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lunedì 25 aprile 2011

La lezione di Monte Sole

Il luogo di per sè commuove. I sentieri, i ruderi, i cippi, le querce. Il peso del massacro, con oltre 700 persone trucidate dai nazi-fascisti, così ben raccontato da Giorgio Diritti con "l'uomo che verrà". Monte Sole è un posto bellissimo e pieno di intensità. Il luogo dell'orrore e della memoria, del monito e della speranza. Ieri almeno duemila persone sono salite fin lassù. In auto, con le navette, a piedi. E sono rimasti là per tutta la giornata: a sentire i discorsi, a leggere le scritte sulle lapidi, a camminare nel sentiero dei partigiani. Ma anche per fare picnic sui prati, giocare, ascoltare le poesie dei ragazzi delle scuole e degli artisti, la musica dei Modena city ramblers.
Commoventi le "gocce" della memoria e della speranza costruite dai ragazzi delle scuole mnedie, una per ciascuna delle vittime, piantate come fiori dove c'era la chiesa di San Martino.
Applausi a ripetizione e ovazione finale per Margherita Hack, 92 anni, orami piegata come lo stelo di quelle gocce ma che ha fatto un discorso di 20 minuti a braccio senza mai perdere il filo, da "pasionaria", a difesa della democrazia e contro "berlusconia". Applausi e ammirazione per Gian Carlo Caselli, che ha tenuto una vera e propria lezione sulla Costituzione, il diritto, la giustizia. Facendo forse capire un po' meglio qual è la posta in gioco oggi, per il nostro Paese.
L'impressione, in queste occasioni, è che la gente non ne possa davvero più, sia preoccupata per le involuzioni in corso e per il futuro, e voglia una opposizione più determinata, una sinistra che dica pane al pane, senza ambiguità. Come Hack e Caselli.

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