Post più popolari

venerdì 20 aprile 2012

Su con Lavitola, arrivano le cronache di Narnia con Formigoni e la Banda Bossotti

Ultime da Narnia, dove dilaga la corruzione, con i soldi pubblici si comprano lingotti d'oro, diamanti e case, dove girano regali milionari e vacanze da sogno "all'insaputa". Non mi piace l'antipolitica, ma ormai è il paese che non c'è, delle favole, quello in cui vive buona parte dei nostri politici. Le cronache degli ultimi giorni raccontano episodi di malapolitica, malcostume e degrado morale che non sembrano poter appartenere alla vita comune di un paese civile. Sembrano, per l'appunto, venire da un altro mondo, ma sono purtroppo lo specchio del fallimento di una classe dirigente, di una politica malata.


Alla Regione Lombardia s'è perso il conto degli indagati. Anche l'assessore Rizzi e il presidente dell'assemblea Boni, entrambi leghisti, si sono dimessi (o sono stati dimissionati). Formigoni invece, travolto dalle inchieste e toccato anche personalmente da una di queste, resta incollato alla sedia e ha la faccia tosta di dire: "Anche Gesù ha sbagliato nella scelta dei collaboratori". Un altro unto dal signore.


Ma ormai anche l'ex verginello del voto di castità, che poi l'ha scoperta assieme ai benefit dei ricchi e non ha disdegnato, ormai è un naufrago alla deriva. Che si è sporcato le manine con le vacanze da 80 mila euro a botte nel resort più esclusivo dei Caraibi pagate a sua insaputa. Anzi no, vacanze di gruppo, dove uno paga l'aereo, la villa e lo yacth per tutti poi si fanno i conti alla fine. Ma va là, in che film! Ora sbraita, dice che è immacolato, ma non risponde nel merito alle contestazioni, non ricorda, deve consultare l'agenda, come dice Crozza. Si rassegni, Formigoni, è a fine corsa anche lei. Ma da buon cattolico le sarà più facile e lieve: basta pentirsi che poi i suoi capi la assolvono, con benedizione allegata...



In casa Lega, intanto, accade di tutto di più. La vice presidente del Senato Rosy Mauro che dispone l'acquisto dei diamanti con i soldi del finanziamento pubblico. Il dossier sul Ministro dell'Interno, forse commissionato dall'amico Bossi. La villa della pasionaria lasciata in eredità al Carroccio e "intascata" dal segretario. Le 18 proprietà 18 intestate in 18 anni - una all'anno - alla moglie del boss. Senza parlare delle performances del Trota e di Calderoli, che sarebbe come sparare sulla Croce Rossa. Ma come erano messi alla Lega dei celoduristi duri e puri?


Lo ha descritto bene Francesco Merlo, su Repubblica. "La Lega si è fatta gaglioffa fino al punto di superare in ruberia tutti i ladri che pretendeva di impiccare al cappio padano. Ora Belsito riporta alla Lega il suo tesoro. Quando ci si sfidanza la riconsegna dei regali è la maniera più odiosa di mandasi a quel paese. Quando si scioglie la banda, l'ultimo atto è la spartizione del bottino".


E lo ha detto alla sua maniera Roberto Benigni: "Dai Umberto, andiamo in Tanzania, fondiamo Tanzania libera, liberiamoci di quei terroni del Kenia...". "Diamanti, lingotti d'oro, dobloni: era dai tempi di Paperopoli che ne sentivo più parlare".


A fronte del dilagare di queste porcherie consumate col denaro di tutti noi, la risposta dei partiti è minimale. Ci si limita a promettere il taglio del 10% delle retribuzioni di deputati e senatori, del 20% del numero dei parlamentari, a promettere più trasparenza e controlli sul finanziamento pubblico. Che è stato chiamato "rimborsi elettorali" per aggirare la bocciatura del referendum ed è l'unica forma di rimborso che ti da 5 volte quello che dichiari di spendere.


Io sono a favore del finanziamento pubblico, ma mi ritrovo pienamente in queste parole di Massimo Gramellini:
"La buona politica è tale solo se viene finanziata dai contribuenti. Ma a tre condizioni: che ogni dieci anni ci sia un ricambio completo del personale (la corruzione prolifera negli stagni), che i politici siano scelti dagli elettori, e che siano molti di meno...".


Comunque la si pensi sul finanziamento pubblico, la prima cosa che un Paese e un Parlamento serio dovrebbero fare è non dare mai più soldi ai partiti che li hanno usati per altri scopi e agire per recuperare quelli che gli sono stati dati finora.
Invece che accade? Che si fanno i tagli lineari, come ai servizi e alle nostre tasche. Lavitola rubava il finanziamento pubblico per l'Avanti ( che non è neanche parente del glorioso l'Avanti che fu) dichiarando diffusione e strilloni che non ci sono mai stati? Bene, allora si tagliano i finanziamenti anche ai giornali seri che ne hanno bisogno per sopravvivere.



Così va il mondo. E ci mancava proprio un Giulio Anselmi, presidente Fieg e Ansa, a cavalcare l'antipolitica e a proporre, alla vigilia della revisione del regolamento della legge sull'editoria, di non dare più i contributi ai giornali di partito e similari. Certo, fa comodo eliminare qualche altro concorrente ai "giornaloni" italiani che vendono quanto i "giornalini" dei principali paesi europei, e caso mai dare a corazzate come il Corrierone e Repubblica più contributi di Stato.

Nessun commento:

Posta un commento