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venerdì 2 dicembre 2011

Riflessione sulle pensioni di anzianità Dove sarebbe l'equità se le aboliscono?

Rigore, crescita, equità dice Monti. Se, come pare, la prima riforma sarà sulle pensioni e conterrà anche l'abolizione sostanziale di quelle di anzianità con il superamento del tetto dei 40 anni di contributi a prescindere dall'età, qualcuno dovrà spiegare dove sarebbe l'equità.

Vedo che è già cominciata la grancassa della "favola" vecchi contro giovani. Con i più anziani accusati di difendere il loro "privilegio" e le loro "laute pensioni" a discapito dei giovani che in pensione non ci andranno, o ci andranno con pensioni da fame. Ma è solo un modo per sfuggire alla domanda di fondo: è equo o non è equo che uno che ha lavorato e versato contributi per 40 anni abbia il diritto ad andare in pensione, senza se e senza ma? Subito, senza "finestre mobili", aspettative di vita fissate per legge e altri trucchi.

Io credo proprio di sì. Per gli anziani come per i giovani. Per quelli come me che hanno dovuto cominciare a lavorare a 14-15-16 anni, non si sono potuti permettere l'Università a tempo pieno, e oggi ne hanno 40 di più. Ma anche per chi ha 20 anni oggi, ha fatto o sta facendo l'Università a tempo pieno, comincerà ad avere un lavoro stabile se è molto fortunato a 25-30 anni e dopo 40 anni di lavoro e contributi versati ne avrà 65 o 70.

Un conto è dire "contributivo per tutti". Questo sì è un ragionamento equo. Uno riscuote la pensione con un importo calcolato sulla base di quello che ha versato, opportunamente rivalutato. Un aiuto dello Stato al cittadino per aiutarlo amettere da parte quello che gli servirà nella vecchiaia.
Altro conto è dire 40 anni di lavoro e contributi non bastano per avere diritto alla pensione.

C'è poi la questione lavoro che accomuna giovani e vecchi. I primi non lo trovano, o lo trovano precario. Per loro non si aboliscono solo le pensioni di anzianità, si abolisce la previdenza, la prospettiva di una vecchiaia dignitosa. I secondi lo perdono e non riescono più a trovarlo, perchè gli ultra cinquantenni non li vuole più nessuno. Per loro, per quelli come me, la prospettiva della pensione di anzianità non è più solo un diritto, e tanto meno un privilegio da difendere: è una questione di sopravvivenza. Perchè delle due l'una: o si assicura il lavoro (a giovani e vecchi), o si aumenta la protezione sociale per chi non ce l'ha(giovani o vecchi). Abbassare la seconda senza garantire il primo sarebbe veramente inaccettabile e incivile.

Per questo li voglio vedere quelli che dicono equità e aboliscono le pensioni di anzianità. E confermo: se lo faranno il mio voto di certo non l'avranno più

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