sempre ma era perchè aveva un tremolio continuo alla testa. Io mi sarei seppellito. Ma Amos mi disse: "Parla, vai avanti che da dentro ti ascoltano".  Alle elezioni, in effetti, la lista del Pci in cui ero candidato raddoppiò i voti. Ma molti, come ho già detto, penso che me lo dessero, il voto, solo perchè erano dei fan del San Martino football club e io gli avevo fatto vincere qualche partita.

Fatto sta che il ritorno nella "mia" Brisighella più bello di così non poteva essere, con due giornate bellissime alle iniziative promosse dal Comune e dai partigiani dell'Anpi. Sabato sera la presentazione del mio libro, preceduta da una buona copertura della stampa locale e dal "lancio" del giorno prima su E'-Tv con Eugenio Riccòmini.



La grande sala era quasi piena di amici ritrovati, ex compagni di scuola, d'infanzia e di partito, parenti, ma anche di persone sconosciute, di cui una decina perfino giovani.  Li avrei voluti ringraziare uno a uno di essere lì.

La serata ha funzionato a meraviglia. I saluti del presidente Anpi e del giovane sindaco, Davide Missiroli, che mi hanno pure omaggiato con una bella stampa di Domenico Dalmonte (che era stato il mio prof di disegno alle medie) e una bottiglia di Olio Brisighello. La presentazione ben guidata dall'amico libraio faentino Renzo Bertaccini, con le foto di Walter Breviglieri sul colpo di Stato di Rovereta che scorrevano sullo sfondo. La proiezione del documentario  "Il Monte" su San Marino, un "bijoux" con immagini straordinarie sulla ferrovia Rimini-San Marino che non c'è più, la guerra e il ritorno degli sfollati dal Titano. L'intervento conclusivo di Sergio Zavoli, che a 90 anni, col suo modo ineguagliabile e affascinante di narrare, ha tenuto in pugno per 45 minuti la platea con un discorso-testimonianza sui valori della vita e della politica, sui giovani e il futuro di questo nostro paese.

Domenica, invece, bella camminata lungo il sentiero dei partigiani, su su fino al Museo della Resistenza di Cà Malanca, salendo per i campi che furono teatro di una della più cruente (e sciagurate) battaglie partigiane della lotta di Liberazione, passando per i crinali sempre stupendi del nostro appennino. Una quindicina di persone tra sconosciuti scarpinatori, amici, famiglia, guardie ecologiche volontarie e un suonatore di flauto che faceva gli stacchetti per la giovane guida dell'Anpi.








Infine il pranzo nel bel prato della casa-museo, con garganelli, salcicce e squacquerone preparati dai partigiani di oggi, tutti giovani. E con l'assessore alla cultura, Guido Mondini, che dopo aver sistemato le sedie e l'impianto di proiezione per la presentazione del sabato a Brisighella, aver riaccompagnato di notte con il Doblò del Comune Sergio Zavoli fino a Rimini, essere rientrato alle 3.30, ora è lì a Cà Malanca, alla cassa, a prendere le ordinazioni. Poi dicono i costi e i privilegi della politica! Grazie, grazie di cuore Brisighella. 


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