Paolo Nanni è stato per un certo periodo l'uomo di punta dell'Idv a Bologna. Ora, com'è noto, è indacato per peculato. Pare che tra le sue ricevute ci fossero, tra l'altro, le spese di convegni pubblicizzati ma inesistenti e mai celebrati; e che ci fossero scontrini di più ristoranti per pranzi e cene fatte nello stesso giorno, alla stessa ora, in luoghi diversi. Lui si dice innocente. La magistratura, si spera, chiarirà.
Ora da Antonio Di Pietro in giù tutti fanno finta di non conoscerlo nemmeno più: "Nanni chi?". Allo stesso tempo leggo che l'Idv in Regione ha lanciato "l'operazione trasparenza": tutto on line, tutto regolare. Quindi mi viene da raccontare una storiella.
Qualche tempo fa, mentre ero disoccupato, quelli dell'Idv della Regione mi vennero a cercare, mi dissero che avevano bisogno di un giornalista per gestire mediaticamente l'attività del gruppo, mi chiesero se ero disponibile. Io non ho mai votato Idv nè ho mai avuto simpatie politiche per Di Pietro e soci. Ma apprezzai il fatto che loro lo sapessero e mi avessero comunque proposto quel lavoro: pensai che qualcuno aveva una buona opinione della mia professionalità ed esperienza.
Io all'epoca cercavo "un lavoro" perciò dissi loro che si poteva fare. Ci fu un incontro. La proposta mi fu confermata. Io posi solo due condizioni: che mi venisse fatto un contratto regolare, da redattore ordinario con minimo sindacale; e che il lavoro fosse di carattere "professionale", non "fiduciario".
Non si sono mai più fatti vivi. Hanno fatto con me come ora fanno con Nanni: "Visani chi?".
Poi leggo nel sito della Regione che il vicepresidente Idv dell'Assemblea legislativa, Sandro Mandini, ha uno staff di sei persone. Sei persone in staff per un vice presidente dell'Assemblea? Sì, sei. Tutte con contratti precari, co.co.co. della durata da tre a massimo sei mesi. Tutti stipulati o rinnovati nei mesi scorsi, quando la polemica sui costi della politica era già divampava. Viva la trasparenza. Viva la regolarità. Viva l'Italia dei Valori.
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