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mercoledì 30 novembre 2011

Se tagliano anche le pensioni di anzianità ditegli dei nomi e non votateli più

Li voglio vedere quelli che con una sola legislatura, a volte anche per pochi giorni o mesi da parlamentare, hanno maturato il diritto al vitalizio, cioè a una pensione d'oro, che ora votano una norma che dice: 40 anni di lavoro non bastano più per andare in pensione.

Quando in Italia comandava la Dc, per fare il pieno dei consensi i suoi governi davano la possibilità agli statali di andare in pensione a 35-40 anni, dopo 15 anni 6mesi e un giorno di contributi, chiudevano tutti e due gli occhi sulle false pensioni di invalidità e su ogni genere di privilegio previdenziale.

Così hanno minato alla base il sistema. Alla Dc sono succeduti Berlusconi e la Lega. con la breve parentesi dell'Ulivo. Hanno cominciato a chiudere la stalla ma i buoi erano già scappati. Tutti hanno combinato guai. Treu e il governo Prodi con le prime leggi che favorivano flessibilità del lavoro. Sacconi e Berlusconi che le hanno trasformate nella precarietà permanente del lavoro. Bossi e Maroni con la loro guerra ai poveracci che vengono dall'altra parte del mare.

Con questi tre straordinari risultati: le pensioni di oggi le pagano proprio i lavoratori immigrati, quelle di domani per i nostri giovani ce le siamo già mangiate e non ci saranno più, e per tutti non c'è più nemmeno il lavoro.

Per indorarci la pillola, e per non essere questa volta davvero inseguiti con i forconi, i vertici di questa mediocre classe politica dirigente che ha portato allo sfascio il Paese hanno finalmente deciso di mettere mano ai loro privilegi. Pare che dalla prossima legislatura i vitalizi non ci saranno più, che già dal prossimo anno la pensione dei parlamentari verrà calcolata col sistema contributivo - e non più in percentuale sulle loro scandalose indennità - e che si potrà percepire solo dopo i 60 anni di età.

Era ora. Ma attenti. Lo fanno passare come un sacrificio e un nbuon esempio ma è, in realtà, la rinuncia solo a una piccola parte dei loro grandi privilegi. Per capirci. Oggi dopo soli 5 anni di "lavoro" parlamentare (ma le legislature non durano quali mai 5 anni e basta esserci stati per uno scampolo) maturano il diritto a un vitalizio medio di 2.400 euro netti al mese, dopo due legislature di 4.800 euro e dopo 4 legislature di ben 9.600 euro. Pensioni d'oro. E anche pensioni baby, visto che oggi, in molti casi, possono intascarle già a 50 o 55 anni.

Con la riforma annunciata, domani, col sistema contributivo, le baby pensioni dei politici continueranno comunque ad esistere ma si potranno incassare "solo" dopo i 60 anni e avranno un importo medio "solo" di poco più della metà di quelli attuali. Ma pur sempre di 1.500 euro netti al mnese dopo 5 anni, di 3.000 dopo due legislature e di 6.000 euro netti dopo 4 legislature, quindi dopo un massimo di 20 anni di lavoro. Cifre che il 90 e passa per cento dei lavoratori se le sogna, e dopo una vita di vero lavoro. Pensioni d'oro - quelle dei politici - che si continuano a sommare a quelle della loro precedente o successiva vita professionale e contributiva.

Per questo li voglio proprio vedere votare che 40 anni di lavoro non bastano per andare in pensione, con un assegno molto più piccolo di quello che loro continueranno a percepire. Se lo faranno di sicuro il mio voto non l'avranno più. Spero neanche il vostro, cari amici che mi seguite.

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