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venerdì 8 febbraio 2013

"AAA giornalista cercasi", seconda puntata

Torno sulla vicenda della selezione di due addetti stampa ("AAA giornalista cercasi. Si scomodano in 324 ma vincono i due che c'erano già. A Modena rispunta l'ombra di Concorsopoli") perchè nel Gruppo Giornalisti di Modena, che è un gruppo chiuso non visibile a chi non è iscritto, è comparsa la replica di Roberto Righetti, capo ufficio stampa del Comune e presidente dell'Associazione stampa modenese, con diversi post di commento da parte di colleghi e anche del presidente dell'Aser. Per questo ricostruisco lo scambio per i lettori di questo blog, che invece è aperto a tutti.

Scrive Roberto Righetti: "Giornalisti all'ufficio stampa del Comune - Non voglio polemizzare con Claudio Visani e Natascia Ronchetti rispetto a quanto scritto sul blog di Visani postato da Antonella, ma almeno in questo gruppo credo che alcune precisazioni siano dovute. Essendo in scadenza due incarichi, il Comune di Modena ha attivato una selezione con avviso pubblico, non un concorso, quindi, ma un percorso trasparente per arrivare ad assegnare i due cococo (20 mesi, sostanzialmente alle stesse condizioni economiche dei contratti in scadenza). È la prima volta che questo avviene da parte del Comune di Modena.

Un semplice rinnovo, come propone Visani, non è più possibile, le norme sono cambiate e stupisce che un giornalista così esperto non verifichi prima di scrivere. E non sia sufficientemente attento quando la cosa gli viene precisata in occasione del colloquio. Capisco che per qualcuno sia più semplice immaginare "di affidare l'incarico a chi lo si vuole affidare" senza scomodare nessun altro. Evidentemente c'è chi è abituato così.

L'altra questione riguarda il tempo per proporre la domanda: troppo poco? È quello previsto dalle norme e ha consentito a 322 colleghi di presentare il proprio curriculum. Non capisco come si possa ritenere fosse poco. I due colleghi che avevano l'incarico in scadenza, inoltre, avevano il diritto di partecipare alla selezione e a loro è stato affidato l'incarico ritenendoli i più idonei a ricoprire quei ruoli, considerando anche il periodo particolare, in chiusura di mandato amministrativo, in cui stanno andando a compimento progetti che hanno seguito e conoscono.

Cosa c'è di "truffaldino" in questa decisione? Le parole hanno un senso e qualificano chi le usa... Ho come l'impressione che ci siano colleghi i quali, per storia e frequentazioni, si considerano più uguali degli altri.
Annotazione finale a carattere sindacale: scadevano due incarichi e sono stati confermati due posti di lavoro. Di questi tempi mi pare un'ottima notizia. Purtroppo, infatti, non è questa la consuetudine da parte di enti locali ed editori. Mi auguro che si riescano a ottenere sempre più spesso risultati di questo tipo. Credo che per un sindacato non dovrebbe essere secondario".

Questa la risposta che ho postato nel Gruppo giornalisti di Modena.

"Caro Roberto Righetti, quel che c'è stato di truffaldino in questa vicenda mi pare chiarissimo: c'è che si è bandita una selezione pubblica sapendo già in partenza i nomi dei vincitori. Io non ho niente da dire sui o contro i colleghi confermati nel loro incarico, ma mi sembra evidente che la selezione è stata soltanto formale mentre nella sostanza non c'è stata. Se si è scelto, come tu sostieni, un "percorso trasparente", perchè il colloquio è stato solo conoscitivo delle persone (almeno con me) e non delle loro capacità, con tanto di punteggi e graduatoria? E perchè non si pubblicano i curriculum delle 10-12 persone chiamate al colloquio?

In secondo luogo, a me non risulta che per rinnovare un contratto di collaborazione coordinata e continuativa sia obbligatoria una procedura di selezione pubblica. Anzi, mi risulta che c'è un decreto ad hoc del governo per gli incarichi cosidetti di alta specializzazione che lascia ampia discrezione alle pubbliche amministrazioni di scegliersi i collaboratori senza la necessità di "pararsi il culo" con finti concorsi o selezioni. Se non è così, prego Righetti di darmi gli estremi delle nuove norme a cui fa riferimento.

Infine, rispedisco al mittente le tue insinuazioni nei miei confronti ("stupisce che un giornalista così esperto non verifichi prima di scrivere"...Le parole hanno un senso e qualificano chi le usa... Ho come l'impressione che ci siano colleghi i quali, per storia e frequentazioni, si considerano più uguali degli altri"), dal momento che della mia professionalità, moralità e onestà intellettuale parla per me la mia storia, che forse dovresti approfondire un po' meglio. E ti faccio presente che a me non sembra proprio il massimo della professionalità e delle deontologia (o quanto meno dell'opportunità) il fatto che il capo ufficio stampa che è anche il presidente del sindacato dei giornalisti modenesi, stia nella commissione che ha scelto i due vincitori di cui uno mi risulta sia un altro dirigente di quel sindacato".

Ad Antonella Cardone, che ringrazio per quel che ha scritto e per avermi inserito nel Gruppo giornalisti di Modena, contesto comunque l'affermazione "chiarito che il Comune ha sostanzialmente ragione". No Antonella, il Comune non ha ragione perchè se si decide di fare una selezione o un concorso pubblici, la selezione o il concorso devono essere veri, non finti, e deve vincere chi ha più titoli e capacità. Diversamente ci sono altre strade, legali e non ipocrite, per selezionare il personale. Altrimenti si continua a perpetrare il malcostume che ha generato "Concorsopoli", cioè i legittimi sospetti sulla obiettività e trasparenza della selezione del personale pubblico, con l'ondata di anti-politica che si portano dietro.

Un chiarimento, infine, la devo chiedere anche a Serena Bersani, presidente dell'Aser a cui sono iscritto da molti anni, che tra l'altro commenta nel Gruppo giornalisti modenese:
"Se poi vogliamo essere pignoli, rammento a Visani che il ricorso contro l'università di Bologna che il sindacato ha appoggiato e perso ha comportato che la legittima vincitrice di quel posto è rimasta al palo per un anno, in attesa della sentenza,senza poter lavorare lì e nemmeno altrove perché sperava la questione si risolvesse da un momento all'altro. Ed essendo anch'essa iscritta al sindacato, ha aspettato che il giudice la mettesse al suo posto per farmi una garbata telefonata in cui mi annunciava che stava stracciando la tessera dell'Aser. Nei suoi panni avrei fatto la stessa cosa (ma molti, evidentemente trovandosi troppo bene nei propri, nei panni degli altri non si mettono mai)".

Che significa quel riferimento al ricorso contro l'Università? L'Aser si è forse pentita di aver sostenuto quella battaglia di principio contro i bandi che chiedono come requisiti obbligatori titoli, anzianità esperienze che non sono previsti dalle leggi che regolano la nostra professione? Bandi così mirati in cui spesso manca solo il nome del vincitore per completare la pratica dei concorsi truccati; quella "Concorsopoli" contro cui mi sono battuto per anni, in tutta Italia, con il sostegno (allora) convinto del sindacato e anche dell'Ordine. Tanto che la Fnsi ha poi predisposto un "bando virtuoso", condiviso anche dall'Ordine nazionale dei giornalisti, e si batte perchè venga recepito dalle pubbliche amministrazioni e si ponga fine al malcostume delle selezioni fatte per mascherare scelte già prese. E' cambiato o mi sono perso qualcosa? Spero proprio di no. E spero che nessuno, nel sindacato, sostenga che per difendere i posti di lavoro, soprattutto dei precari, in questo momento di crisi buia per tutti, si debba soprassedere ai principi, ai diritti e alle leggi, penalizzando così chi alle regole, all'onestà e alla trasparenza crede ancora.

E questa è la risposta alle mie domande postata da Serena Bersani, presidente Aser, nel Gruppo giornalisti modenesi:

"Non sono affatto pentita di quella scelta fatta dal sindacato, per altro quando io non ero ancora presidente. Però ho capito anche il malessere della collega, che da quella vicenda è stata pesantemente penalizzata e credo immeritatamente. Mi chiedo anche perché il sostegno a una causa intentata (ripeto, secondo me giustamente) da un proprio iscritto debba rivelarsi un danno per un altro iscritto, che non si è sentito tutelato da un sindacato che considerava (giustamente) anche suo.

Sull'opportunità che Righetti facesse parte di quella commissione concordo con Visani. Sul vincitore dirigente sindacale (non so neppure di chi stiamo parlando) concordo invece con Righetti: chi fa sindacato non può lavorare e se partecipa a un concorso deve automaticamente essere considerato un raccomandato? Mi chiedo allora perché io non ho un lavoro da un anno, devo aver sbagliato qualcosa..".








4 commenti:

  1. Ciao Claudio, sottoscrivo dalla prima all'ultima riga. Credo che la nostra categoria sia davvero arrivata alla frutta.

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  2. Aggiungo. Ho posto all'Aser il problema dell'opportunità che un dirigente del sindacato facesse parte della commissione esaminatrice molto prima che la selezione si concludesse. Tanto per chiarire che il tema è davvero un altro.
    Secondo: immagino che già fosse acclarato che i giornalisti precari in scadenza conoscevano i progetti che il Comune di Modena ha in corso, dunque, come osserva il collega Righetti, più idonei a ricoprire l'incarico. Dunque, perchè ricorrere a una selezione?

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    1. Hai centrato il punto. Se il Comune riteneva che quei due colleghi fossero i più adatti per quell'incarico, doveva semplicemente confermarli, nelle forme legali che sono consentite dalla legge, senza mettere in piedi una selezione pubblica che selezione non è, che scomoda e illude tanti altri colleghi in cerca di lavoro e serve solo a salvare le apparenze e, forse, a parare il fondo schiena di qualcuno.

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