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mercoledì 23 gennaio 2013

Preso il boss della 'ndrangherta che minacciava di morte Giovanni Tizian. Una sua inchiesta ripresa nel libro su S. Marino

Hanno preso il boss della 'Ndrangheta che aveva minacciato di morte Giovanni Tizian, il giornalista precario della Gazzetta di Modena, ora al gruppo Espresso-Repubblica, che sul suo giornale aveva raccontato con nomi e cognomi le infiltrazioni della malavita organizzata in Emilia-Romagna. 

"O la smette o gli sparo in bocca", aveva detto il capo della cosca Nicola Femia, detto Rocco, a un affiliato nel corso di una conversazione telefonica intercettata dalla polizia. E ancora: "in mezza pagina parla di me, ed è già la seconda volta in due anni". E l'altro, un faccendiere, gli rispondeva: "''Va bene, mi dici come si chiama il giornale e il nominativo, che lo facciamo smettere immediatamente. Ci penso io". 

E il giornalista precario di provincia Giovanni Tizian era finito sotto scorta (lo è ancora), la vita sconvolta e a rischio per aver scritto, da collaboratore e per pochi euro, articoli sul ruolo e gli intrecci del boss con la realtà economica locale.  E dopo (solo dopo), e adesso (solo adesso, dopo gli arresti) tutti a sottolineare "l'importanza del lavoro giornalistico d'inchiesta"; tutti ad affermare che "la libera informazione è un caposaldo per l'opera di prevenzione e contrasto a tutte le mafie''.

Assieme a Femia sono state arrestate altre 8 persone di un'organizzazione che gestiva in tutta Italia i settori del gioco on line e delle videoslot manomesse. Un''organizzazione che aveva la base operativa in Emilia con ramificazioni in diverse regioni, in Romania e in Gran Bretagna. 

Giovanni Tizian è stato poi l'autore, per l'Espresso e Repubblica, di una documentata inchiesta sulla penetrazione delle cosche a San Marino, che, col suo consenso, ho in parte utilizzato e pubblicato nel libro "Gli intrighi di una Repubblica", nel capitolo finale sul Titano "paradiso fiscale" e patria del riciclaggio del denaro sporco. 

A Tizian sono arrivate ieri tante dichiarazioni di solidarietà, tra cui quella dei presidenti della Regione e dell'Assemblea legislativa, rispettivamente Vasco Errani e Palma Costi. ''E' l'ennesima riprova della assoluta necessita' di proseguire in modo determinato nel serrato contrasto alla criminalità organizzata che, sempre più, sta cercando di infiltrarsi nelle nostre comunita''', ha scritto Errani. E probabilmente pensava anche al grande business della ricostruzione post-terremoto.  "Un altro segnale inquietante del radicamento della criminalità organizzata sul territorio", ha aggiunto Costi.

A Giovanni, per quel che vale, aggiungo anche la mia piena e disinteressata vicinanza.  



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