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domenica 7 aprile 2013

Onida, "La Zanzara" e l'Ordine dei giornalisti. Ha sbagliato l'attore-show man Merku o è da rifare la legge che consente ai non giornalisti di diventare consiglieri?

Dico la mia sul caso della trappola telefonica tesa da La Zanzara a Valerio Onida attraverso l'imitazione di Margherita Hack eseguita magistralmente da Andro Merku, che nella vita fa l'attore ma è anche pubblicista e consigliere nazionale dell'Ordine dei giornalisti. E proprio questo suo ruolo nell'Ordine sta sollevando molte polemiche. Con i critici che gridano alla grave violazione deontologica aggravata dal suo essere consigliere, e con il presidente dell'Ordine regionale del Friuli, a cui Mercku è iscritto, che invece "l'assolve" sostenendo che ha agito da attore e in quanto attore non può aver violato la deontologia giornalistica.

Chi ha ragione? Andro è un simpatico e bravissimo show man e, per quanto ne so, vive della sua attività di attore e imitatore, non della sua attività pubblicistica. Per quanto riguarda sua partecipazione, come attore, allo scherzo di La Zanzara a Onida ognuno è libero di deplorare l'inganno o di applaudire alla bravura dell'imitatore. 

Ma l'anomalia di fondo non è quella, è un'altra: è che l'attore, imitatore, show man Andro Merku abbia potuto diventare consigliere nazionale dell'Ordine dei giornalisti. L'anomalia è che avvocati, commercialisti, imprenditori e persone che campano facendo tutt'altri mestieri che quello giornalistico siano "i rappresentanti" dei giornalisti nell'Ordine. 

Per quel che ne so, siamo l'unico Ordine a vivere una simile anomalia. Con il paradosso che il Consiglio nazionale dell'Ordine PROFESSIONALE dei giornalisti è oggi sostanzialmente governato dai NON PROFESSIONISTI. Se Enzo Iacopino è diventato presidente, lo deve fondamentalmente al voto dei pubblicisti, la gran parte dei quali non esercita la professione e non vive di giornalismo. Ma conta come e più dei giornalisti professionisti nell'autogoverno della categoria.
 
Non può durare così. Se un Ordine ci deve essere - e io credo che sia giusto che un mestiere delicato come il nostro debba avere un quadro preciso di regole e un riferimento normativo e istituzionale forte, soprattutto per quanto riguarda l'accesso, la formazione e la deontologia - e se QUESTO Ordine vuole recuperare credibilità e ruolo, bisogna cambiare registro. A partire dall'accesso alla professione e dall'iscrizione all'Albo. 

Giornalista deve essere chi fa il giornalista. E intendo sia i professionisti sia i pubblicisti che fanno i giornalisti di mestiere ma non hanno la fortuna di avere un contratto giornalistico. A questi ultimi (si stima che siano  circa 20mila, più o meno lo stesso numero dei professionisti in attività) deve essere data l'opportunità di intraprendere un percorso formativo che li porti a sostenere l'esame di Stato per diventare essi stessi professionisti. 

(Un passo importante in tal senso è stato fatto nell'ultimo Consiglio nazionale dell'Ordine, con l'approvazione del "ricongiungimento", ovvero il provvedimento che consentirà l'apertura di quel percorso. Un'approvazione, guarda caso, contestata dalle lobbies dei "pubblicisti non giornalisti", che all'ultimo hanno tentato - per fortuna inutilmente - di far mancare il numero legale e vanificare tutto). 

Gli altri, chi svolge "anche" un'attività pubblicistica, potrà essere inserito in un elenco speciale, avere il tesserino da pubblicista, semmai il diritto di rappresentanza nei consigli regionali e nazionale dell'Ordine, ma non un ruolo di governo della professione giornalistica con tutto ciò che questo comporta, a cominciare dalla vigilanza sul rispetto della deontologia. Sennò che Ordine professionale è?

Così la vedo io. Non so se mi ricandiderò a consigliere nazionale dell'Ordine. Ho fatto una sola consigliatura: un'esperienza non certo esaltante, ma qualcosa di quel mondo ho imparato, qualcosa di buono credo di aver combinato e potrei fare sicuramente meglio in una eventuale seconda (e ultima, perchè due mandati devono bastare e avanzare per tutti, anche all'Ordine) esperienza, ora che ho maturato un po' più d'esperienza. Se qualcuno me lo proporrà o chiederà, se deciderò di ricandidarmi, lo farò per portare avanti questa idea di fondo.

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