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martedì 14 agosto 2012

Lo scandalo delle interviste Tv a pagamento ai politici regionali. Inchiesta dell'Ordine, Carlino e Corriere tacciono

Dunque, ricapitoliamo: autorevoli consiglieri della Regione Emilia-Romagna della Lega Nord (il leader regionale ed ex candidato sindaco di Bologna, Manes Bernardini), del Pdl (Galeazzo Bignami), dell'Udc (Silvia Noè), di Sel (Gianguido Naldi) e perfino del Movimento 5 Stelle di Grillo (Giovanni Favia) ammettono candidamente, in un servizio di Repubblica pubblicato sabato 11 agosto, di pagare per andare ospiti o farsi intervistare dalle tv locali "7 Gold" e "E' Tv". Rivelano che esistono addirittura "contratti" proposti dalle Tv, che c'è un tariffario che oscilla tra i 200 e i 300 euro a comparsata, che il tutto viene "regolarmente fatturato" e pagato con i soldi pubblici a disposizione dei gruppi consigliari.

La casiniana Noè dice che "così fan tutti". Ma il gruppo Pd nega di aver mai comprato interviste e "ospitate" e il presidente dell'Assemblea legislativa Matteo Richetti - che pure nell'autopromozione di sè con i media non si risparmia di certo -  definisce quella prassi "immorale". Altri sostengono che "è così da sempre" con le tv private locali. Ma io posso testimomiare che nei 9 anni, dal 2000 al 2009, in cui sono stato capo ufficio stampa della Provincia di Bologna nessuno mi ha mai chiesto soldi per ospitare o intervistare un amministratore; e se fosse stata in uso quella pratica, anche con altre istituzioni, penso che l'avrei saputo.

Solo l'Unità riprende, il giorno dopo, lo scoop di Repubblica e continua poi a seguire gli sviluppi delo caso, anzi di questo vero e proprio scandalo. Perchè, checchè ne dicano i consiglieri regionali, è una vergogna che i politici regionali, che già dispongono di ingenti risorse pubbliche per la comunicazione e l'informazione (un esercito di giornalisti negli uffici stampa della Giunta, del Consiglio e dei Gruppi, quasi mezzo milione di euro l'anno per veicolare sulle radio e Tv locali le trasmissioni istituzionali auto-prodotte che danno voce a maggioranza e minoranze, qualche milione di euro l'anno per le campagne di comunicazione, i new media e le varie pubblicazioni della Regione), debbano anche pagare con soldi di tutti per promuovere la loro immagine in Tv. E perchè  è una doppia vergogna, oltre che una pratica illegale e la negazione della deontologia giornalistica, che le Tv spaccino queste "ospitate" e queste interviste-marchetta come libera informazione, negli spazi informativi propri e nei tg, senza avvisare i telespettatori che si tratta di pubblicità a pagamento.

Oggi, vigilia di Ferragosto, è comparsa anche la prima fattura: 1.500 euro per cinque apparizioni del consigliere Pdl Bignami a "7 Gold". Il caso è approdato alla cronaca nazionale di Repubblica. Io, come consigliere nazionale dell'Ordine, ho anticipato per fax all'Ordine regionale dei giornalisti (competente in materia) un esposto per accertare le violazioni deontologiche delle emittenti "7 Gold" e "E' Tv" e le responsabilità degli editori, dei direttori e dei giornalisti coinvolti; esposto che verrà poi depositato formalmente alla riapertura dell'Ordine, a inizio settembre, con le firme di altri consiglieri nazionali dell'Ordine che mi hanno già dato l'adesione. L'Associazione stampa dell'Emilia-Romagna ieri aveva sollecitato a sua volta un'inchiesta sulla vicenda. E oggi il presidente e il segretario dell'Ordine, Gerardo Bombonato e Roberto Olivieri, hanno annunciato l'apertura di una istruttoria.

Ciò nonostante, a tre giorni dallo scoop di Repubblica e dopo le riprese de l'Unità, per i lettori del Resto del Carlino e del Corriere di Bologna la notizia ancora non esiste: non un rigo è apparso su quelle testate. Cosa aspettano?


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