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venerdì 19 ottobre 2012

Le primarie e i democristiani del Pd. Richetti, Draghetti, Burgin: todos caballeros

I democristiani sono sempre democristiani, in qualsiasi partito militino, e non cambieranno mai. Quelli del Pd, poi, non li sopporto più. Alcuni di quelli che ho conosciuto da vicino sono dei miracolati dalla politica che hanno fatto carriera solo perchè avevano la casacca giusta al momento giusto. Hanno curriculum imbarazzanti per le responsabilità che ricoprono, ma in pubblico la menano sul riconoscimento del merito e della professionalità. Si presentano come i campioni delle pari opportunità, del rispetto delle regole e della trasparenza, ma se andate a vedere si sono circondati di pretoriani e fiduciari assunti senza concorso, nominati, rigorosamente tutti dei loro.

Ma non basta. Invece di ringraziare il signore (e soprattutto i loro sponsor politici) del privilegio che hanno avuto, starsene buoni e onorare al meglio i rispettivi incarichi, non si accontentano, sgomitano per andare ancora più su, e ora vogliono addirittura rottamare gli sponsor che li hanno messi lì. 

Oggi, ad esempio, ho visto in una foto del Carlino l'assessore Emanuele Burgin a Castenaso con la maglietta rossa "Matteo Renzi Adesso" e il sorriso entusiasta per l'arrivo del rottamatore. Burgin, se ricordo bene, ha fatto per vent'anni il consigliere comunale della Dc a Zola Predosa (e se uno ha i numeri non sta vent'anni in Consiglio a Zola) ed è da ormai dieci anni assessore in Provincia. E vuole rottamare gli altri.  Ma va....

La presidente della Provincia, Beatrice Draghetti, ha invece dichiarato: "Non dirò per chi voto". Nel partito e tra gli elettori del centrosinistra si è scatenato il panico. Tutti si sono chiesti: "E come faremo ora a scegliere senza sapere cosa fa la Draghetti, senza il suo faro?". State traquilli elettori del Pd e del centrosinistra: anche la Draghetti, sia pure senza indossare la maglietta, sta con Renzi e i rottamatori. Del resto, lei se l'è guadagnata, ha titolo per rottamare. Faceva l'insegnante alle medie fino al 1995, poi scese in campo Prodi, lei entrò nei Comitati prodiani, l'Ulivo vinse le elezioni, i cattolici avevano la corsia riservata, e voilà, subito assessore e poi presidente.

Infine, si può forse dimenticare la lezione di rinnovamento della politica dell'astro nascente Matteo Richetti, presidente dell'Assemblea legislativa dell'Emilia-Romagna, il "JFK di Fiorano", braccio destro (o sinistro, non l'ho ancora capito) dell'altro Matteo, Matteo Renzi? Richetti nei giorni scorsi ha inviato, anche a me, una newsletter a sostegno di una iniziativa pro-Renzi nel modenese con invito a partecipare e sostenere la corsa del sindaco di Firenze alle primarie del centrosinistra.

Fin qui niente di strano. Se non fosse che la newsletter si conclude con l'invito a chi vuole informazioni o dare sostegno a Renzi di rivolgersi al capo di gabinetto e alla portavoce del presidente Richetti, con tanto di numero di cellulare (chissà se privato o della Regione?). Insomma, tre esponenti dell'Assemblea legislativa al servizio della campagna elettorale di Renzi (e di Richetti). Quando si dice il rispetto per le istituzioni...



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