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venerdì 25 giugno 2010

Chiusa con luci e ombre la prima seduta del (dis) Ordine dei giornalisti

Conclusa dopo due giorni allucinanti la prima riunione del nuovo Consiglio nazionale dell'Ordine dei giornalisti all'Università Gregoriana di Roma (ma perchè l'Ordine si è preso una sede senza una sala riunioni adeguata ed è costretto ogni volta ad affittare costosissimi centri congressi?).
Impatto pessimo: Iacopino eletto presidente con maggioranza assoluta alla seconda votazione, dopo un discorso di candidatura di bassissimo profilo e tutto rivolto alla difesa dello status quo e ai giochi di potere interni (in sintesi: poltrone, poltrone, poltrone), Paissan confermato a sorpresa vice presidente dopo una poco onorevole giravolta politica (non ricandidato da Iacopino, rieletto con i voti della minoranza).
Sviluppo ancor più deprimente: la maggioranza in pezzi dopo la bocciatura del vice presidente Guida e l'elezione di Paissan, ricorre all'espediente di far venire meno il numero legale per evitare altre sconfitte; le continue riunioni nelle salette e corridoi all'insegna esclusiva del voto di scambio e della assoluta mancanza di programmi (chi tratta con i napoletani? cosa dobbiamo dare al nord-est? cosa offriamo ai pubblicisti romani per il loro voto?); il presidente appena eletto protagonista e poi complice di questo balletto indecoroso finalizzato a rinviare di un mese l'elezione dei vertici dell'Ordine per avere il tempo di ricomporre i cocci della maggioranza e trovare la quadra; il vice presidente voltagabbana appena rieletto che sta in aula ma non vota. Insomma, una vera vergogna.
Conclusione con luci e ombre (più ombre che luci). Le luci sono il risultato politico generale portato a casa dall'area di centro sinistra dei giornalisti dell'Ordine (partita con uno svantaggio di 30 voti, si ritrova quasi con la metà dei propri esponenti nel vertice dell'Ordine). Le ombre sono le contraddizioni che sono emerse sulla partita decisiva dell'innovazione e della svolta per l'Ordine, che segna drammaticamente il passo.
Comunque la maggioranza non c'è più. Iacopino è stato costretto alla trattativa con la minoranza capeggiata da Balzoni per salvare la sua poltrona. Alla fine è stato trovato un accordo che prevede: segretario, tesoriere e 2 membri dell'esecutivo alla minoranza; presidente e 3 membri dell'esecutivo alla maggioranza più il vice presidente, che però è stato eletto con il voto della minoranza. In pratica sarebbe un quattro-quattro-uno (super partes), ma chissà se sarà così.
L'accordo regge per segretario (Ghirra) e tesoriere (Marini). Non va in porto per i membri dell'esecutivo. Complice la partita della nazionale (su maxi schermo nell'aula del Consiglio) e il fuggi fuggi dei consiglieri, si riescono a eleggere solo 3 membri dell'esecutivo su 5. E tra i 2 non eletti alla prima votazione (serviva la maggioranza assoluta dei voti)c'è - guarda caso - l'unico precario che era stato candidato (da Iacopino, sob!) su pressione del gruppo trasversale di freelance che si è riusciti a costituire per iniziativa soprattutto di Antonella Cardone e che è arrivato a contare 21 voti.
Alla prossima riunione (a metà-fine luglio) si vedrà se l'accordo tiene e viene rispettato per intero. Resta comunque tutta aperta la partita precari.
Il leader della (ex?) minoranza, Balzoni, ha detto cose impegnative e preso impegni precisi sulla "questione precari". A conti fatti, nella partita per l'esecutivo quelle premesse non sono state rispettate. Il precario di Balzoni nell'esecutivo non è entrato per lasciare il posto a un pubblicista milanese (le vecchie logiche campanilistiche che prevalgono sulla voglia di cambiare), mentre il precario proposto da Iacopino non è poi stato eletto. C'è una dichiarazione di intenti affinchè diventi una priorità dell'Ordine la questione precari e la ridefinizione del ruolo del giornalista; e per costituire un gruppo di lavoro ad hoc. E c'è l'impegno (a parole) di Balzoni per essere coerente con ciò che ha detto sui precari e per dare a loro il giusto spazio nelle commissioni. Se son rose....

3 commenti:

  1. capperi.... a parte la forma sportiva della deliziosa cronaca (al 28 del primo tempo avanza Balzoni, passaggio smarcante a Paissan... ecc ecc) non riesco a cìogliere grande differenza tra quello che qui è accaduti lì e il mitico "teatrino della politica".

    Anzi, sembra pure peggio... mah...

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  2. Mi trovo a render conto di due giorni ai colleghi incuriositi. Dovreste vedere le loro facce mentre cerco di accendere tutte le fioche luci disponibili per rischiarare il buio pesto. E i "New o news generation" sono la mano che regge e ripara una delle ultime fiammelle rimaste. Avanti tutta

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  3. Ottima sintesi, faccio girare urbi et orbi

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