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giovedì 4 ottobre 2012

Regione, nuova manovra in arrivo sui costi della politica. Vitalizi ritardati in attesa della cancellazione e taglio agli staff

Sotto la pressione dei media, con la Finanza che comincia a portare via quintali di carte, la Regione Emilia-Romagna, che non vuole essere associata a Lazio o Piemonte, prepara la quinta manovra di contenumento dei costi: vitalizi più lontani e taglio degli staff. Ecco l'articolo di oggi su l'Unità.


Nuova stretta sui vitalizi e ridimensionamento degli staff. Nemmeno il tempo di metabolizzare la quarta manovra in due anni e mettere a punto le misure di ulteriore riduzione dei costi della politica regionale votate l’altro ieri all’unanimità dall’Assemblea legislativa, che è già tempo di occuparsi di un’altra riforma. Con lo sguardo rivolto al Consiglio dei ministri che oggi potrebbe imporre nuovi «sacrifici» ai politici locali, sotto la duplice pressione della Finanza e dei media che incalzano la politica a eliminare ogni privilegio, l’ufficio di presidenza e i capigruppo stanno preparando due nuovi interventi da varare entro l’anno. Da una settimana gira una bozza, presentata in modo informale ai gruppi, che prevede tre correzioni ai vitalizi che i consiglieri regionali continueranno a maturare fino al termine della legislatura; giacchè, com’è noto, le «pensioni d’oro» della Regione (da 1.650 a 4.950 euro al mese) sono state cancellate a partire dalla prossima. La prima è più importante modifica riguarda il momento dell’erogazione. Oggi la normativa prevede che chi ha maturato il diritto può cominciare a riscuotere il vitalizio all’età di 60 anni. Con la modifica, invece, il godimento si avrebbe quando si arriva all’età pensionabile delle persone «normali», che con la riforma Fornero è stata alzata fino a 67 anni. La seconda correzione è l’introduzione del divieto di cumulo del vitalizio con altre indennità pubbliche. Con le regole oggi in vigore, il vitalizio viene sospeso solo se chi lo percepisce è diventato consigliere di un’altra Regione, parlamentare italiano o europeo. Se invece il beneficiario ha altre indennità pubbliche, come ad esempio l’incarico in una società partecipata, può cumulare i diversi emolumenti. In futuro questo non sarà più possibile. La terza e ultima limatura dovrebbe riguardare, per i tre anni che mancano alla fine della legislatura, l’introduzione del sistema contributivo per il calcolo del vitalizio.


Alla bozza stanno lavorando in particolare i questori Mario Mazzotti (Pd) e Luca Bartolini (Pdl). Sui contenuti ci sarebbe, in linea di massima, il via libera da parte di tutti i gruppi consiliari. La discussione nel merito dovrebbe cominciare già dai prossimi giorni. L’obiettivo è arrivare ad approvare il testo unico di riordino complessivo entro l’anno. «La discussione è già avviata, i tempi sono stretti, la prima riunione utile dell’ufficio di presidenza è quella di mercoledì prossimo, 10 ottobre», conferma il segretario Roberto Corradi (Lega Nord). «Per quel che ci riguarda, tutte queste correzioni sono condivisibili, vanno fatte e vanno fatte in fretta», commenta il capo gruppo di Sel, Gian Guido Naldi. Che poi aggiunge: «Una volta il vitalizio era una sorta di compensazione d’amore che si garantiva a chi aveva speso una vita al servizio degli altri. Una volta chi faceva politica veniva penalizzato e aveva bisogno di queste tutele. Oggi non è più così».

L’altro intervento allo studio dell’ufficio di presidenza è il ridimensionamento delle strutture speciali, a cominciare dagli staff e dagli incarichi politici. Oggi, solo per l’ufficio di presidenza, ci sono 24 tra persone di fiducia, portaborse e portavoce: 6 per il presidente, Matteo Richetti (Pd), 6 per il vice presidente, Sandro Mandini (Idv), 3 per l’altro vice, Enrico Aimi (Pdl), 3 per il segretario Corradi (Lega), 4 per il questore Bartolini (Pdl) e 2 per l’altro questore, Mazzotti (Pd). Altre 26 unità di personale politico sono in carico alle Commissioni. Poi ci sono i 40 e passa incarichi nei gruppi. Per tutte le strutture la proposta è un taglio del 30%.


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