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mercoledì 11 aprile 2012

Senza Bavaglio ma scriveva accuse a vanvera Cesario Picca sanzionato dall'Ordine

L'Ordine dei giornalisti della Toscana ha condannato il collega Cesario Picca, con la sanzione dell'avvertimento, contro il quale il 6 dicembre 2010, per tutelare la mia onorabilità avevo presentato un esposto per "grave violazione delle norme che regolano la professione e la deontologia giornalistica nonchè per denigrazione e diffamazione del sottoscritto".

Qualche settimana prima, esattamente il 25 novembre 2010, Picca, all'epoca consigliere nazionale uscente della Federazione nazionale della stampa e candidato di Senza Bavaglio al XXVI congresso della stessa Fnsi, aveva scritto un articolo nel sito www.senzabavaglio.it sul ricorso da me presentato, unitamente all'Ordine e all'Aser di questa regione, per un concorso contro l'Università di Bologna che per per selezionare un giornalista con contratto co.co.co aveva messo nel bando come requisito obbligatorio la laurea, ancora oggi non prevista dalla nostra legge professionale e dalle norme che regolano l'accesso dei giornalisti nella pubblica amministrazione. Un articolo pieno di falsità e notizie malevolmente inesatte, offensivo e denigratorio nei confronti miei, del sindacato e dell'Ordine dell'Emilia-Romagna a cominciare dal titolo, che recitava: "Insorge l'Aser contro un concorso. Non favorisce gli amici".

L'articolo e la ricostruzione della vicenda, se volete, la potete leggere al seguente link: http://visanik.blogspot.it/2010/11/il-consigliere-di-senza-bavaglio.html.

In sintesi la storia è questa. Io all'epoca stavo conducendo una battaglia nazionale contro la "concorsopoli" che, purtroppo, riguarda anche la contrattualizzazione dei giornalisti negli uffici stampa pubblici. Norme di legge aggirate bellamente, bandi su misura dei vincitori predestinati che servono solo a parare il culo agli amministratori o politici di turno, illudendo e penalizzando i tanti colleghi che cercano un lavoro senza la spinta di qualcuno. Avevo denunciato decine di selezioni scandalose in tutta Italia, e avevo trovato la disponibilità dell'Ordine e del sindacato a sostenere due ricorsi al Capo dello Stato contro due vicende emblematiche, entrambe con requisiti per l'accesso in aperto contrasto con la legislazione vigente: il concorso da capo ufficio stampa della Provincia di Trento e, per l'appunto, la selezione dell'Università di Bologna.

Il buon Picca, che evidentemente cercava argomenti per la sua campagna elettorale, se ne uscì invece con quell'articolo in cui accusava dolosamente Ordine e Aser di favoritismo nei miei confronti, e il sottoscritto di aver usato le rappresentanze di categoria "per scopi personali", sfruttando il mio incarico di consigliere nazionale dell'Ordine. Per inciso, quando Aser e Ordine decisero il ricorso io non ero ancora consigliere. E Picca, da bravo giornalista, si è ben guardato dal fare, su questa e su altre falsità scritte poi nel suo articolo, la minima verifica.

Non solo. La mia replica con richiesta di immediata rettifica è stata ignorata dal direttore di www.senzabavaglio.it e dallo stesso Picca che, qualche giorno dopo, nel Gruppo giornalisti su Facebook da me creato e perfino in un commento sul mio blog http://visanik.blogspot.com rilanciava le accuse e mi invitava "ad adire le vie legali" se mi sentivo denigrato o diffamato.

Così ho seguito il suo amichevole consiglio. Anche perchè, com'è noto la buona fede nel nostro mestiere è un'attenuante importante quando si commettono degli errori. Essa presuppone che, una volta verificato l'errore commesso, lo si corregga. Ma evidentemente lì di buona fede non ce n'era neanche un po'.

Come dimostrano anche le motivazioni della delibera sanzionatoria dell'Ordine della Toscana. Scrive infatti l'Ordine che dalle audizioni dei testi (Giovanni Rossi e Camillo Galba per l'Aser, Gerardo Bombonato per l'Ordine, Massimo Albertizzi direttore di www.senzabavaglio.it)si è "riscontrato che il ricorso proposto contro il concorso era dovuto alla richiesta, pena l'esclusione dallo stesso, del requisito della laurea attualmente non previsto dalla legge professionale". Tanto che il presidente dell'Ordine dell'Emilia-Romagna, "chiamato dall'Università a far parte della Commissione giudicante, ha dato le proprie dimissioni perchè in disaccordo sul requisito della laurea obbligatoria... preannunciando che l'Ordine avrebbe presentato ricorso". E ha chiarito, Bombonato, che il ricorso "oltre che a Visani fu proposto ad altri due candidati esclusi, che però hannbo declinato l'invito".

Ma Picca, come ha confermato egli stesso nella sua audizione, non ha fatto le opportune verifiche, non era a conoscenza delle dimissioni di Bombonato dalla commissione quindi - aggiunge l'Ordine della Toscana - "i fatti non sono stati accertati con la necessaria attenzione e correttezza". Per parafrasare quel che sta avvenendo ad altri livelli, Cesario Picca ha fatto il giornalista d'assalto "a sua insaputa".

Su Picca che insinuò testualmente: "C'è il sospetto legittimo (e anche sgradito) che le rappresentanze di categoria siano state usate per meri scopi personali che hanno scientemente supportato", l'Ordine della Toscana
scrive che "nella sua condotta è ravvisabile la violazione dell'art. 2 della legge 3.2.1963 n. 69, sia in relazione all'obbligo del rispetto della verità sostanziale dei fatti, sia in relazione all'obbligo della promozione della collaborazione tra colleghi e della fiducia tra stampa e lettori".

E se a fronte di queste violazioni deontologiche gravi corrisponde la sanzione lieve dell'avvertimento, è solo perchè la titolazione ('L'Aser contro un concorso, non favorisce gli amici')"non è da attribuirsi a Picca" ma al direttore responsabile di www.senzabavaglio.it che, chiamato a testimoniare dal collega, ha detto che Picca aveva chiesto la pubblicazione della mia replica, ma "senza esito positivo".

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