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mercoledì 23 febbraio 2011

Ordine giornalisti, tre proposte per il gruppo di lavoro sugli uffici stampa

All'inizio di febbraio si è insediato il Gruppo di lavoro dell'Ordine nazionale dei giornalisti sugli Uffici stampa, di cui faccio parte anch'io.
Non ho potuto partecipare alla riunione insediativa, per cui pubblico (in coda) il verbale della stessa e, di seguito, una nota con alcune proposte integrative che ho avanzato ai componenti del gruppo con l'invito ad approfondirle nel corso della prossima riunione, convocata per l'11 marzo.


MIA IPOTESI PER GRUPPO LAVORO SU UFFICI STAMPA PUBBLICI

1- Ricognizione sulla (mancata) applicazione della legge 150.

Sono ancora molte, troppe, le pubbliche amministrazioni che non applicano la 150 a 10 anni dalla sua entrata in vigore. Diversi i casi di persone che lavorano negli uffici stampa senza essere iscritti
all'Ordine, i colleghi che esercitano l'attività giornalistica ma hanno qualifiche e stipendi da impiegati, le assunzioni "strane" in categoria C del pubblico impiego, da "assistente" o "collaboratore", comunque non giornalistiche. Ma ci sono anche - viceversa - colleghi
pubblicisti (e non) che si vedono riconosciuto il contratto giornalistico pur non essendo professionisti perchè lavorano nelle strutture speciali della comunicazione delle Regioni.

2- Definizione del profilo dei giornalisti degli uffici stampa pubblici

Vedere se e come è possibile giocare un ruolo come Ordine. Anche qui, sono 10 anni che è aperta la trattativa tra Aran, Ministero e sindacati (da ultimo, finalmente, anche quello dei giornalisti) per
il riconoscimento dell'attività giornalistica nella PA e la definizione dei profili professionali finalizzata anche all'applicazione del contratto giornalistico. Ci sono casi, come in Veneto, dove sono stati fatti accordi diretti tra i sindacati e l'Anci, mentre profilerano le più diverse tipologie normative e contrattuali negli uffici stampa dei diversi enti pubblici e per i colleghi che lì lavorano.

3- Definizione bando virtuoso per i concorsi da giornalista e addetto stampa nella pubblica amministrazione.

Le modalità di accesso alla professione nella PA quasi mai rispondono ai criteri fissati dalla legge istitutiva dell'Ordine, dalla 150 e dalle altre norme legislative in materia giornalistica. E questo vale
sia per le assunzioni a tempo indeterminato che per quelle a termine, o per i contratti di collaborazione. Ad esempio, molti enti chiedono la laurea e l'anzianità di iscrizione all'Albo, entrambe non previste dalla normativa e nemmeno dal disegno di legge di riforma dell’Ordine recentemente licenziato dalla Commissione Cultura della Camera.
Inoltre, la legislazione che regola l'attività giornalistica è quasi sempre in costrasto con quella che regola le assunzioni ei contratti nel pubblico impiego. Per superare la confusione che ne consegue, in attesa del necessario riordino legislativo si potrebbe mettere a punto un bando virtuoso, con regole condivise, per i concorsi e le selezioni di giornalisti nella PA, da promuovere verso il Ministero della Funzione pubblica e le associazioni di Regioni, Province, Comuni, enti pubblici. E lo si potrebbe fare lavorando assieme al sindacato Fnsi che su questo ha predisposto una sua bozza di bando virtuoso ed è disposto a collaborare con l'Ordine.


VERBALE DELLA RIUNIONE INSEDIATIVA
DEL GRUPPO DI LAVORO UFFICI STAMPA



riunione dell'1 febbraio 2011


Alle ore 10.30, nella sede del Consiglio nazionale dell'Ordine a Roma – salla Ocera, ha inizio la riunione del Gruppo “Uffici stampa”.
Sono presenti: Marco Caramagna, Armando De Rosa, Luciano Gambucci, Paolo Giovagnoni, Gabriella Guidi, Giuseppe Murru, Maria Elisabetta Palmisano, Francesco Montemurru e Giustino Basso.
Assenti giustificati: Carlo Felice Corsetti, Gennaro Guida, e Claudio Visani.
Partecipa alla riunione il V.Presidente dell'Ordine Enrico Paissan.
Redige il verbale la signora Teresa Saitta.


Il presidente Iacopino raggiunge la riunione per portare i suoi saluti. Confida nell'opera del Gruppo perchè si impegni a trovare delle soluzioni affinchè la legge 150 sia applicata, e assicura che a tal fine l'Ordine darà l'aiuto necessario. Riferisce che al convegno della FNSI a Bergamo sono emerse situazioni retributive disastrose per molti giornalisti, come quella di un'azienda di Vimercate che offre un contratto di 500 euro per 1000 articoli. Vista la drammatica situazione chiede ai presenti di trovare il modo per far emergere delle soluzioni per aiutare i colleghi che lavorano negli uffici stampa.
Caramagna, coordinatore del gruppo di lavoro, lo ringrazia per la presenza e per l' interesse dimostrato, augurandosi di poter vincere questa scommessa, lavorando possibilmente insieme agli altri soggetti interessati (FNSI, Istituzioni ecc.). Gli uffici stampa possono fornire opportunità, qualificazione e lavoro. Anzitutto l'obiettivo deve essere il riconoscimento a pieno titolo del lavoro negli uffici stampa. A questo scopo è necessario rivedere le anomalie che contrastano con le leggi del pubblico impiego e individuare i cambiamenti opportuni. Infine consegna a tutti i presenti una sua relazione scritta (allegato).
Iacopino ritiene necessario costruire un osservatorio, utile anche ai cittadini, invitando a ricercare anche nelle esperienze dei paesi europei strumenti nuovi, nonchè ad utilizzare convegni e incontri con i soggetti interessati.

Seguono vari interventi da parte dei componenti il gruppo di lavoro sulle condizioni negli uffici stampa pubblici e privati e sulle possibili iniziative, alcune delle quali messe già in atto da realtà regionali. Sono, inoltre, avanzate diverse proposte di lavoro per il raggiungimento degli obiettivi del gruppo.

In sintesi:
per De Rosa il problema ruota intorno alla capacità di fare inserire nella legge 150 la parola “debbono” al posto di “possono”. Propone un inter-gruppo tra il gruppo di lavoro degli uffici stampa e quello dei colleghi precari, il cui referente sia presente alla Conferenza Stato-Regioni affinchè possa dare delle direttive in materia legislativa (c'è ad es. la possibilità di consorziarsi e chiedere contributi). La realtà è che gli uffici stampa sono in mano ai politici che si servono spesso di precari pagati dai vari assessori. Per realizzare gli obiettivi prefissi propone di partire da un rapporto con comuni e regioni.
Gabriella Guidi informa in proposito che molti comuni piccoli e medi in Toscana utilizzano personale di segreteria perchè non hanno uffici stampa. Non esclude possa essere interessante esplorare la strada indicata da De Rosa ma, secondo la sua esperienza, le regioni non sono interessate. Per il resto giudica la 150 una buona legge che andrebbe applicata non solo per la parte contrattuale, dove si è visto quanto è difficile vincere le resistenze del contratto del pubblico impiego. Vertenze non sono mai state vinte, neanche a Torino. E' importante contattare l'ANCI e l'UPI perchè diano una direttiva che le assunzioni negli uffici stampa siano fatte per concorso, onde evitare incarichi assegnati su altre basi e che espongono a ricatti. Occorre che anche i consigli regionali siano sensibilizzati su questo tema, ma anche per quello che riguarda i portavoce e i comunicatori. Invita, infine, a distinguere il ruolo di chi lavora nell' ufficio stampa da quello del portavoce e dell'ufficio relazioni pubbliche, evitando di usare il termine equivoco di “comunicatori”.
Murru descrive la situazione di chi lavora, come lui, in un ufficio stampa privato con partita IVA e senza contratto, dove manca qualsiasi riferimento e bisogna contrattare tutto, costituendo l'anello debole della catena. Tornando al discorso della dignità professionale, ritiene che sia importante restituire un profilo a chi riveste questo ruolo che ha caratteristiche diverse dai colleghi che lavorano nella stampa. Chiede quindi maggiore attenzione per chi lavora negli uffici stampa privati, in condizioni molto diverse rispetto a quelli pubblici, e di costruire una mappa di tale lavoro.
Riferisce di una sua proposta presentata a Cagliari in occasione di un incontro con i precari, per fare una sorta di data base del profilo dei colleghi con l'obiettivo, da parte della stampa sarda, di presentare pubblicamente i dati raccolti.
Gambucci: crede che occorra uno sforzo per vedere la situazione reale, abbandonando le idealità legate alla figura di un giornalista indipendente e favorendo nuove possibilità. L'Ordine delle Marche in tal senso ha fatto un buon lavoro sugli uffici della regione.
Montemurru: dichiara di essere orgoglioso di far parte del gruppo di lavoro e di rappresentare circa 150 giornalisti calabresi. Descrive la propria situazione lavorativa di precario e collaboratore, da 15 anni, negli uffici stampa. Informa che esiste la possibilità, in Calabria, di dare lavoro negli uffici stampa a una decina di colleghi, perchè la regione sta partendo con un piano per dotare di uff.stampa i comuni. E' fondamentale quindi, per lui, raccogliere più informazioni possibili per essere di aiuto.
Palmisano: racconta la realtà di aziende con capitale pubblico al 50% che passano dal privato al pubblico secondo quello che più gli conviene. L'ufficio stampa dell'ENAV, ad esempio, si chiama “relazioni esterne” e nello stesso ufficio esiste anche la comunicazione interna , che segue l'internet aziendale. I giornali non vengono acquistati perchè della rassegna stampa si occupa un'azienda esterna, con il risultato di avere la rassegna solo in tarda mattinata.
Basso ringrazia dell'opportunità di lavorare a questo tavolo di lavoro: per prima cosa bisogna avere un quadro generale della situazione degli ufici stampa. A tal fine gli Ordini regionali dei giornalisti. devono attivarsi e svolgere un ruolo in materia. Nel quadro generale la provincia autonoma di Trento, dove lavora., è forse una realtà privilegiata ma nonostante questo a Trento hanno attivato un'indagine sugli uffici stampa pubblici nella regione, da cui stanno emergendo cose stranissime. Se si riuscisse a fare un'analisi più dettagliata della maggior parte degli uffici stampa sarebbe una cosa utilissima, e i consigli regionali in questo potrebbero fornire una valida collaborazione.
Palmisano: dubita che alcuni Ordini lo faranno. Falleri ad esempio è contrario alla legge 150.
Caramagna è d'accordo sulla opportunità di prendere accordi con gli Ordini regionali; inoltre fare uno sceening consentirebbe di acquisire gli indirizzi degli uffici stampa e avere la possibilità di rivolgersi direttamente ai colleghi.
Guidi: riferisce che in regione hanno cercato di farlo, ma non hanno avuto sufficienti risposte. Per cercare di risolvere in qualche modo il problema degli uffici stampa privati, in Toscana si sta creando un'associazione stampa di liberi professionisti che si mettono sul mercato del lavoro. Conclude il suo intervento chiedendo di prevedere un incontro con il gruppo del precariato.
Paissan: fa osservare che queste situazioni di lavoro sono emblematiche per il futuro. Stanno cambiando le regole e i mezzi per fare informazione, che è sempre più in grado di incidere sui grandi processi (vedi il caso della Tunisia). Bisogna fare i conti con il futuro, e avere l'ambizione di partecipare al governo di questi processi per la parte che ci compete, senza perdere il rapporto importantissimo con la FNSI. Spesso invece le competenze sono troppo rigide (l'Ordine per quello che riguarda la deontologia, il sindacato per i contratti ecc.). E' importante proseguire la battaglia per stimolare gli Ordini regionali ad occuparsi delle condizioni di chi lavora negli uffici stampa, ma anche dei problemi dei pubblicisti, spesso marginalizzati. Proporrà, quindi, che uno degli argomenti della prossima riunione della Consulta dei presidenti, sia proprio su queste tematiche. La funzione svolta dall'Ordine deve servire a tutti i giornalisti. La P.A. da parte sua deve comprendere l'importanza di una corretta informazione per i cittadini, e occupare tutti gli spazi possibili. In occasione del convegno 2010 della FNSI sugli uffici stampa, in qualità di rappresentante dell'Ordine ha proposto di aprire vertenze di carattere nazionale e di collaborare con la Commissione Giuridica del CNOG per unire gli sforzi. E' d'accordo sulla necessità che l'Ordine, insieme alla FNSI, in prima persona si faccia promotore e soggetto di iniziative che il governo non vuole prendere, e sia aperto a tutti i colleghi.
Caramagna nel suo intervento conclusivo auspica che gli incontri del gruppo di lavoro possano essere la base per gli Stati Generali dell'informazione.

Al termine si discute sulla data del prossimo incontro, che viene infine fissato sempre a Roma, presso la sede del Consiglio nazionale, per l'11 marzo.alle ore 10.00.

La riunione termina alle ore 13.

Letto, sottoscritto e approvato.
Marco Caramagna
(coordinatore Gruppo di lavoro)

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